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Minervini sta con Emiliano: “Saremo la sua spina nel fianco”

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di Michele Pesce

Erano circa in 40 ieri sera ad affollare il Cortile del Castello di Rutigliano per l’incontro-dibattito con i candidati consiglieri regionali Guglielmo Minervini e Chiara Candela, entrambi in quota alla lista “Noi a sinistra, per la Puglia”.
Il padre di “Bollenti spiriti” e “Princìpi attivi”, come tutti sanno, dopo essere uscito sconfitto dalle primarie dello scorso novembre ed aver registrato i primi “sbarchi” all’interno del PD da parte di alcuni esponenti del centrodestra barese, a marzo ha deciso di allearsi con l’altro sconfitto delle consultazioni Dario Stefàno, senatore di “Sinistra Ecologia e Libertà”. Scopo dichiarato, cercare di ripiantare il seme originario della sinistra all’interno di una coalizione sempre più espressione dell’ormai nascente “Partito della Nazione”.
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Che qualcosa stesse cambiando nel centrosinistra pugliese, lo si era già capito in autunno durante la mini campagna elettorale per le primarie, quando in molti, compreso lo stesso Minervini, avevano avuto la chiara sensazione che una grossa fetta del “Partito Democratico” avesse in realtà già individuato in Michele Emiliano colui che sarebbe dovuto arrivare alle regionali del 31 maggio.

Anche in quest’ottica, probabilmente, va letta la totale assenza, all’evento di ieri sera, da parte degli esponenti locali del PD, alcuni dei quali presenti fino a qualche ora prima nella sala consiliare del Comune di Rutigliano per assistere al sorteggio degli scrutatori deputati a comporre i seggi nelle rispettive sedi elettorali.

«Il PD non so più cos’è» – ha tuonato Minervini – «E’ diventato un partito pigliatutto, complice anche l’assenza di una figura di riferimento nel centrodestra. Ma accogliere chi è rimasto orfano dall’altra parte significa inevitabilmente intossicare la natura stessa del partito». Una constatazione forte, quella dell’ex Assessore Regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità, ma soprattutto in contrasto con il pensiero dello stesso Emiliano, che un paio di settimane fa, dagli studi di “Servizio Pubblico”, aveva lodato il trasformismo come una buona pratica politica, produttiva anzi di importanti risorse per la vita stessa dei partiti. Minervini, però, su questo ha le idee chiare: «Bisogna svolgere una funzione critica in maniera concreta, per impedire che il degrado portato da questo patto di potere si consumi. Siamo gli unici a poter salvare il codice genetico della sinistra».minervini-castello-2

Quasi logico a questo punto, aspettarsi una domanda (puntualmente arrivata) sui motivi che ancora spingono lo stesso Minervini a restare all’interno della coalizione, pur rinnegando quasi totalmente la linea politica decisa dall’ormai a quanto pare prossimo “Sindaco di Puglia”.
Ed è un attento Miki Gorizia, già responsabile presso il laboratorio urbano “Officine UFO” di Rutigliano (ad oggi inspiegabilmente chiuso e in attesa che Regione e Comune si attivino per l’affidamento ad una nuova gestione), a farsi portavoce di un malcontento che a sinistra pare ormai dilagante: «La causa della confusione interna al PD non può essere solo l’assenza di un vero leader nel centrodestra. Non crede che semmai il problema sia interno al PD stesso? Lei anche oggi ci viene a parlare di tutela dell’ambiente in Puglia, di valorizzazione del turismo, ma di fatto con la sua candidatura sta appoggiando lo stesso partito che ha firmato il decreto “Sblocca Italia” che prevede trivellazioni al largo delle nostre coste. Perché dovrei votare per lei e quindi per un PD ormai completamente snaturato e dal quale non mi sento più rappresentato?».

«Perché va alimentata una speranza,» – ha replicato Minervini – «a prescindere dal partito e dal contenitore, badando esclusivamente ai contenuti. Fare politica per me significa questo. L’unico modo per cambiare le cose ed evitare che la situazione peggiori è avere una nostra presenza all’interno del Consiglio Regionale, così da poter mettere pressione dove e quando serve. Emiliano vincerà, parliamoci chiaro. Ma volete che governi per cinque anni indisturbato e senza fastidi? Noi vogliamo essere la sua spina nel fianco, portiamo avanti le nostre idee e se eletti in Consiglio non cederemo di un millimetro. Dobbiamo continuare a giocare la partita iniziata con le primarie, non voglio dargliela vinta».minervini-castello-3

Ma fin dove è possibile spingersi sul terreno del compromesso? Quando e dove è opportuno fermarsi e rinunciare a scendere a patti, davanti alla sottile linea che segna il confine tra mediazione e corruzione? Sollecitato dalla nostra redazione sull’argomento, Minervini ha risposto: «La mediazione è il pane quotidiano della politica, lo sappiamo. Ma si può essere spinti da due differenti volontà: o lo si fa per interessi o lo si fa per portare avanti delle idee. Ecco, il compromesso tra queste due filosofie per me rappresenta un limite insormontabile. E’ inaccettabile pensare di far politica solo per interessi o per soldi. Ove mi accorgessi che la mia coalizione ha subito quella mutazione genetica ed è diventata quell’altra cosa, ne uscirei immediatamente, cosi come sono uscito dal PD. Per me la politica è lo spazio nel quale le energie si mettono in campo per cambiare le cose, perché ci credi, non perché ti conviene. Per questo io voglio battermi: perché voglio stare nelle istituzioni con persone che hanno un’idea del cambiamento, un’idea del proprio territorio e un’idea del servizio da rendere alla propria comunità. Posso permettermi di parlare così perché io stesso esco da un’esperienza di dieci anni in cui in prima persona ho avuto un rapporto con il potere, ho manipolato miliardi, e così come sono entrato così sono uscito, sia dal punto di vista della coscienza, sia dal punto di vista del patrimonio».

Dello stesso avviso è Chiara Candela, per la quale però, anche alla luce dei dati relativi alle comunali di due giorni fa (a Pré-Saint-Didier, in Valle d’Aosta, ad esempio, ha votato solamente il 53,89% degli aventi diritto), il nemico principale il 31 maggio sarà l’astensionismo: «C’è una disaffezione diffusa nei confronti della politica, molti credono sia inutile andare a votare. Chi non fa il suo dovere civico, però, perde automaticamente il diritto di lamentarsi dopo. Emiliano vincerà di sicuro, ma come vincerà possiamo ancora deciderlo noi. In questi dieci anni non abbiamo avuto voce in Consiglio Regionale e molti distretti, in particolare quello turistico e quello culturale, sono stati trascurati. Abbiamo il potere di cambiare le cose, usiamolo».

Minervini ha poi concluso il dibattito con un auspicio. Citando l’esempio di un gruppo di studenti che a Grumo Appula ha lanciato la sfida alla fame nel mondo attraverso la coltivazione e la lavorazione dell’ “Arthrospira platensis” (un’alga acquatica commestibile, comunemente chiamata Spirulina, che fra qualche decennio si pensa possa sostituire la carne nelle nostre diete grazie al suo elevato contenuto proteico), ha chiosato: «Il mio sogno è trasformare la Puglia nella regione delle opportunità di innovazione. Abbiamo tutto per realizzarlo, basta crederci e basta volerlo».



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