La vicenda delle PEC inviate agli amministratori e ai consiglieri comunali. I fatti
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- Pubblicato Sabato, 05 Aprile 2025 20:03
- Scritto da Gianni Nicastro
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di Gianni Nicastro
L’approfondimento, sulle PEC arrivate agli amministratori e a tutti i consiglieri comunali del comune di Rutigliano, di cui ha parlato il consigliere Roberto Romagno nella sua pregiudiziale durante il consiglio comunale del 17 marzo scorso. Un approfondimento da me annunciato nell’articolo “Ultimo consiglio comunale, Romagno e Valenzano hanno detto senza dire niente”, pubblicato il 22 marzo scorso (qui), ma, soprattutto, sollecitato dai lettori di Rutiglianoonline nei loro commenti:
«MA A COSA SI RIFERIVA ROMAGNO NELLA PREGIUDIZIALE?»
«SE PER CASO IL DIRETTORE NE E' A CONOSCENZA»
«IN PAESE CIRCOLANO STRANE VOCI DI QUALCOSA DI VERAMENTE PESANTE, SINDACO SE NUD?»
«MA POSSIBILE CHE NESSUNO SA NIENTE? SI PARLA DI PEC ARRIVATE A TUTTI GLI AMMINISTRATRATO RI».
Commenti postati su Rutiglianoonline dopo il consiglio comunale del 17 marzo, durante il quale Roberto Romagno ha fatto riferimento a «quelle PEC, quelle missive» che «contenevano dei passaggi abbastanza pesanti», «…accuse che venivano lanciate». Aggiungendo, il consigliere Romagno «che quanto riportato in quelle missive, in quelle denunce, fossero» cose o accuse «abbastanza pesanti». Sempre Romagno ha detto, rivolto al sindaco: «pubblicamente la invito e la sollecito a informare quanto prima il consiglio comunale su quello che era riportato su quelle denunce girateci via PEC a settembre scorso». Questi passaggi della pregiudiziale del consigliere Romagno hanno suscitato i commenti sopra citati e la voglia, o il diritto, di sapere da parte dei cittadini.
Vengo, quindi, alla questione, a cosa è successo, di cosa si tratta.
I fatti
Agli inizi di settembre 2024 una impresa di costruzioni ha inviato una PEC contenente un “esposto” su un «accesso abusivo al sistema informatico dell’INAIL per conto» di quella stessa impresa, accesso partito da un ufficio del comune di Rutigliano ad opera di un impiegato. Si è trattato di una richiesta all’INAIL di estrazione del DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva) dell’impresa in questione senza che quell’impiegato comunale fosse stato autorizzato ad una simile richiesta.
La richiesta del DURC da parte di quell’impiegato, partita dal computer di un ufficio comunale, è stata confermata dallo stesso INAIL nella risposta data all’impresa a seguito di una sua specifica richiesta di accesso agli atti.
Nel suo esposto l’impresa mette al corrente tutti gli amministratori, compreso i sedici consiglieri comunali, di una vicenda che ha risvolti penali perché arrivata alla Procura della Repubblica di Bari attraverso una denuncia fatta dalla stessa impresa ad aprile 2024.
Nell’esposto, arrivato via PEC a settembre scorso a tutti i consiglieri comunali, ci sono atti e documenti che ricostruiscono la vicenda dell’accesso abusivo all’INAIL compreso una integrazione -datata 28 maggio 2024- alla denuncia fatta poco più di un mese prima contro quell’impiegato e un’altra persona. Nell’integrazione si denuncia che il DURC, richiesto abusivamente, sia finito in una CILA (Comunicazione Inizio Lavori), si rimarca il fatto che l’impresa in questione non ha mai autorizzato quel dipendente comunale a richiedere all’INAIL alcunché a suo nome perché non risulta iscritta negli elenchi delle imprese comunali, non risulta come impresa fornitrice di servizi e lavori per il comune di Rutigliano, non è mai stata chiamata dal comune in riferimento a preventivi per fornitura o espletamento di servizi. Insomma, questa impresa non aveva, e non ha, nulla che fare con il comune di Rutigliano.
A causa di questo accesso abusivo, e della relativa denuncia, l’impiegato comunale è sotto indagine penale, indagine che ha portato la Procura -attraverso la polizia giudiziaria- in alcuni uffici comunali a prelevare documenti per diverse volte. Il reato contestato dal magistrato è codificato nell’art. 615 ter del Codice penale “Accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico”, reato che prevede un'aggravante della pena se commesso da un pubblico ufficiale nel caso, ovviamente, l’indagato sia rinviato a giudizio e condannato in via definitiva. Ad oggi non si hanno notizie precise sull’andamento dell’indagine giudiziaria, se quel dipendente è ancora indagato, se è stato archiviato o rinviato a giudizio.
A settembre scorso, comunque, l’impresa denunciante chiedeva a tutti gli amministratori e ai consiglieri comunali se, su quel dipendente -e per la vicenda che lo vedeva interessato- fosse stata aperta una indagine interna, fosse stata nominata una commissione d’inchiesta interna, o se fossero stati adottati provvedimenti disciplinari. A questa richiesta di notizie sul comportamento dell’amministrazione comunale e del dirigente del comune non è arrivata, lamenta l’impresa, nessuna risposta tranne una richiesta di spiegazioni dell’accesso alla piattaforma informatica dell’INAIL fatta dal dirigente del comune all’impiegato in questione. L’impiegato ha formalmente risposto, ma nessuno, se non gli interessati, conosce i contenuti della risposta.
Ora, se quell’impiegato è ancora oggi penalmente indagato una risposta, credo, che l’amministrazione comunale abbia il dovere di darla, e non solo all’impresa. Perché il comune è dotato di un "Regolamento per la gestione dei procedimenti disciplinari del Comune di Rutigliano” che all’art. 10, “Obblighi del dipendente sottoposto a procedimento penale”, statuisce che “1. Qualora il dipendente venga sottoposto a procedimento penale per: a) fatti direttamente attinenti al rapporto di lavoro; b) fatti tali, se accertati, da comportare la sanzione del licenziamento; è suo specifico obbligo comunicarlo al proprio Dirigente/Segretario Generale per le valutazioni del caso, anche tramite il proprio difensore, allegando, ove possibile, la opportuna documentazione. 2. E’ inoltre suo obbligo informare il proprio Dirigente/Segretario Generale, in particolare, della decisione del Giudice sulla eventuale richiesta di rinvio a giudizio formulata dal Pubblico Ministero e dell’esito dei gradi del giudizio. 3. L’inosservanza delle disposizioni di cui ai precedenti commi costituisce illecito disciplinare”.
Ecco, in consiglio comunale, quel 17 marzo scorso, in risposta alla pregiudiziale del consigliere Romagno, il sindaco avrebbe potuto informare l’intero consiglio e, di conseguenza, l’intera cittadinanza, che c’è un dipendente comunale sotto inchiesta penale e riferire su eventuali provvedimenti di stretta competenza dell’amministrazione, senza, ovviamente, fare nomi o indicare cose che potessero, o possano, far risalire alla persona. Oppure avrebbe potuto dire che non è stato preso alcun provvedimento e che si sta aspettando l’esito delle indagini, il che significa l’eventuale rinvio a giudizio.
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