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XXIII Edizione Festa del Grano Buono di Rutigliano: vincono la storia e le tradizioni

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Da Porta Castello a Porta Nuova e per le vie di Rutigliano
con Dario Di Gioia, Giuseppe Lasorella e Gianni Capotorto


di Teresa Gallone

Animato e gremito in occasione della XXIII edizione della Festa del Grano Buono di Rutigliano, «scrigno di tesori non del tutto svelati», il nostro Centro Storico diventa protagonista indiscusso della serata grazie alla perizia di Dario Di Gioia e Giuseppe Lasorella.

«Un binomio perfetto» per Gianni Capotorto, moderatore e relatore dell’incontro del 7 luglio scorso, un lavoro di ricostruzione storico artistica che si affianca alle precedenti opere storiografiche su Rutigliano, una produzione di livello condotta con attenzione scientifica da Di Gioia e Lasorella.
I due storici, alternandosi fra interventi, immagini e letture, hanno condotto il pubblico in una passeggiata virtuale nel Centro storico, precisamente da Porta Castello a Porta Nuova.

Una ricostruzione che punta allo stupore, al far alzare gli occhi ai cittadini che compiono il percorso quotidianamente, alla consapevolezza del valore disseminato in una manciata di metri.

Si ritorna idealmente al XIX secolo, si varca Porta Castello e si approda al "Salice", collina naturale accresciuta dai rifiuti che i rutiglianesi depositavano lì. Si arriva al 1869 e si guarda alla nascita del primo giardino pubblico, con sentieri, aiuole, muri a secco e alberi a fusto alto, «vanto e decoro della città». Pare che il giardino si estendesse sino all’attuale Museo Archeologico e che fosse dotato di scale, viale con sedili, statue e colonne, in una disposizione molto simile a Villa Garibaldi di Conversano. Un’opera tanto voluta ma presto disconosciuta dai rutiglianesi, presto abbattuta a favore della odierna Piazza XX settembre, qualche decennio più tardi cornice del Monumento ai Caduti, opera di Vitantonio De Bellis.
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Si procede di qualche passo e si retrocede di un secolo per arrivare alle origini del culto della Madonna del Carmine, oggi patrona della città insieme a San Nicola. Si guarda alla città devastata dal terremoto del 1734, cessato secondo tradizione per intercessione della Vergine o alla giovane Rosa Maria Porcelli che fuori Porta Castello cade in un pozzo e, a suo dire, viene tratta in salvo grazie alle preghiere.

Si dà uno sguardo di insieme prima di camminare ancora e si contemplano per l’ultima volta le mura del Borgo, abbattute nel XIX insieme a Porta di Bari e Porta Castello perché ritenute ormai ostacolo alla vita cittadina. Pare che la dimensione di Porta Castello abbia provocato la caduta della sfera del SS. Sacramento portato in processione dal Vescovo di Conversano.

Entrando nel Borgo si scorgono i palazzi signorili, vittime delle vicende di edilizia burocratica, contesi, abbattuti o ridimensionati, oggetto di contesa fra sacro e profano. Spunta nel percorso la celebre Via Passatutti, grande interrogativo dei rutiglianesi. Stando agli studi di Di Gioia e Lasorella sarebbe stata la via di casa del magister Nicolao Passatucti, inquilino del XV secolo. Quasi in dirittura d’arrivo, si guarda con riverenza la Chiesa Madre e si ritorna a quando era circondata da antichi mulini, poi spostati in locali appositi per scongiurare inquinamento acustico e topi. Si percorre Via San Giuseppe, prima Via degli Asini e si vedono i pellegrini sostare e ristorarsi, magari attingendo acqua dalle Quattro Fontane, mai ricostruite nella forma originaria. Si conclude il percorso a Porta Nuova, nuova perché sostituì la vecchia Porta Siconis, occhio vigile all’esterno del Borgo.

Completa la passeggiata virtuale Gianni Capotorto, introdotto da Giambattista Creatore (Barcadoro Cartolibreria), con il suo notevole contributo di studi sul paese compendiato nell’opera "Rutigliano" (2005, collana Puglia in Tasca, Adda Editore). Corredato dalle fotografie di Nicola Amato, il libro vuole restituire un’immagine globale e viva del paese, un invito «ad approfondire il nostro essere cittadini di Rutigliano». Svela a termine dell’intervento l’imminente uscita di un altro compendio, "Rutigliano in festa", un viaggio in 365 giorni di riti e tradizioni popolari.

Chiudono l’incontro, dopo i saluti di Pietro Poli, presidente dell’Associazione Portanuova organizzatrice dell’evento, Pasquale Redavid (Gal Seb) e il sindaco Giuseppe Valenzano, colpito dal lavoro di Di Gioia e Lasorella e pronto a curare assieme all’amministrazione una pubblicazione storica sul centro storico, consapevole dell’enorme rilevanza di un’opera simile nel percorso di crescita ed educazione dei cittadini, soprattutto dei più piccoli.

 

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