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CINEMA. GESTIONE E DECLINO, UNA STORIA TUTTA DA SCRIVERE

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Parafrasando una famosa frase dei fratelli Lumière “il cinema è…senza futuro”! Chiuso definitivamente da ormai due anni, il cinema “L’Acquario” di Rutigliano potrebbe non riaprire mai più, anzi, potrebbe essere venduto e probabilmente destinato a qualcosa di totalmente diverso.

Eppure quello che molti non sanno è che proprio due anni fa è stata fondata un’associazione, “VisionArea”, nata con lo scopo di prendere in gestione il cinema. Cosa è accaduto allora? Perché il cinema è ancora chiuso?

Franco Larizza, uno dei fondatori di “VisionArea” dice che «le trattative sembravano avviate bene, ci fu un accordo preliminare, c’era la disponibilità della società proprietaria della struttura che però, in dirittura d’arrivo, non ritenne più opportuno affidarci in gestione la struttura», cosa confermata anche da uno dei soci proprietari del cinema, il quale ci dice che la maggioranza dei soci fu contraria all’affidamento di questa gestione.

I motivi però, non ci è dato saperli. Per lo meno non ancora perché alcune fonti, sulla questione “gestione del cinema L’Acquario”, affermano che ad un certo punto ad interessarsi a questo non fu solo la “VisionArea” ma sarebbe entrata in campo un’altra figura che, con la promessa di un contributo economico maggiore, avrebbe preso il posto della suddetta associazione.

Dove si trova la verità, dove cominciano le favole e soprattutto cosa ne sarà del cinema, sono risposte che hanno ancora bisogno di altre ricerche. Quello che resta però, è un cinema chiuso, una struttura che ben si è prestata e ancora si presta a contenitore culturale per la nostra città, ce lo conferma Franco Lamparelli che quasi commosso ci racconta della sua infanzia in quel cinema e di suo padre, Nicola Lamparelli, che dal 1963 lo ha gestito per venti anni e che riempiva una sala da circa settecento posti rispetto ai quattrocentoventisei attuali, chiudendo solo due giorni all’anno: il 2 novembre e il venerdì santo.

Ne sentono la mancanza le diverse associazioni presenti sul territorio che nel periodo invernale non hanno un luogo dove poter manifestare il frutto del loro lavoro, ne sentono la mancanza le scuole che non hanno un palco per le loro attività, i singoli che hanno apprezzato molto l’ultimo periodo di vita del cinema con le sue proposte di titoli scelti, in barba alla somministrazione forzata di titoli commerciali dei multisala e l’amministrazione stessa che è costretta ad ospitare la terza carica più importante del nostro Paese nella sala consigliare, che poco si è prestata ad un evento di tale portata.

Scopo di questa inchiesta però non sarà lo scandalo, ma far conoscere alla città il danno che potrebbe subire, sollecitare chi forse non si rende conto che, nonostante il potere di fare qualcosa in merito, sta lasciando che accada la definitiva scomparsa de "L'Acquario" come luogo di spettacolo, cinema e cultura.


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