Rutigliano Protagonista e i “disastri” della giunta Romagno 2
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- Pubblicato Sabato, 05 Dicembre 2015 10:42
- Scritto da Gianni Nicastro
di Gianni Nicastro
Se si esclude la campagna elettorale delle regionali, quella di ieri sera è stata l’unica, vera, iniziativa politica di opposizione in diciotto mesi, dalle elezioni comunali ad oggi. La lista civica Di Lanfranco Di Gioia, Rutigliano Protagonista, ha riempito la sala “Mons. Di Donna”. Erano quasi tutti supporter, qualche cittadino, c’era Mario Gaio, Vittorio Giuliano e forse qualche altro ex consigliere comunale.
Poca presenza di rappresentanti politici. Si è affacciato, piuttosto defilato in fondo sala, il delegato metropolitano consigliere comunale del PD Giuseppe Valenzano, si sono visti il commissario di FI Giovanni Redavid ed alcuni esponenti del movimento “Rinascita Civica”.
Ovviamente non c’era nessuno della maggioranza e questa volta Roberto Romagno si è guardato bene dall’intervenire, a differenza della prima uscita della lista di Lanfranco. Mancava anche una persona importante, intorno alla quale si è costituita la coalizione che ha sfidato quella del sindaco allora uscente, mancava Minguccio Altieri, il candidato sindaco di “Vuoi vedere che Rutigliano...”.
Ha aperto l’incontro l’ex sindaco, ha preso subito spunto dai commenti di Rutiglianoonline che hanno ironizzato sull’iniziativa e sul fatto che si è ricostituito l’antico sodalizio: «Anche se si riformasse la coppia Di Gioia-Valentini sicuramente farebbe molto meglio di questa amministrazione» ha detto Lanfranco. E, comunque, «io ho un mestiere e non vivo di politica» ha aggiunto, intendendo che questa è una prerogativa di altri.
Poi ha affrontato la polemica del manifesto “Rutigliano allo sbando” non firmato, redarguendo che si è trattato di una particolare campagna pubblicitaria chiamata “Teaser”, basata sul lancio di slogan e immagini ad effetto, o accattivanti, che non svelano tutto per suscitare una aspettativa.
Per contro ci sono gli “Scoop” giornalistici, quello veri e quelli falsi. Ad esempio di uno scoop falso, Lanfranco ha fatto vedere, proiettato su un pannello, un servizio di una TV locale che annunciava in pompa magna l’inaugurazione del cantiere dell’allargamento della provinciale per Adelfia allestita dalla coalizione di Romagno in piena campagna elettorale, con Francesco Schittulli e Nuccio Altieri che mettevano la “prima pietra”.
Una farsa, perché i pendolari di quella strada l’allargamento lo stanno ancora oggi aspettando. E’ Grazie a questi falsi scoop, ha aggiunto il presentatore dell’incontro, che Roberto Romagno ha vinto le elezioni.
Dopo la lezione su strategie pubblicitarie e comunicazione politica, fatta con l’ausilio delle classiche slide esplicative proiettate, Di Gioia si è avviato alla conclusione del suo intervento introduttivo dicendo «che possiamo tornare in carreggiata solo se sul pullman salgono i cittadini» lasciando a terra chi non sa amministrare e ha fatto di Rutigliano un paese «allo sbando, malgovernato».
A questo punto Lanfranco ha dato la parola ai giovani del movimento, i quali hanno illustrato le “quattro tappe” del disastro dell’amministrazione Romagno bis.
L'illustrazione del disastro
Ha cominciato Alessandro Milillo, migrato nel movimento di Di Gioia dal NCD, con la prima tappa del disastro: la piscina comunale. E’ ancora chiusa nonostante un primo bando per la sua gestione, andato deserto, e le interrogazioni dell’opposizione.
Poi la tensostruttura inadeguata che ha fatto fuggire da Rutigliano una squadra di calcio a 5 che gioca ad alti livelli nazionali; l’agricoltura abbandonata a se stessa; i tributi comunali che, in quest’ultimo mese, si affollano di accertamenti, TASI e TARI con bollettino arrivato dopo la scadenza o quasi; il campo da tennis di via Lorenzo Favale nuovo di zecca e abbandonato all’invecchiamento del tempo.
La seconda tappa del disastro l’ha illustrata la giovane Maria Cannito (proveniente dalla lista Realtà Italia). Ha esordito dicendo che lei sarebbe andata avanti col ricorso elettorale per non ritrovarsi con i disastri, appunto, di questa amministrazione.
E passata, poi, al degrado del centro storico tra rifiuti abbandonati e parcheggio selvaggio. L’amministrazione comunale non si occupa dei problemi veri e pensa solo ai lavori sui corsi che fanno molta apparenza e corso Garibaldi è stato aperto -ha sostenuto la Cannito- proprio perché era in programma l’incontro di Rutigliano Protagonista, qui -col corso chiuso- l’amministrazione avrebbe fatto ancora più brutta figura.
I disagi dei lavori arrecati alla scuola “Settanni”. Qui Lanfranco ha interrotto la giovane per far ascoltare al pubblico la registrazione video dell’assordante rumore di un flessibile che taglia i mattoni davanti alla scuola di mattina e in pieno orario scolastico.
«Via Noicattaro è una strada di campagna, piena di buche eppure dovrebbe essere il biglietto da visita del nostro paese per chi viene dal comune vicino o da Bari» ha arringato la Cannito. A seguire la Torre Normanna che è ancora chiusa: «E’ stata un’associazione ad aprirla attraverso un accordo con i proprietari, come c’è riuscita?». Il museo archeologico che ancora non apre: «Romagno poco si interessa della storia e dell’archeologia». In conclusione, il progetto mini vigile fermo da due anni con la scusa della mancanza di fondi nonostante non ce ne vogliano tanti.
Appresso si è affacciata un’altra giovane, Doriana Ingravallo, anche lei migrata dal NCD, le è toccata la terza tappa del disastro. Comincia col parco urbano su via A. Moro inaugurato durante la campagna elettorale e abbandonato ai suoi problemi: insidie varie, a cominciare dagli spigolo dei profili zincati che perimetrano le aiuole.
E' passata poi al mercato coperto su cui l’amministrazione voleva fare prima la casa delle associazioni, poi un parcheggio, ancora appartamenti a vendere, ora un centro polifunzionale (un altro!). La Ingravallo di seguito ha arringato sul dog park, cavallo di battaglia dei romagnani durante la campagna elettorale. La giunta di allora lo ha deliberato rivelando contati con i proprietari degli ex campi di calcetto su via Dante e, come l’allargamento delle provinciale per adelfia, i cittadini lo stanno ancora aspettando lì o, meglio, altrove.
L’ultimo dei quattro giovani a relazionare sul quarto disastro è stato Matteo Giardinelli. Ha attaccato dall’interramento della ferrovia dicendo che Lanfranco Di Gioia si era impegnato nel ’99, poi non se ne è fatto più niente ed è arrivata l’elettrificazione «che il sindaco Romagno ha autorizzato» ponendo fine alle speranze dell’interramento.
Poi piazza Aristotele e i tanti soldi che si sono spesi quando ci sono ancore le case popolari, «dove ci abitano i cittadini», che versano in condizioni di degrado e sulle quali non c’è stato nessun intervento risanatore. Il parcheggio a pagamento, «Romagno lo ha fatto sparire» ha incalzato Antonelli, mentre serviva a regolare la viabilità nel centro urbano e anche a dare lavoro a quattro ausiliari.
Ci sono le promesse non mantenuta da Romagno: la partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa. Dove sono finiti i consigli comunali aperti che si sarebbero dovuti tenete ogni quattro mesi? Una delle tante promesse elettorali non mantenute. Disattesi anche quelli.
A questo punto dell’iniziativa Lanfranco ha dato la parola alla new entry Oronzo Valentini che subito ha chiesto alla platea di fare un applauso alle quattro giovani leve della politica per la loro esposizione dei disastri della giunta Romagno, e l’applauso è scrosciato.
I fatti raccontati qui stasera «devono essere per noi uno sprono a fare politica» ha argomentato subito Valentini. «Se non c’è partecipazione -ha aggiunto- arriva l’uomo solo al comando, riprendiamo in mano il nostro destino». Il consigliere che, nei confronti del sindaco, oggi all’opposizione ha assunto il ruolo che, dagli stessi banchi, aveva Vittorio Berardi nella passata consigliatura, attacca duro il capo dell’amministrazione sull’ARO, il Piano industriale dei rifiuti e l’indizione della gara d’appalto per la gestione unitaria.
Poi ha attaccato sulla lama ricordando che a luglio del 2014 Romagno ha detto sì allo spostamento dello scarico dei reflui dal vallone Guidotti a Cicco Severini nonostante avesse avuto mandato, dal consiglio comunale, di portare lo scarico a ridosso del comune di Noicattaro, evitando completamento il territorio di Rutigliano.
Ancora attacco sul Piano di Installazione delle antenne approvato dopo che un gestore ne aveva piazzata una su un terrazzo privato a due passi dal comune, cosa che non doveva succedere. Infine ci sono famiglie a Rutigliano «che a malapena riescono a mettere insieme pranzo e cena -ha detto Valentini- e l’amministrazione impegna 61.000 euro per la Notte Bianca, le luci e gli alberi di Natale». E qui, Oronzo, lancia il guanto di sfida: «Se ha il coraggio, il sindaco facesse una manifestazione e smentisse le cose dette qui stasera».
Con questa sfida si è sostanzialmente chiusa la serata.
Ora, su tutte le questioni sollevate la critica ci sta, ed è giusto che, su queste cose, una forza di opposizione faccia la sua battaglia politica. Delle questioni sollevate, però, ce ne sono perlomeno tre che avrebbero necessitato un approfondimento sulle responsabilità politiche, che non sono solo riferibili all’amministrazione Romagno-Valenzano, ma anche a alle amministrazioni Di Gioia-Valentini: l’interramento della ferrovia, la piscina comunale e lama san Giorgio. Ma, stranamente, ieri sera non c’è stato nessun dibattito, non è stata data la parola anche al pubblico, che ha potuto solo ascoltare.
Mi sarebbe piaciuto chiedere a Di Gioia e Valentini che fine ha fatto la coalizione, perché è stato sciolto il movimento “Vuoi vedere che Rutigliano”. Mi sarebbe piaciuto sondare, con loro, il motivo dell’assenza di Minguccio Altieri; con Valentini approfondire le motivazioni del distacco più da Michele Martire che dal NCD. Se ci fosse stata questa interlocuzione ieri sera avrebbe fatto capolino quella partecipazione dei cittadini alla vita politica -e al confronto politico- tanto invocata quando, invece, si tratta di criticare Roberto Romagno e la sua amministrazione.