DUE LETTERE (1860-62) DI GARIBALDI ESPOSTE DOMANI
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- Pubblicato Domenica, 26 Giugno 2011 10:53
- Scritto da La redazione
Sarà il vice presidente Vicario della Camera dei Deputati, On. Antonio Leone a concludere domenica 26 giugno a Rutigliano, dalle ore 18,30, nel cortile del Castello, la manifestazione-conferenza “Dal Risorgimento ad Aldo Moro”, in occasione dei 150 anni dell’Unificazione.
Ad organizzarla, con la conduzione della giornalista Carla Schiavo, il Centro Studi Partito Popolare Europeo, la Federazione Centro Studi “Aldo Moro e Renato Dell'Andro”, l’Associazione Nazionale Combattenti, il Grifone, il Quotidiano di Bari, l'Associazione Carabinieri Protezione Civile di Bari- Carbonara e con il patrocino della Regione e del Comune.
Interverranno l’avv. Tino Sorino sul tema “Patrioti di Rutigliano dalla Carboneria all’Unità”, Mimì Saffi, presidente dell’Associazione locale Combattenti, il prof. Vittorio Del Piano, docente all’Accademia di Belle Arti di Bari su “Risorgimento, immagini & parole per festeggiare anche artisti, creativi designer & bellezza”, Nicola Giampaolo, il prof. ing. Luigi Ferlicchia, presidente della Federazione Centro Studi “Aldo Moro e Renato Dell’Andro”, ex Assessore Regionale alla formazione professionale e risorse umane e Presidente dell’Associazione dei Consiglieri regionali, sul tema “Aldo Moro a compimento del Risorgimento”, il Vice Prefetto di Bari Antonella Bellomo su “Aldo Moro, ospite continuo della Prefettura di Bari”.
Novità della serata: l’esposizione, nel suggestivo cortile del Castello normanno, di due lettere originali di Giuseppe Garibaldi (archivio privato famiglia Longo) inviate al cav. Nicola Longo, illustre medico e patriota di Modugno, di cui una autografa, datata 6 agosto 1860, spedita da Messina durante lo sbarco dei Mille e l’altra del 13 giugno 1862, con la foto autentica dell’ “Eroe dei due mondi”.
Nella prima missiva, Garibaldi invitava le popolazioni del napoletano “ad evitare ulteriore spargimento di sangue e… a far l’Italia senza l’eccidio dei suoi figli….e con voi di servirla o di morire con essa” mentre nella seconda lettera incitava i patrioti a liberare Roma e Venezia ancora schiave.