Difendiamo il nostro mare dalle multinazionali petrolifere
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- Pubblicato Mercoledì, 17 Giugno 2015 09:12
- Scritto da GD Puglia
I GD Puglia ribadiscono il loro no alle trivellazioni petrolifere
Difendiamo il nostro mare dalle multinazionali petrolifere
I Giovani Democratici di Puglia ribadiscono nuovamente il loro chiaro e secco no a qualsiasi ipotesi di trivellazioni petrolifere a largo delle coste pugliesi. Un no messo nero su bianco con un Ordine del Giorno portato fino all’ultimo congresso nazionale e approvato all’unanimità. Un no che abbiamo urlato, manifestando a Monopoli e a Manfredonia, nelle grandi manifestazioni promosse negli anni passati. Un no ribadito in ogni sede istituzionale che ci vede impegnati.
In una regione che ha fatto del turismo un importante vettore di crescita e sviluppo del proprio territorio, salvaguardando tradizioni e cultura, paesaggi e beni architettonici, è oggigiorno anacronistico parlare di fonti fossili,considerando, altresì, che la Puglia ha fortemente investito sulle energie rinnovabili producendo ben oltre i limiti del proprio fabbisogno energetico.
Pensiamo che puntare sulla ricerca di petrolio nel nostro mare, oltre ad essere sbagliata da un punto di vista ambientale, sia profondamente errato da un punto di vista legato allo sviluppo economico sostenibile del territorio pugliese.
Un territorio, il nostro, da sempre apprezzato per le sue peculiarità ambientali e paesaggistiche, anche al di fuori dei confini regionali, che verrebbe profondamente compromesso dalla installazione di piattaforme petrolifere.
Diciamo no alla petrolizzazione dei nostri mari.
In una epoca storica nella quale le logiche del business prevalgono su tutto, noi chiediamo alle istituzioni di non chinare il capo di fronte ai poteri forti e di non piegarsi agli interessi di qualche multinazionale. Non si tratta, solo, di proteggere oggi la salute dei cittadini; si tratta, in realtà, di proteggerla da scelte che impegnerebbero le generazioni future senza un loro effettivo coinvolgimento.
Governare i fenomeni politici, rappresentare gli interessi dei cittadini nelle istituzioni, mai come in questa fase significa pensare alle generazioni che verranno.
Che tipo di Puglia vogliamo consegnargli?
Corsa all’oro nero? No, grazie. Il bacino petrolifero dell’Adriatico, per la parte italiana, ammonta a 9,778 milioni di tonnellate. Sembra una cifra immane ma, stando ai dati sui consumi nazionali di Assomineraria (59 milioni di tonnellate nel 2013), sarebbe sufficiente a risolvere il nostro fabbisogno petrolifero per sole 8 settimane, mentre la moltiplicazione delle estrazioni off-shore aumenterebbe ancora di più il rischio di inquinamento da idrocarburi. Il Mar Adriatico è estremamente fragile per le sue caratteristiche di “mare chiuso” che definiscono un ecosistema molto importante e già messo a rischio. La fragilità del suo equilibrio ecologico è peggiorata dalla scarsa profondità e dal modesto ricambio delle acque. Per questo, un eventuale sversamento di petrolio deve fare i conti con la scarsissima possibilità di dispersione, con conseguente inquinamento delle coste e dell’ecosistema marino. Senza considerare l’impatto che queste attività possono avere anche sulla pesca, fino ad arrivare ad una diminuzione del pescato anche del 50% intorno ad una sorgente sonora che utilizza airgun, la tecnica geofisica di rilevazione di giacimenti nel sottofondo marino.
Il neogovernatore pugliese Michele Emiliano ha affermato a chiare lettere che la corsa all’oro nero non deve passare per l’Adriatico. Ha, inoltre, dichiarato che la difesa dell’ambiente passa attraverso il principio di autodeterminazione dei popoli rispetto all’utilizzo delle risorse che la natura regala loro. E’ una questione identitaria, continua Emiliano, che tutti i pugliesi hanno nel proprio DNA: il mare, l’aria pulita, la bellezza del paesaggio.
Invitiamo quindi tutti i rappresentanti istituzionali e tutti i dirigenti di partito a far sentire la loro voce con azioni concrete che possano realmente contrastare le trivellazioni a largo delle coste pugliesi. Noi non mancheremo di far sentire la nostra voce.