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Bilancio. Emendamenti del PD, il colpo di grazia all’opposizione

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di Gianni Nicastro

I cinque consiglieri di opposizione non sono mai stati particolarmente uniti sin dall’inizio della consiliatura. Dopo la breve parentesi di “Vuoi vedere che…”, movimento elettorale che raggruppava tutta la coalizione dell’allora candidato sindaco Minguccio Altieri, l’opposizione si è “atomizzata”. Michele Martire, dopo circa un anno, è rimasto di minoranza più che di opposizione ma inclinato, come la Torre di Pisa, verso la maggioranza; Oronzo Valentini si è ritrovato, spesso da solo, con le sue interpellanze, le sue interrogazioni e gli interventi in consiglio, a battagliare contro il sindaco; Antonella Berardi e Giuseppe Valenzano sono sempre stati all’opposizione, ma timidamente e spesso in ritardo sull’agenda politica dettata dall’amministrazione Romagno2. Minguccio Altieri è l’unico che ha subito lo scioglimento di “Vuoi vedere che…”, lo ha criticato cercando, invano, una certa unità dell’opposizione fino all’ultimo consiglio comunale quando, unico dall’opposizione, ha votato tutti gli emendamenti del PD.
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Gli emendamenti, appunto, una discutibilissima operazione politica che ha fatto implodere come non mai un’opposizione senz’anima e senza cifra comune.

Mi sono chiesto perché il PD abbia presentato quei quattro emendamenti su quattro questioni che avrebbero potuto, invece, molto più cautamente, rappresentare una proposta politica da imporre all’attenzione della maggioranza e dell’amministrazione attraverso un dibattito nel paese, una condivisione con gli altri consiglieri dell’opposizione, attraverso una mozione da mettere all’ordine del giorno del consiglio comunale, quindi, della discussione politica. Una mozione sulla quale sfidare la maggioranza e l’amministrazione comunale, sollecitarli a prendere una decisione o a snobbare completamente i problemi posti. In un modo o nell’altro, il PD avrebbe potuto incamerare comunque un risultato politico importante, quello di aver posto e proposto questioni di interesse per i cittadini e, magari, scaricare sulla maggioranza la responsabilità della mancata soluzione amministrativa di quelle questioni o imbarcarne i risultati in caso contrario.

Invece no. Il PD -solitario- ha aspettato il bilancio di previsione per porle quelle questioni, un terreno scivoloso perché a gestire la discussione e a determinarne i risultati sul bilancio non potevano che essere maggioranza e amministrazione; perché, nel caso di approvazione totale degli emendamenti, ci sarebbe stato l’imbarazzo, poi, di come votare un bilancio non proprio ma che si è contribuito ad arricchire con proprie proposte emendative. Tanto è vero che, Antonella Berardi, da me contattata la mattina di quel consiglio comunale, alla domanda su come il PD si sarebbe comportato di fronte all’approvazione di tutti gli emendamenti da parte della maggioranza, ha risposto ambiguamente che avrebbero -lei e l’altro suo collega di partito- valutato la discussione che si sarebbe tenuta in consiglio. La consigliera non è riuscita a dire, chiaramente, che il voto del PD sarebbe comunque stato contro il bilancio dell’amministrazione Romagno2, lasciando aperta la prospettiva di un voto di astensione o, addirittura, favorevole nel caso quegli emendamenti fossero stati tutti votati dalla maggioranza.
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Se è vero, tra l’altro, come ha detto Giuseppe Valenzano nel suo intervento, e come ha scritto lo stesso PD nel suo comunicato postumo (da noi qui pubblicato), che quelle “priorità” derivano da segnalazioni di cittadini e associazioni, a maggior ragione non potevano essere ridotte ad emendamenti di un bilancio di previsione non partecipato come quelli precedenti, inadeguato e insufficiente, quindi non degno di un voto favorevole, come quelli precedenti.

Allora perché il PD ha presentato da solo quegli emendamenti? Dall’opposizione i critici hanno parlato di mera visibilità politica, un’operazione che  -alla fine- è risultata fallimentare per tre quarti e diviso platealmente l’opposizione di fronte a una maggiorana, e una amministrazione, che hanno goduto dello spettacolo inscenato tra i banchi della minoranza. «Io esordisco chiedendo scusa con estremo rammarico a tutti quei cittadini e a tutte quelle associazioni che ci hanno sollecitato determinati interventi e che sono stati derisi letteralmente da alcuni interventi soprattutto fatti da alcuni colleghi dell’opposizione». Ecco, il fallimento dell’operazione politica emendativa del PD sta tutto in queste parole, dette da Giuseppe Valenzano all’inizio del suo intervento fatto durante la discussione consiliare.

Alla fine uno solo degli emendamenti è stato approvato con i voti favorevoli della maggioranza, dei due consiglieri del PD e di Minguccio Altieri e i voti contrari di Oronzo Valentini e Nicola Giampaolo. E’ stato quello che spostava 3000 euro da una “missione” all’altra del bilancio “al fine di consentire -si legge nella proposta- l’acquisto di defibrillatori per gli spazi pubblici quali, piazze, edifici pubblici,  scuole ed associazioni di volontariato”. Un solo emendamento approvato su quattro, tra l’altro neanche originale nella proposta perché l’amministrazione -ha ricordato il sindaco- ha già attrezzato le associazioni di volontariato di defibrillatori. In consiglio è stato osservato che non tutti sono in grado di utilizzare un defibrillatore; non basta, quindi, metterli nella piazze o nelle strutture pubbliche, bisogna anche individuare e formare chi li deve utilizzare perché un uso scorretto dell’attrezzo può causare seri danni alla salute.

Gli altri tre bocciati spostavano 4000 euro per attrezzature sportive in aree a verde pubbliche per favorire lo sport; 17.000 euro per creare un fondo finalizzato al “recupero delle facciate degli immobili del centro storico”. Infine l’emendamento che spostava 7000 euro per “l’istituzione di una borsa di studio  per gli studenti meritevoli e meno abbienti”. Quattro emendamenti che avrebbero mobilitato 31.000 euro su un bilancio di 38milioni di euro -lo 0,08%- una inezia. Anche l’emendamento sulle strutture sportive non poneva una questione inedita. Giuseppe Valenzano in consiglio ha detto, in polemica con altri interventi sempre dell’opposizione, che non si trattava di giostrine, ma di attrezzature ginniche per percorsi di benessere.


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Ora, a Rutigliano già c’è, e da tempo ormai, un simile percorso e anche attrezzato bene con sbarre, parallele e altro; si trova  nell’area a verde che costeggia il canalone tra via F. Giampaolo e via Platone. Chiedo al PD se i cittadini che hanno chiesto la realizzazione di un simile percorso ginnico abbiano mai utilizzato quello esistente. Per la verità è difficile vedere qualcuno utilizzare quelle strutture ginniche e sarebbe interessante sapere, proprio dagli sportivi, il perché di questo mancato utilizzo. I 17.000 euro per le facciate degli immobili del centro storico sono nulla rispetto a quello che ci vorrebbe per un intervento, non dico capillare, ma che, perlomeno, soddisfi qualche richiesta. Anche 7000 euro per borse di studio non sono granché. L’esiguità degli stanziamenti è stata riconosciuta dagli stessi consiglieri proponenti del PD; insomma, si è trattato semplicemente di istituire dei «fondi» perché, poi, potessero essere rimpinguati.

Sindaco e maggioranza, alla fine, hanno bocciato tre emendamenti su quattro proprio per l’esiguità delle risorse che mettevano a disposizione pur riconoscendo l’importanza delle questioni poste da quegli stessi emendamenti. In sostanza, siete stati bravi, ma è poco quello che avete spostato.

Eppure nella tabella del “bilancio di previsione spese 2018” ci sono capitoli, che oggi si chiamano “missioni” e “programmi”, importanti come “Sistema integrato di sicurezza urbana” che hanno poche migliaia di euro (6000) di previsione spesa 2018-2020. Nello stesso triennio per la “valorizzazione dei beni di interesse storico”, dei quali Rutigliano è ricco, la previsione di spesa è “0”; la missione “giovani” ha un totale programma di spesa “0”; anche il programma sullo “Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente” ha una spesa prevista “0”, la stessa previsione di spesa “0” ce l’ha il programma “Tutela, valorizzazione e recupero ambientale”.

Il programma sulla “Qualità dell'aria e riduzione dell'inquinamento” ha “0” risorse stanziate nel triennio nonostante la qualità dell’aria nel nostro paese andrebbe adeguatamente monitorata per via dell’uso massivo dei pesticidi, delle polveri sottili da traffico urbano, per via dei roghi abusivi di materiale plastico (è di questi giorni la continua puzza di plastica bruciata che si sente in paese, di mattina e di notte). La spesa per “Interventi per il diritto alla casa” 2018-2020 è “0”. Su tutti questi capitoli del bilancio non c'è stata nessuna iniziativa politica da parte dei 16 consiglieri comunali e anche da parte della stessa amministrazione.


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Interessante, infine, sarebbe stato sfidare amministrazione e maggioranza sulle spese per sinistri dovute alle buche sulla strada, alle disconnessioni del pavimento e dei cordoli dei marciapiedi, alle grate della fogna bianca sollevate e ai dislivelli della strada intorno ai tombini, alla caduta dei pini e ai loro rami sporgenti su via Fiume e altrove, ai “pilomat” che fuoriescono quando passa un veicolo…

Queste qui elencate sono le cause dei circa 90 sinistri che il comune ha bonariamente liquidato nel 2017, liquidati, cioè, con proposte transattive fatte dallo stesso comune per evitare “l’alea” del giudizio. Si tratta di sinistri, liquidati l'anno scorso, che derivano dagli anni passati per una spesa di circa 130.000 euro, la media di 1444 euro a sinistro. Cifra di spesa che potremmo ritrovare, più o meno, ogni anno passato e che sicuramente ci ritroveremo negli anni futuri senza una adeguata manutenzione delle strade e dei marciapiedi.

Non dico tutta, ma se si destinasse, come spesso suggerito da questo giornale, almeno la metà di quella spesa alla manutenzione spicciola, ma costante, della città per ridurre quelle cause di sinistri, noi avremmo meno cittadini e cittadine infortunati e una città più sicura, insieme -nel tempo- a un non poco risparmio di risorse economiche da investire su altri capitoli del bilancio.

Insomma, sul bilancio ci sarebbe da lavorare tanto anche dall’opposizione, ma con iniziative politiche che non muovano solo l’aria, che mobilitino l’intera opposizione e, soprattutto, i cittadini.


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