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Oronzo Valentini e Lanfranco Di Gioia, orfani di inciucio

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valentini-digioia


di Gianni Nicastro

Sono settimane che rincorriamo Oronzo Valentini per una intervista sulla situazione politica nel centrodestra a Rutigliano. Ci ha rimandati più volte con l’impegno di farla, ma, qualche giorno dopo l’ultimo consiglio comunale, all’ennesima richiesta, il capogruppo consiliare del NCD ci ha risposto con un diniego. «Non rilascio interviste» ci ha detto, «Ne rilascerò solo una, ma a Rutiglianoweb» ha poi aggiunto. Noi ci siamo girati e, mesti, ce ne siamo andati. Siamo però in attesa di un’intervista a Lanfranco Di Gioia. Nel frattempo che i leader del NCD si decidano a far saper ai cittadini cosa bolle in pentola alle loro latitudini, noi un’occhiata al “menù” l’abbiamo comunque data.

La coalizione che ha portato Roberto Romagno sullo scranno più alto del comune è in difficoltà, nel senso che ci sono solo due forze politiche (FI e  Moderati) che, ad oggi, hanno pubblicamente dichiarato di volerlo ricandidare. Il NCD no, non ha ancora deciso. Ha tentato la carta dello sparigliamento del quadro politico allestendo un tavolo trasversale con le forze di opposizione e l’intenzione di imbarcare una alleanza, in modo particolare, con il PD. Ci sono stati incontri, di cui abbiamo dato conto a gennaio scorso, più o meno ufficiali, svolti a casa di Mimmo Gigante. L’ultimo di questi incontri è avvenuto domenica mattina 2 febbraio scorso, sempre presso la villa del consigliere del "Paese che Vogliamo". Incontri ai quali, del NCD, hanno partecipato Oronzo Valentini e Lanfranco Di Gioia.

Ora, qual è il problema per gli ex FLI, perché non sciolgono la riserva sulla ricandidatura di Romagno?
Il problema è semplice: il timore di perdere, questa volta, le elezioni amministrative. Valentini a Romagno, il 28 gennaio scorso, in un incontro di maggioranza voluto dallo stesso sindaco, i conti glieli ha fatti: abbiamo perso in cinque anni questa lista, quella e qell'altra; tu così non vinci e noi non vogliamo perdere. Questo sarà stato, più o meno, il tono dell'arringa valentiniana. Il timore è, quindi, quello di non farcela, un timore che è all'origine della fibrillazione del NCD perchè Valentini e Di Gioia non sono personaggi da opposizione, l’opposizione nenche saprebbero farla.

Loro sono “governativi”, sono abituati a stare nella stanza dei bottoni, ci sono dentro da quindici anni. L’idea di sedere nei banchi della minoranza li manda in crisi, anche perché, per alcune categorie di politici, la politica è buona quando si amministra direttamente, dalla giunta o dai banchi della maggioranza.

Se fosse in gioco la politica vera, quella che si fa sulla base delle idee, sulla base di un progetto di città, di un programma amministrativo, sulla base dell’interesse squisitamente pubblico, non spaventerebbe l’idea che, a un certo punto della propria storia politica, può capitare di non farcela a vincere.
Qui, invece, abbiamo l’impressione che le idee, le ideologie, gli schieramenti, il passato e il presente, non contino. Quello che conta è vincere, fare in modo di cadere sempre in piedi e, per questo, si è capaci di sconvolgere un quadro politico che ha tenuto banco, per inclinazione naturale, quindici anni. Non riusciamo a spiegare diversamente il tentativo di tessere, in grande segreto, una alleanza anomala tra NCD e PD o altre forze del centrosinistra. Perché il tentativo, questo è innegabile, c’è stato.

Per quel che riguarda il PD, pare che la bussola sia tornata a funzionare secondo i canonici punti cardinali, il vascello democratico sembra viaggiare in acque affini. L’incontro di ieri del centrosinistra allargato, per quanto ancora interlocutorio, ha segnato un timido passo avanti. Questo tavolo è stato aggiornato a mercoledì prossimo e, per quel che siamo riusciti a sapere, si comincerà a discutere di candidato, o candidati, sindaco.

Il NCD, invece, si è riunito solitario in una sede, o villa, che non conosciamo, due giorni fa, per decidere se sciogliere o no la riserva su Romagno. Abbiamo saputo che la riserva non è stata ancora sciolta. Valentini e Di Gioia non sanno ancora a quale santo votarsi e, soprattutto, in quale area accasarsi. E' stato lo stesso Roberto Romagno, al ritorno da Berlino, ha chiedere a gran voce al NCD di riunirsi e decidere, una buona volta, se sottoscrivere o no la sua ricandidatura. Quello che sappiamo è che, ad oggi, Valentini e Di Gioia, appunto, non hanno ancora deciso.

Certo è che, quandanche il centrodestra si ricompatti, quello che è successo, il ritenere Roberto Romagno un “cavallo” ormai alle corde, senza appeal elettorale, lascerà un segno in un’area politica già segnata dalla ruggine storica con Forza Italia e il suo locale, indiscusso, leader (Matteo Colamussi).


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