Gli hanno chiesto di dimettersi e lui si è dimesso. E se non glielo avessero chiesto?
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- Pubblicato Giovedì, 16 Novembre 2017 18:33
- Scritto da Gianni Nicastro
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di Gianni Nicastro
“Oggi proprio come l’anno scorso, ma con motivazioni contrarie, mi viene chiesto dai consiglieri di cui ero espressione di lasciare la giunta”, questo è il passaggio più interessante, dal punto di vista politico, della lettera di dimissioni dell’ex assessore Gianvito Altieri.
Si è dimesso, dunque, perché gli è stato chiesto dai quattro consiglieri comunali politicamente fedeli al movimento di Raffaele Fitto, il leader politico del centrodestra pugliese “tradito” dal Nuccio onorevole.
Non si è dimesso sulla base di una valutazione politica che lo vede aderire a un partito, la Lega Nord, non presente in consiglio comunale, antimeridionalista, definito razzista da più parti e che fino a poco tempo fa voleva "segare" l’Italia all’altezza della Toscana e lasciare il Sud alla deriva verso l’Africa. Le sue dimissioni non sono frutto di un ragionamento politico sull’opportunità di fare un passo indietro vista la intervenuta, marcata, incompatibilità con il più importante gruppo consiliare della maggioranza. No, Gianvito Altieri si è dimesso perché glielo hanno chiesto.
Va da sé che, se non glielo avessero chiesto, lui sarebbe rimasto pur non essendo più rappresentativo (“di cui ero espressione”) di quel gruppo. Insomma, l’Altieri piccolo ha avuto bisogno che gli facessero il disegnino? Non credo. L’ex assessore è una persona intelligente, non è che certe cose non le capisca, ha solo voluto fare il “furbo” facendo l’indifferente; magari poteva riuscirgli di aderire alla Lega rimanendo in giunta. Nel caso, avrebbe ottenuto sia l’uovo che la gallina. Ma Raffaele Fitto, dalla sua troupe in consiglio, le uova gliele ha rotte in mano e gli ha anche tolto la gallina.
Ma, al di là della metafora sul pennuto ovaiolo, tanto in voga -ultimamente- nella politica rutiglianese, la lettera di dimissione è interessante anche per altro. Il richiamo continuo al sindaco a non abbandonare (“Ti chiedo di non abbandonare…”), sostanzialmente, il lavoro che lui, Gianvito, ha svolto nei suoi tre anni da assessore. A non abbandonare i progetti, i commercianti, le associazioni, il territorio, il centro storico… Insomma, sembra che senza di lui l’amministrazione Romagno "miagoli" nel buio, possa non farcela; senza di lui il sindaco potrebbe essere tentato ad “abbandonare” la mole enorme di lavoro messa in campo da lui stesso ex assessore alla cultura, allo sport e alle attività produttive.
Chissà cosa succederà con il nuovo assessore e, soprattutto, sarà all’altezza dell’eredità politica e amministrativa dell’assessore dimissionato? E’ davvero una incognita, che pesa sul futuro della nostra meridionalissima, ridente, cittadina.
Sui progetti citati nella lettera, a cui lui, Gianvito, si è “dedicato con grande impegno e trasparenza” (“insieme alla maggioranza” certo, ma è un dettaglio), vorrei dire due cose.
Il "museo del fischietto".
Nasce nel 2004, l’approvazione del progetto esecutivo che lo riqualifica è del 2012; il museo del fischietto, dunque, non è una sua creatura, tanto meno dell’attuale sindaco. Loro hanno solo portato a termine un iter avviato abbondantemente prima, hanno fatto -né più e né meno- il loro dovere di amministratori facilitato dalla circostanza che il grosso dei soldi, per quel museo, è venuto dalla regione.
“Il museo archeologico”.
Non è ancora stato istituito, e con la realizzazione della struttura museale l’ex assessore non c’entra nulla. L’unica cosa che ha fatto in tre anni è riproporre una mostra archeologica già allestita una ventina d’anni prima; per il resto non abbiamo ancora uno “straccio” di progetto di gestione del museo archeologico nonostante i numerosi incontri con la soprintendenza.
“L’auditorium della scuola media”.
Si è trattato di una semplice, elementare, ristrutturazione di un auditorium da sempre esistente, ordinaria amministrazione.
“Il Pala cultura”.
Intanto non è ancora stato consegnato, la consegna sarebbe dovuta avvenire a giugno scorso. Un’opera che è piovuta dal cielo grazie ai finanziamenti del Patto Polis senza i quali il Parco urbano ora avrebbe tutti i metri quadri originari.
“Piazza Manzoni”.
L’abbattimento del mercato coperto e la riqualificazione della piazza, interventi importanti, certo, sono da ascrivere all’intera amministrazione che -ricordiamolo- sul mercato coperto aveva ben altri progetti. Lo stesso ex assessore voleva conservare e riqualificare il rudere con l’“Aia 2.0”, l’ “Hab polifunzionale”, il “coworking...” (un delirio), 2 milioni di euro di progetto che, per fortuna, è andato alle ortiche. L’abbattimento del mercato coperto e la riqualificazione di Piazza Manzoni sono frutto di un confronto con la città e il consiglio comunale e, gliene si deve dare atto, della disponibilità dell’amministrazione a confrontarsi.
"Sant’Apollinare".
E’ di aprile 2014 la denuncia di Rutiglianoonline (qui) circa una preoccupante crepa che si era aperta su un lato dell’antica chiesa rurale, che ne metteva a rischio la stabilità. Da allora poco, se non nulla, si è fatto; solo qualche mese fa si è aperta un’interlocuzione tra comune, proprietari e soprintendenza che, però, ancora non ha prodotto nulla in termini di interventi di recupero.
“Il Palazzetto dello Sport”.
A Rutigliano langue, e non da ora, da decenni, la dotazione di adeguati impianti sportivi fino al punto che una squadra di calcio a 5, in campionato nazionale di serie A, è dovuta migrare a Noicattaro per poter continuare a giocare perché, lì, c’era e c’è il palazzetto dello Sport.
Su questa importante opera pubblica l’ex assessore è rimasto folgorato sulla strada del renziano ministro Lotti con il quale ha parlato circa un mese fa in un incontro presso la “Città dei Bambini” di San Maderno. Si tratta di un progetto di 1,5 milioni di euro per un piccolo palazzetto dello sport, sul quale il ministro si è impegnato a trovare le risorse, almeno così mi ha detto più di un mese fa l'ex assessore.
Certo è che siamo passati da 2,2 milioni di euro del palazzetto dello sport in project financing, da otto anni continuamente inserito nell’elenco triennale delle opere pubbliche, un progetto che non ha mai avuto un barlume di possibilità di essere realizzato, come tutti sapevano, a un progetto di 1,5 milioni di euro. Un ridimensionamento che, probabimemnte, non è solo nel costo, ma anche nelle dimensioni e nelle potenzialità dell’eventuale struttura sportiva.
Bene ha fatto l’ex assessore a interloquire col ministro su questo problema, ma avrebbe fatto ancora meglio se avesse pensato a riqualificare la piscina comunale a palazzetto dello sport attraverso uno studio di fattibilità, perché i finanziamenti per un’opera pubblica sportiva ex novo potrebbero non arrivare; i finanziamenti per la riconversione e riqualificazione di una struttura sportiva esistente, invece, sì.
Ci sono molti comuni in Italia, anche in Puglia, che hanno progettato la riconversione in palazzetto dello sport delle loro piscine comunali, per tutti i problemi che noi, in modo particolare, conosciamo. Quindi, palazzetto dello sport ex novo? Ok, ma se non sarà possibile, la riconversione della piscina potrebbe essere una soluzione. Speriamo nel futuro assessore allo sport.
La lettera di dimissioni, infine, si conclude con i ringraziamenti ai funzionari, ai dipendenti comunali, alle associazioni ai commercianti e ai volontari con i quali, l’ex assessore, ha “realizzato tante iniziative bellissime”. Tra i ringraziati non c’è il sindaco, a cui pure è rivolta la lettera, non ci sono i consiglieri e le forze politiche di maggioranza. Una dimenticanza? Un dare per scontato? Forse.