Depuratore di Lizzano (TA), sequestro e ritiro facoltà d'uso
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- Pubblicato Mercoledì, 12 Marzo 2014 09:32
- Scritto da Ass. Attiva Lizzano
COMUNICATO STAMPA dell’11/03/2014
“Pertanto, la diffido dal rilasciare ulteriori dichiarazioni diffamatorie e lesive dell’immagine di AQP S.p.A."
Così esordiva il 14/09/2011 il Responsabile Unità Affari Legali dell’Acquedotto Pugliese Avv. Cecilia Greco inviando una diffida al Presidente dell’Associazione di Volontariato Attivalizzano perché l’associazione che quest’ultimo rappresenta aveva dichiarato sulla Gazzetta di Taranto del 13/09/2011 che “il depuratore consortile non funziona perfettamente… il fenomeno delle acque verdi-giallastre-marroni è dovuto alla proliferazione di microalghe contenute nelle acque reflue dello scarico ( è la causa principale dell’inquinamento ) del depuratore consortile. “ Dichiarazione, quest’ultima, fondata perché il risultato di prelievi e analisi effettuati da istituti accreditati e spesso in contrasto con quelli dell’ARPA Puglia a causa della diversa metodologia dei prelievi stessi.
E’ di oggi la notizia di alcuni quotidiani del ritiro della facoltà d’uso per il depuratore di Lizzano che serve anche i comuni di Fragagnano e San Marzano di S. Giuseppe da parte del Gip Vilma Gilli del Tribunale di Taranto a seguito del sequestro avvenuto il 18 febbraio scorso. La decisione del ritiro della facoltà d’uso adottata dal Gip è stata presa perché la Purà Depurazioni, società controllata da AQP, non avrebbe, infatti, adeguato l’impianto che scarica nel Canale Ostone, dopo i sigilli apposti dal Noe di Lecce, imponendo all’azienda di adeguare l’impianto entro tre giorni.
L’associazione Attivalizzano ricorda ancora una volta che la Purà Depurazioni scaricava nel Canale Ostone senza autorizzazione perché quest’ultima ritirata dalla Provincia di Taranto a causa dei continui sforamenti tabellari previsti dalla vigente normativa. Bene dice il Gip Gilli nel suo Decreto di sequestro che “la società non ha ritenuto investire alcun proprio consulente per confutare gli esiti delle analisi fornite da laboratori privati e dalla stessa ARPA Puglia e, ciononostante…si è arroccata in una rigorosa negazione della paternità del fenomeno, soprattutto, non ha attivato le procedure per chiedere ed ottenere il rilascipo delle prescritte autorizzazioni, perseverando nella propria attività in dispregio alle regole imposte dalla normativa vigente”.
L’Associazione Attivalizzano evidenzia come dal 2010, anno in cui la scrivente associazione ha evidenziato queste problematiche, a tutt’oggi, la Purà Depurazioni abbia continuato imperterrita a sversare i suoi reflui, spesso contaminati, nel Canale Ostone pur non avendo titoli a poterlo fare senza che alcuna istituzione bloccasse i contravventori. Ancora una volta assistiamo all’impotenza politica, a tutti i livelli, mentre la magistratura, ancora una volta, è chiamata a farsi carico della mancanza di assunzione di responsabilità della politica per la difesa dei cittadini.