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Ai compagni del PD, siate meno permalosi e più coerenti

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di Gianni Nicastro

Su quello che è successo in consiglio comunale il 19 novembre scorso, in relazione all’ordine del giorno sulla lama ritirato, sarebbero state diffuse “notizie non corrette e tendenziose”. Questo hanno scritto i compagni della sezione locale del PD nel comunicato diffuso qualche giorno fa e da noi pubblicato (qui). Non spiegano, gli estensori di quel comunicato, quali siano le “notizie non corrette e tendenziose” e neanche su quale giornale siano state diffuse, ma io un’idea ce l’ho.

Diffondere “notizie non corrette e tendenziose” è una delle cose più gravi che un giornale, e un giornalista, possa fare, mi sarei, quindi, aspettato più chiarezza su questo dal PD rutiglianese, ma così non è stato. Potrei dire che la chiarezza politica -e dei comportamenti- spesso non è proprio il forte dei compagni “piddini” in questione, ma non voglio qui fare polemica, o criticare (per quanto facile mi verrebbe). Voglio concentrarmi sui fatti.

Se il problema del PD è la cronaca che ho fatto di quel consiglio (qui), davvero non vedo quali siano le “notizie non corrette e tendenziose”. In quell’articolo si dice che l’o.d.g. sulla lama è stato ritirato, ed è vero; che sindaco e consiglieri comunali si erano impegnati, una diecina di giorni prima, ad approvarlo, e anche questo è vero. Si legge pure che il sindaco, in sala giunta, ha riferito dell’intenzione di Giannini di valutare la fattibilità di lama Cupa ai fini del recupero delle acque affinate fermo restando lo scarico a Cicco Severini, e anche questo è altrettanto vero. Sono verità che il PD conferma, pari pari, nel suo comunicato.

La lettera del sindaco
Che Giannini non abbia messo per nulla in discussione lo scarico della fogna depurata -e non depurata-  a Rutigliano, lo dimostra il fatto che il sindaco ha avuto bisogno di inviargli una lettera il giorno dopo il consiglio comunale, lettera con la quale ha chiesto, all’assessore regionale, “una nota scritta sulla situazione attuale del progetto e una verifica tecnica sulla fattibilità di soluzioni alternative allo scarico di soccorso in ‘Lama San Giorgio’”.

Se Giannini avesse annullato, o almeno sospeso, lo scarico a Cicco Severini, il sindaco non avrebbe chiesto quella “nota scritta”, sarebbe venuto in consiglio quel giorno e, al posto di interrompere la seduta per tre ore, avrebbe detto, tutto felice, che lo scarico a Rutigliano è stato sospeso, o annullato, che si è aperto una interlocuzione con la regione e che, la stessa, sta trovando soluzioni di recapito alternative alla lama. E’ evidente a tutti che non siamo a questo livello e che resta ancora fermo, lì, il progetto del tubo di scarico del depuratore di Casamassima nella lama a Rutigliano.

Dunque, qual è il passo avanti fatto in regione la mattina di giovedì 19 novembre scorso? Nessun passo avanti, solo la promessa di una valutazione tecnica su lama Cupa e l’assicurazione che lama San Giorgio “diventa l’estremo recapito di sicurezza del troppo pieno”, come lo stesso PD scrive nel suo comunicato.

L'emergenza e la fogna tal quale
Su questa storia dell’ “estremo recapito”, del “troppo pieno”, o scarico di “emergenza”, si sta consumando una vera e propria presa per i fondelli della regione. A parte il fatto che trincee drenanti col “troppo pieno” non esistono da nessuna parte, coma ha detto l’altra sera a Casamassima il sindaco Vito Cessa (PD) in una assemblea pubblica presso le Officine Ufo. E' lo stesso AQP a rivelare che l’emergenza -da cui originerebbe  il “troppo pieno”- si riferisce alle piogge che ingrossano la fogna dei comuni con un enorme quantità d’acqua che arriva ai depuratori.

E siccome piove a dirotto sempre più frequentemente, come tutti sappiamo, il troppo pieno -temo- si attiverà altrettanto frequentemente. Ma questo scenario porta un'aggravante in sé non solo per la frequenza con cui si potrebbe verificare, ma anche per la qualità del refluo che arriverebbe sul territorio di Rutigliano nella sua parte più bella, la lama.

L'acqua di pioggia
incompatibile con la depurazione
I compagni del PD non lo sanno, ma è lo stesso AQP ad aver scritto ai comuni della provincia di Bari, il 7 novembre del 2011, “che durante le abbondanti precipitazioni atmosferiche avvenute il 6 novembre u. s., gli impianti in oggetto (i depuratori, n.d.r.) sono stati interessati da un notevole incremento della portata affluente...” e “che tali flussi di acque meteoriche non sono compatibili con il processo depurativo di acque reflue urbane... (qui la lettera)”.

Se queste acque “non sono compatibili con il processo depurativo” va da sé che i depuratori non sono in grado di depurarle. Non è difficile immaginare che fine faccia questa enorme quantità di acqua reflua sostanzialmente non depurata: finisce nei vari recapiti finali. Quindi a Rutigliano l’emergenza, quand’anche fosse vero che lo scarico sarebbe limitato alla sola emergenza, porterà la fogna tal quale diluita con l’acqua piovana a Cicco Severini, si miscelerà ulteriormente all’acqua potabile dell’antica “perdita” dell’Acquedotto e si infilerà nell’inghiottitoio poco distante.

Insomma, tutte le cime di burocrati e politici regionali, con tutte le cime di tecnici e ingegneri dell’AQP, alla fine, non avrebbero fatto altro che spostare lo scarico del depuratore dall’inghiottitoio di Casamassima, all’inghiottitoio di Rutigliano. Non mi sembra una scelta granché intelligente. Forse questo nefasto scenario è accettabile per i due consiglieri comunali del PD e per il loro segretario di sezione, non credo per i cittadini di Rutigliano e, di sicuro, non è accettabile per il comitato intercomunale Salviamo Lama San Giorgio.

Trincee drenanti,
progettate e da ampliare

Il PD nel suo comunicato dice anche una delle cose che dimostrano la non conoscenza del progetto: “Saranno infatti le 5 trincee drenanti realizzate a Casamassima (portate ultimamente da 2 a 5 dalla Regione per limitare il troppo pieno) che raccoglieranno i reflui affinati del depuratore”.

Ora, le trincee drenanti, intanto, non sono state ancora realizzate e il timore è che la regione voglia prima portare lo scarico a Rutigliano e poi, forse, cantierizzarle. Poi, il progetto delle trincee drenanti presentato ad aprile scorso, e sottoposto all’assoggettabilità VIA, prevede già 5 settori drenanti, tutti di 4 m di profondità e il più grande è di 100 m di lunghezza per 14 m di larghezza (qui).

L’ampliamento ordinato dalla regione all’AQP il 25 settembre scorso va oltre quelle 5 già progettate, si riferisce ad altro suolo da espropriare intorno al depuratore di Casamassima per farci un altro impianto di trincee drenanti, magari altre 5, non sappiamo ancora bene, da progettare entro sei mesi. Quindi, se la regione costruisse subito le trincee drenanti, come le ha chiesto di fare l’ingegnere dell’AQP Piervito Lagioia (RUP del depuratore e dello scarico), con una lettera inviata a tutti il 6 agosto scorso, tra qualche mese il depuratore nuovo potrebbe essere messo in funzione e lo stesso AQP avrebbe tutto il tempo di progettare e realizzarne l’ampliamento. Con lama Cupa che ospiterebbe il refluo affinato per tre-quattro mesi l’anno, si risolverebbe il problema dello scarico senza impegnare ulteriore territorio a Rutigliano. Ma questo, purtroppo, ancora non è nei programmi della regione.

La sindrome di NIMBY,
chi ce l'ha davvero?

“La salvaguardia dell’ambiente tanto sbandierata è solo una questione di campanile o vale anche oltre i confini del nostro paese?”. E’ incredibile come qui il PD locale polemizzi con chi si sta battendo da anni contro lo scarico nella lama riducendo questa battaglia a questione di mera difesa campanilistica in perfetta sindrome di NIMBY.

Ricordo agli smemorati compagni del PD di Rutigliano che sono stati i loro tre consiglieri comunali, insieme a tutti gli altri e al sindaco, ad approvare nel 2012 un ordine del giorno che spostava lo scarico in questione al confine del territorio di Rutigliano, quasi sul territorio di Noicattaro. Sono stati loro a voler spostare su un altro comune, con un collettore di 6 km, lo scarico dei reflui per risolvere il problema a Rutigliano, ribadendo la stessa cosa con un’altra delibera, sempre da loro approvata, nel 2013.

Il comitato intercomunale Salviamo Lama San Giorgio allora ha tacciato quella posizione di “immorale” perché spostava nel giardino della casa affianco il problema, mentre si trattava di risolverlo per tutti i 42 km della lama, da Monte Sannace alla baia di San Giorgio. La posizione del comitato intercomunale, sin dall’inizio, infatti, è stata la tutela della lama in tutta la sua estensione dallo scarico dei quattro comuni; quella del PD, allora, è stata la difesa del solo territorio di Rutigliano. Non è difficile intuire chi ha ridotto il problema a una semplice questione di campanile.

Il PD ha già detto NO allo scarico,
ha cambiato idea?

“Dire semplicemente “NO”, sarebbe stato sicuramente più facile, più popolare”. Ricordo ai compagni del PD che i loro due consiglieri comunali hanno detto no in modo incondizionato e assoluto allo scarico dei reflui il 29 gennaio scorso. Faccio notare, sempre ai compagni, che è stato il comitato intercomunale “Salviamo Lama San Giorigio” a far scoprire -letteralmente- lama Cupa all’assessore regionale del PD Giovanni Giannini il 23 luglio 2014, giorno in cui lo ha incontrato nel suo ufficio proprio per fargli la proposta di recuperare lama Cupa come invaso per l’acqua affinata e la sua distribuzione in agricoltura (qui).

E’ sempre il comitato che ha proposto, sin da maggio del 2011, le trincee drenanti a ridosso del depuratore di Casamassima come soluzione definitiva e alternativa allo scarico in lama, così come succede in tante parti nella provincia di Bari e in Puglia. Allora la regione (assessore Fabiano Amati) le rifiutò dicendo che non si potevano costruire e che non erano una soluzione. Quattro anni dopo, la stessa regione, le trincee drenanti le ha progettate prima come soluzione provvisoria, oggi come soluzione definitiva addirittura ampliandole.

Insomma, la regione, quattro anni dopo, ha fatto quello che ha proposto il comitato quattro anni prima. Se le avessero accettate e costruite già allora, nel 2012, con il suo completamento e collaudo, il depuratore nuovo avrebbe potuto essere messo in funzione dismettendo quello vecchio oggi sotto infrazione comunitaria.
Se la soluzione delle trincee drenanti, e dell’utilizzo integrativo di lama Cupa, la regione l’avesse accettata e pianificata già da allora, avrebbe risparmiato tre anni di inquinamento della falda a Casamassima con la fogna tal quale scaricata in un inghiottitoio e avrebbe fatto uscire quel comune, già tre anni fa, dall’infrazione comunitaria.

Non vediamo per quale motivo il nostro territorio debba essere chiamato a pagare, in termini ambientali, i ritardi e le responsabilità della regione Puglia governata da oltre dieci anni ormai dal partito dei consiglieri comunali Giuseppe Valenzano e Antonella Berardi e del segretario Francesco Tarulli.

Tutto il reto, per adesso, è pantomima.


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