Gestione rifiuti ARO 7, piano industriale e aumento dei costi
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- Pubblicato Mercoledì, 06 Maggio 2015 19:11
- Scritto da Gianni Nicastro
di Gianni Nicastro
Domani il consiglio comunale discuterà su una serie di atti che riguardano la gestione unitaria dei rifiuti e dell’igiene urbana tra i sei comuni che compongono l’ARO 7/BA (ARO sta per Ambito di Raccolta Ottimale), che sono Rutigliano, Noicattaro, Cellamare, Triggiano, Capurso e Valenzano (la provincia di Bari è stata suddivisa in otto ARO).
Siamo, dunque, di fronte ad atti importanti che consegneranno la gestione dei rifiuti in mano ad un unico appaltatore in sei comuni (111.027 abitanti, un’estensione territoriale di 150 km²) e non ci sembra che su questo argomento ci sia stata a Rutigliano una qualche discussione tra le forze politiche presenti in consiglio comunale e in generale.
I costi del Piano Industriale
Proviamo qui a capire di cosa stiamo parlando in relazione soprattutto ai costi che il Piano industriale ha previsto per ogni comune. Il “Quadro economico dei nuovi servizi-Comune di Rutigliano” prevede un “Costo ciclo integrato” di 3.076.492 €/anno che comprende 409.000 euro di smaltimento e recupero (discarica e conferimento organico), costo che, insieme ai costi amministrativi (144-200.000), sarà il futuro imponibile TARI.
In realtà il costo vivo del nuovo appalto, cioè “l’importo a base d’asta”, Iva esclusa, è di 2.424.943 euro a fronte di un costo contrattuale che, attualmente, è di 1.496.000 euro più gli aumenti annuali dei prezzi su base ISTAT che ammontano -in tre anni (2012-2014)- a circa 35.000 euro. Il costo complessivo dell’appalto (raccolta rifiuti+igiene urbana) che il comune di Rutigliano paga alla ditta Gassi-Esposito attualmente è di 1.531.000 euro. Il Piano industriale dell’ARO 7, che è all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale, aumenta, dunque, di 893.943 euro il costo di una gestione dei rifiuti che sarà identica a quella attuale perché prevede gli stessi servizi se si escludono due irrisorie voci in più inserite nel quadro economico.
Anche se si considera il “benefit” che l’appaltatore attuale introita per il minor conferimento dei rifiuti in discarica, 470.000 euro con Iva nel 2014, si arriva a un costo totale della gestione attuale di 2.001.000 di euro, anche qui il costo ARO 7 per Rutigliano risulta di 423.943 euro in più. E’ chiaro che il benefit non c’entri nulla con l’importo a base d’asta perché non è un costo obbligato, non corrisponde a nessun servizio; è una premialità che, nel suo importo, deriva da un meccanismo di calcolo frutto di una deliberata scelta politica di chi ha allestito gli atti di gara nel 2011 a Rutigliano. I parametri che dovrebbero essere presi in considerazione per valutare il costo attuale e il costo futuro, sono gli importi messi a base di gara nel 2011 a Rutigliano, nel 2015 dall’ARO 7/BA, rispettivamente 1.500.000 e 2.424.943 euro.
Le voci che lievitano il costo
Nella tabella del quadro economico del Piano industriale ci sono tre voci in più rispetto all’attuale gestione. Si tratta della “raccolta esumazioni estumulazioni" che ammonta a 5.899 €/anno, poi c’è un “ammortamento mezzi ARO” dal costo di 18.406 €/anno che non si capisce cosa sia dal momento che i mezzi presenti a Rutigliano sono tutti di proprietà della ditta appaltatrice. Infine c’è un “lavaggio cassonetti” dal considerevole costo di 71.710 €/anno, una voce che desta non poche perplessità perché, è noto, a Rutigliano da quattro anni non ci sono più cassonetti stradali, ci sono solo una cinquantina di campane per la raccolta del vetro che non giustificano un simile costo.
Ma le voce che fanno lievitare il costo del nuovo appalto sono quelle non “industriali”: € 155.259 di “Spese Generali” che equivalgono all’8% del “Totale costo industriale”, € 190.599 di “Costi indiretti - Direzione tecnica” e 115.473 di “utili”. Si tratta di complessivi 461.000 €/anno, il 19% del costo dell’appalto, che sostanzialmente fanno la differenza tra il nuovo e l’appalto in corso. C’è da dire che queste tre voci l’attuale appaltatore le ha racchiuse in un’unica voce che non supera il 10% del costo dell’appalto.
Queste sono le osservazioni più importanti ad una prima e veloce lettura della parte economica della nuova gestione prefigurata dal Piano industriale, poi ci sono alcune considerazioni di carattere generale.
Non siamo già comune più ricilone di Puglia?
L’impressione che abbiamo è che chi ha fatto il progetto in discussione nel consiglio comunale di domani non abbia tenuto conto di un fatto importante, che Rutigliano, insieme a Cellamare e Triggiano, è un comune in cui già da quattro anni si pratica la raccolta differenziata porta a porta su tutto il territorio e già oggi produce una percentuale di differenziazione molto al di sopra degli “Obiettivi” minimi di “recupero da rifiuti urbani” fissati nell’art. 20 del Capitolato Speciale d’Appalto (CSA), che sono: 1° anno 55%, 2° anno 65%.
Rutigliano è stato premiato nel 2015 come comune più riciclone di Puglia con il 79,8%, il minimo per Rutigliano dovrebbe essere questo, invece nel “Computo metrico” allegato agli atti del Piano industriale è scritto che, “In particolare, è previsto il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata ed avvio al recupero di rifiuti solidi urbani ex art.205 del D.Lgs. n.152/2006 e ss.mm.ii. (65% di raccolta differenziata)". L’appaltatore, dunque, potrebbe portare la raccolta differenziata a Rutigliano del’80 al 65% senza pagare nessuna penalità, infatti, all’art. 51 del CSA (“penalità e premialità”) è scritto che per il “mancato raggiungimento degli obiettivi minimi di raccolta differenziata di cui all’Articolo 20” all’impresa aggiudicataria sarà caricato il costo al “50% dei maggiori oneri di smaltimento rispetto a quelli previsti dagli obiettivi minimi”. Le penalità, dunque, scatterebbero sotto la soglia del 65% di differenziata.
E’ incredibile che l’ARO non abbia tenuto conto dei comuni che differenziano dal 70 all’80%, non abbia riportato queste percentuali come “minimo” nel CSA in modo da fissare i risultati raggiunti per evitare che il nuovo appaltatore faccia meno di quello attuale.
Più vantaggi col vecchio, che col nuovo
All’ art 7 del CSA (“Durata del contratto di appalto e disposizioni per la sua scadenza”) c’è una tabella con le varie scadenze delle gestioni in itinere, quella di Rutigliano è al 31 ottobre del 2020, questo significa che la ditta Gassi-Esposito porterà a termine il suo contratto di servizio, che è di 9 anni, nonostante il contratto sia stato firmato con la clausola della sua scadenza anticipata, senza oneri per il comune, al momento dell’entrata in vigore della nuova gestione unitaria. Questo perché “i suddetti Comuni -è scritto nell’art 7- potranno procedere alla risoluzione anticipata dei contratti in essere, sempreché detta risoluzione sia valutata vantaggiosa per l’Ente sotto il profilo della rispondenza agli obiettivi di qualità di cui alla legge regionale, nonché con riferimento ai costi dei servizi”. Dal momento che Rutigliano, Cellamare e Triggiano vedranno concludersi nei tempi contrattuali le loro correnti gestioni dei rifiuti significa che le ritengono più economicamente vantaggiose, significa che non hanno optato, pur potendo, per la loro “risoluzione anticipata”.
Solo a Capurso, Noicattaro, e Valenzano la gestione unitaria, secondo quell’articolo, partirà dall’1 luglio 2015, e non è un caso. Questi sono i comuni dove vige ancora il vecchio sistema del cassonetto stradale e le percentuali di raccolta differenziata vanno da meno del 20% di Capurso, all’ 8,62% di Noicattaro, al 6,59% di Valenzano.
Insomma, sugli atti che si discuteranno domani in consiglio comunale avrebbe dovuto esserci una discussione, un confronto nel paese perché la loro approvazione, così come sono proposti, avrà conseguenze che già possiamo presagire per quanto riguarda l’aumento dei costi, ma che ci sfuggono circa la qualità del futuro servizio.