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Col pelo si perde anche il vizio? Generalmente no

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segretar lega-vercelli-razzista


di Gianni Nicastro

In un momento in cui la Lega Nord è intenta a rifarsi il look, a perdere il “vizio” dell’antimeridionalismo e del razzismo, ecco che arriva uno dei suoi esponenti a ricordarne le origini, culturali e ideologiche. Ha fatto scalpore nei giorni scorsi, sui giornali di tutta Italia, carta stampata e web, la frase razzista “Marocchino di m…”, un insulto indirizzato all’operatore della Croce Rossa vercellese dal segretario della Lega Nord del comune di Vercelli.

Come si legge nelle cronache dei giorni scorsi, il giovane marocchino, paramedico autista del 118, si era recato su chiamata a casa di Giampiero Borzoni, segretario in questione, per soccorrere il di lui padre colto da malore.  “…quando si è presentato a casa del padre del segretario della Lega, infatti, si è sentito apostrofare dal figlio: "Marocchino di m… lascia stare la barella", e altre offese. «Voleva dirmi come fare perché lui è infermiere», ha spiegato l'autista ai carabinieri, che per evitare altri problemi è dovuto rimanere sulla porta di casa: nell’alloggio è potuto entrare solo il collega che ha portato a termine il soccorso”, si legge su repubblica.it di Torino.

“Secondo quanto denunciato dal giovane soccorritore
-si legge ancora nell’articolo di Carlo Rocci-, Borzoni avrebbe continuato la sua "performance" anche più tardi, alsegretar lega-vercelli-razzista-1 pronto soccorso. "Ha minacciato di farmi licenziare". Per questo alla fine il ragazzo ha deciso di presentare una denuncia. Dopo la quale Borzoni ora si scusa: "Avevo mio padre grave - dice - chiedo scusa per aver perso le staffe nella concitazione del momento. Sono frasi dette senza alcun intento razzista. Non c'è razzismo né nell'attività politica della Lega, né a livello personale: prova ne è che la sezione di Vercelli ha tesserati anche di provenienza nordafricana con cui siamo amici".

Dunque, frasi dette così, giusto per, nulla di discriminatorio e razzista. Insomma, a chi non è capitato di apostrofare “Marocchino di m…” un operatore sanitario nordafricano! Suvvia, capita a tutti, soprattutto quando si perdono le “staffe”.

Al di là dell’ironia, quello che è successo è grave, perché il rigurgito razzista è venuto a un segretario comunale di un partito che aspira a governare l’Italia e perché di prese di distanza da quegli insulti e da quell’atteggiamento non ne abbiamo riscontrate da nessuna parte o, perlomeno, a noi non risulta che Salvini premier, o qualsiasi altro esponente di caratura nazionale della Lega, abbia detto una parola sull’accaduto.

Forse l’unica presa di posizione è stata quella del segretario provinciale, Paolo Tiramani, che ha sostituito Borzoni alla segreteria della Lega di Vercelli. Riportiamo qui le dichiarazioni del neo segretario comunale che si leggono in un articolo pubblicato ieri su notiziaoggi.it: «Assumo l’interim della segreteria cittadina di Vercelli - conferma in un comunicato Tiramani -. Borzoni si è scusato, è stato un fatto privato. Come Lega ci battiamo contro il razzismo che purtroppo avviene sempre molto più spesso verso gli italiani ma non fa altrettanto notizia; riteniamo che le frasi attribuite alla persona di Gianpiero Borzoni siano state proferite in un momento di particolare stress, anche se non sono assolutamente giustificabili; abbiamo poi visto lo stesso Borzoni scusarsi con il soccorritore in modo chiaro e inequivocabile pubblicamente attraverso un comunicato stampa». «Nonostante le scuse di Borzoni - prosegue Tiramani - e’ in atto un vergognoso tentativo di strumentalizzazione di un fatto avvenuto in una casa privata, al di fuori di ogni terreno di attività politica, da parte di chi ormai ha fatto capire che intende la politica più come un “mercato delle vacche”».

Ora, anche qui la distanza marcata sulla vicenda non è netta, non è definitiva, tende alla contestualizzazione degli insulti: “un momento di particolare stress”, “è stato un fatto privato”, “avvenuto in una casa privata”.

In riferimento alle "frasi" ci permettiamo di far notare a Tiramani che non può dire “non sono assolutamente giustificabili” e allo stesso tempo giustificarle con la loro contestualizzazione, è contraddittorio. Poi, le cose dette in “privato”, in “casa privata” o sotto “stress”, generalmente sono quelle più vere, indicative del modo di pensare delle persone. Le prese di distanza dai comportamenti razzisti o sono chiare, decise, nette, senza se e senza ma, o non sono.



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