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Lo scenario elettorale a poco più di due mesi dalle amministrative

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di Gianni Nicastro


Partiamo dal centrosinistra registrando una rottura che si è consumata mercoledì scorso, ma che viene da lontano, quella con la lista Arcobaleno o, meglio, tra Pinuccio Valenzano, suo indiscusso leader, e il resto della coalizione nella quale è stato fino a ieri. Il motivo della rottura è la non accettazione della sua candidatura a sindaco. Sì perché, Pinuccio Valenzano, è il locale “unto del signore”. Da dove gli deriva questa santa unzione elettorale? Dalle amministrative del 2009 e dalle regionali dell’anno successivo, due momenti di grande -sua- performance: 388 preferenze al comune e 1.889 alla regione. Nella lista Arcobaleno al comune (lista da 892 voti), ne “La Puglia per Vendola” alla regione.

Da allora sono passati cinque e quattro anni, ma Pinuccio è convinto che quel bel pacchetto di preferenze sia ancora lì, intatto, pronto per essere spostato ovunque lui vada. Può darsi che sia così, ma può anche darsi di no, perché -come al solito- ci si dimentica sempre dell’ “oste”. E l’oste è la scarsa efficacia di Pinuccio Valenzano come oppositore in questi cinque anni di centrodestra targato Roberto Romagno, anni nei quali, al di là di interrogazioni e interpellanze che hanno mosso solo l’aria, non si sono notati particolari voli pindarici nella battaglia politica in qualità di oppositore.

Però lui è da cinque anni che si sente il candidato sindaco naturale del centrosinistra, non lo ha mai nascosto e in questo ultimo mese ha proprio puntato i piedi fino a farsi spacciare, da un suo emissario, sul penultimo tavolo del centrosinistra, come candidato condiviso da Nuova Frontiera e MAR. Cosa che ha suscitato l’ira di Franco Delliturri e Vito Antonicelli, i quali, con una certa decisione, hanno redarguito e preso le distanze da quella “condivisione”.

A sponsorizzare la sua candidatura nel centrosinistra era rimasta, dunque, solo la fida associazione/lista civica. Questo sgarbo ha mandato su tutte le furie il vendoliano Pinuccio e l’altro ieri non si è presentato. Ieri sera siamo andati a trovarlo in associazione per una intervista e, per l’ennesima volta, non l’ha voluta fare, non è ancora pronto e non sappiamo se lo sarà mai. Ci ha solo confermato la sua assenza all'incontro di mercoledì passato, non ci ha voluto dire se sabato prossimo siederà ancora al tavolo del centrosinistra. L’unica cosa che ci ha detto è che lui e la sua lista sono, per il momento, in stand by.

Che stia fermo c’è poco da crederci, perché è notorio che Pinuccio sia in contatto con Matteo Colamussi e FI, un dialogo già avviato da tempo e mai del tutto interrotto. Ora questa rottura con il centrosinistra potrebbe spingerlo definitivamente verso il lido di FI, ma sempre con l’intenzione di essere lui il candidato sindaco, perché questa è la bussola di Pinuccio e Arcobaleno. Insomma, le coalizioni -o gli alleati-  devono prendersi tutto il pacchetto, lista e candidato, altrimenti niente da fare.

Il centrosinistra
Mercoledì sera è successo qualcosa. Sono state ritirate tutte le candidature che erano sul tavolo da una decina di giorni e si è deciso di puntare su un unico candidato da portare alla discussione sabato prossimo, cioè domani, giorno in cui si è aggiornato il tavolo. Insomma domani, 8 marzo 2014, Festa della Donna, il popolo elettore progressista, di sinistra e di centro, forse saprà quale sarà il nome del candidato, o della candidata, sindaco su cui apporre la croce nella cabina elettorale il 25 e 26 maggio prossimo.
All’incontro di mercoledì hanno partecipato il PD, Risvegli, SEL, MAR, Il Paese che Vogliamo e la new entry Rutigliano 2.0 con Luigi Florio. I Socialisti erano assenti (ma questo potrebbe non significare nulla), assente anche Nuova Frontiera e, come già detto, Arcobaleno.

Nuova Frontiera
Questa il candidato sindaco ce l’ha, è noto, si chiama Vito Antonicelli, un cavallo di “razza”. E’ una lista civica con lo sguardo rivolto al centrosinistra e il pensiero che, ogni tanto, si distrae verso il NCD di Oronzo Valentini e Francesco Divella. Ha partecipato al primo incontro del centrosinistra, poi se ne è estraniata e ora è in una posizione attendista. Disponibile al confronto con tutti, a discutere anche di altri candidati sindaco mettendo in gioco il proprio nel caso di una candidatura unitaria, altra, del centrosinistra. Ma non disdegna di spostarsi altrove, magari anche nella risicata coalizione che Di Gioia e Valentini stanno cercando di allestire, ma, in questo caso, la condizione che pongono i supporter di Antonicelli è che il candidato sia lo stesso Antonicelli; non può essere nessun altro, men che meno il decennale Lanfranco Di Gioia, pena la rottura o lo sciogliemento della lista. Dove, alla fine, si posizionerà Nuova Frontiera è probabile che lo si sappia domenica mattina, dopo l’incontro di domani del centrosinistra.

Il centrodestra
La coalizione che ha retto per quindici anni, più per inerzia e attaccamento al “potere” che per affinità politiche, è alle corde. Spaccata in modo verticale con NCD e Rutigliano Protagonista, senza ancora un candidato sindaco ufficiale, da un lato, e FI, I Moderati e Impegno per Rutigliano dall’altro con la ricandidatura, sempre più traballante, di Roberto Romagno. Le dieci liste del 2009 sono un lontano ricordo, un sogno sbiadito. Oggi ne sono rimaste solo quattro e pure divise. Insomma, il centrodestra complessivamente considerato questa volta gioca una partita senza portiere di fronte a un avversario che sta per battere un rigore. Ce la farà il centrosinistra a segnare? Segnare a porta vuota non è difficile, ma sappiamo che per il PD nulla è impossibile.

Il candidato 12 liste
Non possiamo dimenticarci dell’aspetto folkloristico di questo scenario elettorale. Al di là di altre potenziali liste che si intravedono all’orizzonte (Città Futura e M5S), ci sono dodici simboli appiccicati ai muri del paese con un candidato sindaco, Nicola Giampaolo, quello della storica frase “202 volte grazie”. Sì perché questo personaggio si è già candidato sindaco nel 1995, sostenuto dalla lista “Grifone” prese proprio 202 voti. Cinque anni in consiglio comunale, dal ’99 al 2004, fervente sostenitore della prima amministrazione Di Gioia, ha partecipato pure lui all’epopea del polo logistico Ferri, dell’interporto più grande d’Europa con cui si è preso letteralmente per i fondelli l’intera città di Rutigliano, città alla quale furono promessi 2000 posti di lavoro, ovviamente mai visti. Sappiamo tutti come è andata a finire, il modo indegno in cui è finita quell’epopea.
Ora il personaggio ci riprova a candidarsi sindaco sciorinando dodici simboli dietro cui sembrerebbe non ci sia nulla. Ma, anche qui, staremo a vedere.



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