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Tendone vicino casa, «Inizierò lo sciopero della fame». Video

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casa-tendoni-conflitto




Contrada Madonna delle Grazie, una villa abitata dalla signora che abbiamo intervistato e dalla sua famiglia. Tutto intorno ci sono suoli incolti e tendoni di uva da tavola, il più vicino alla casa della signora è a una cinquantina di metri. Proprio affianco al muro di cinta c’è un terreno, su cui oggi non c’è nulla, che è stato messo all’asta. L’ha comprato un imprenditore agricolo di Rutigliano che ha manifestato l’intenzione di costruirci su un tendone di uva da tavola.

La notizia, avuta direttamente da quell’imprenditore, sta facendo preoccupare non poco la signora e la sua famiglia. Preoccupa il fatto che, a ridosso della propria abitazione, sotto le proprie finestre, si impianti un tendone che tra qualche anno produrrà non solo uva, ma abbondanti trattamenti con una miriade di prodotti fitosanitari (pesticidi, antimuffa, ormoni...), “pompature” il cui aerosol andrà alla deriva, impatterà principalmente su quella casa.

Una casa che è lì da molti anni, costruirgli un tendone immediatamente a ridosso non dovrebbe essere possibile, ma a Rutigliano non c’è nessuna norma, né urbanistica, né regolamentare, che lo vieti. I cittadini che vivono questo problema, cioè il conflitto tra abitazioni e impianti di uva da tavola, quindi, il conflitto tra salute e trattamenti fitosanitari, sono lasciati soli, nell’indifferenza assoluta di chi amministra il comune.
mitigation-cartelli
A Rutigliano esiste dal 2010 una ordinanza sindacale molto debole, che non fornisce strumenti adeguati di controllo e di individuazione delle responsabilità dell’intervento in caso di sua inottemperanza. Anziché rendere più efficace l’ordinanza, adeguarla alle ultime direttive comunitarie e a quello che prevede il PAN (Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei fitofarmaci), l’assessore all’agricoltura Pinuccio Valenzano, quindi l’amministrazione comunale, l’anno scorso ha fatto finta di risolvere il problema con la “mitigation”, una serie di buoni propositi e buone pratiche la cui applicazione è lasciata alla libera volontà degli agricoltori.

Nessun obbligo, nessun controllo. Chi ha i tendoni vicini alle abitazioni, intorno al centro abitato, nonostante la “mitigation, ha continuato a tratta come prima. L’unica cosa che ha fatto è stata attaccare sulle reti di cinta dei tendoni, i cartelli di avviso di “trattamento in corso” suggeriti da “mitigation” e tenuti esposti sempre, tutti i giorni, anche d’inverno quando l’uva non c’è più. E’ chiaro che quei cartelli non hanno mai svolto nessuna funzione di avviso, sono una presa in giro, come l’intera operazione “mitigation”.

La denuncia di questa signora, e la sua preoccupazione, pongono un problema di cogente attualità nel nostro paese: creare una fascia di rispetto che giri tutta intorno al centro abitato, che tuteli le residenze e chi vi abita dalla deriva dei pesticidi.

Per istituirla ci vorrebbe una variante urbanistica al PRG, una variante urbanistica che non è in nessun programma elettorale delle coalizioni che si sono presentate alle elezioni amministrative del 2014. L’unica variante urbanistica presente nel programma elettorale della Romagno2 è quella portata, ultimamente, due volte in consiglio comunale; quella che vuole edificare tutte le zone agricole, che, in sostanza, vuole portare le case nei tendoni aggravando in modo esponenziale il problema.

Non aggiungiamo altro se non la speranza che su una questione di così grande importanza si inneschi un dibattito nel paese.
Intanto sopra vi proponiamo la videointervista a una cittadina preoccupata e disposta anche allo sciopero della fame per impedire quel tendone sotto le finestre di casa sua. Buona visione.



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