Domani le primarie PD, intervista a Francesco Tarulli
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- Pubblicato Sabato, 07 Dicembre 2013 13:26
- Scritto da Rosalba Lasorella
di Rosalba Lasorella
La sala consiliare di Rutigliano si aprirà domani, dalle 8 alle 20, ai cittadini che vorranno votare per l’elezione del nuovo Segretario del Partito Democratico. Potranno partecipare tutti coloro che hanno compiuto il sedicesimo anno di età, esibendo carta d’identità e tessera elettorale. È richiesto un contributo di 2 euro per ciascun elettore, ma parte dei fondi raccolti saranno devoluti dal PD rutiglianese al progetto “Emergenza Sardegna” promosso dalla Caritas.
Delle primarie abbiamo discusso con Francesco Tarulli, segretario del circolo del Partito Democratico di Rutigliano, a cui abbiamo rivolto alcune domande con l’intento di fare chiarezza sul sistema delle primarie e sulla partecipazione locale.
Cominciamo innanzitutto dal tuo ruolo. Poco tempo fa abbiamo dato la notizia della tua riconferma a segretario del circolo di Rutigliano. Esattamente in cosa consiste?
«Io sono il segretario del Partito Democratico di Rutigliano e sono, quindi, il rappresentante sul territorio di un partito politico che, ovviamente, ha la sua rappresentanza anche a livello provinciale e soprattutto nazionale. Rappresento tutti gli iscritti e tutti coloro che si identificano sotto questo simbolo e in un’area che è quella del centro-sinistra. Date le ultime elezioni, siamo il primo partito di centro-sinistra sul territorio e, quindi, sentiamo tutti una grande responsabilità. Il mio ruolo, infatti, non è un ruolo da tutto-fare, da persona al comando, ma è un ruolo che necessita di condividere le posizioni con gli iscritti, con i consiglieri comunali e con la cittadinanza, che è il primo strumento verso cui riuscire ad indirizzare delle politiche che possano migliorare in qualche modo il nostro paese. Il nostro partito in questo momento è all’opposizione, si è presentato per la prima volta nel panorama rutiglianese in occasione delle ultime elezioni amministrative, ma il centro-sinistra a Rutigliano, da quasi 14 anni, è all’opposizione. Ha bisogno, quindi, di programmare un lavoro per il futuro per cercare di cambiare finalmente le cose dal punto di vista politico».
Si vota domani per le primarie. Tu voti perché? E perché dovrebbero farlo gli altri?
«Io voto perché penso che sia sempre più importante poter scegliere che farlo fare agli altri e, soprattutto, voto perché in un momento nel quale, nello scenario politico italiano, ci sono partiti padronali, legati a decisioni che prendono solo poche persone, io sento di votare per l’unico partito che si è messo in discussione nonostante gli errori commessi. Appena l’anno scorso il Partito Democratico, insieme a SEL, faceva le primarie per il premier del centro-sinistra. Sappiamo tutti come è andata, Bersani non è riuscito a dare quell’input necessario per una vittoria consistente e, quindi, da lì sono nati degli strappi e sono stati fatti degli errori che hanno toccato i militanti del Partito Democratico e, ahimè, hanno scoraggiato i cittadini che non riescono più ad avere esempi positivi dalla politica. L’unico modo, in questo momento, per riuscire a dare forza ad un partito che possa dettare l’agenda politica è sfruttare questa occasione di partecipazione democratica. Dare la possibilità ai cittadini di intervenire nelle scelte di un partito per me rappresenta un fatto importante ed è l’unica cosa che può risollevare questa situazione, una situazione in cui c’è molta sfiducia tra i giovani e tra chi fino a poco tempo fa dava l’esempio».
In questi giorni si parla di primarie anche per la Lega Nord. Lì, un altro Matteo, Matteo Salvini, ha recentemente dichiarato: “Le nostre primarie sono serie, non come quelle del PD. Da noi il segretario lo scelgono i militanti. E sono gratuite”. Come risponderesti?
«La Lega Nord rappresenta il 3% dell’elettorato italiano, mentre il PD si aggira intorno al 30%. L’idea di dare la possibilità di scelta solo ai militanti è stata molto discussa nella composizione delle regole di queste primarie. Il problema sta nel messaggio finale che si vuole dare, una speranza probabilmente legata al voler uscire fuori dal partito per allargarsi all’esterno. Stare chiusi nei circoli, come abbiamo visto, far prendere le decisioni solo a chi in maniera convinta e con passione fa vivere un partito non basta, perché i problemi poi riguardano soprattutto chi è all’esterno e chi vive in maniera concreta delle esigenze. Anche l’aspetto della gratuità ha visto una grande discussione, ma credo che sia un fatto superabile. I due euro sono utilizzati esclusivamente per l’allestimento dei seggi e per il materiale cartaceo impiegato in un processo democratico che comunque riguarderà, nella peggiore delle ipotesi, 1 milione di persone. I circoli si stanno impegnando a devolvere in beneficenza i contributi che riceveranno: il nostro, ad esempio, li devolveranno in maniera consistente al progetto “Emergenza Sardegna” della Caritas. Ovviamente non è questo il motivo per cui un cittadino deve andare a votare alle primarie. Il messaggio è quello, in un momento in cui anche i circoli vivono il problema del reperimento dei fondi (che spesso, bisogna ammetterlo, si fermano a metà strada), di superare il limite della gratuità e di votare per dei candidati che espressamente si sono impegnati perché in futuro si possa pensare a delle primarie aperte senza un contributo economico necessario».
Il Partito Democratico di Rutigliano sostiene un candidato in particolare?
«C’è stata una discussione in occasione della convenzione di circolo, nella quale gli iscritti, fino al 10 novembre, si sono potuti esprimere. Attraverso questa votazione si è andati alla formazione di un’Assemblea Nazionale, che ha eliminato il candidato con meno preferenze e con meno delegati presenti. Qui a Rutigliano, a livello di convenzione di circolo, su 45 voti ha avuto 25 voti Renzi, 17 Civati e 3 Cuperlo. Posso dire, quindi, che Rutigliano è un circolo che ha espresso le proprie preferenze verso i due candidati che si presentano come elementi di rottura e di discontinuità con la classe dirigente che, fino a questo momento, ha comandato il partito».
Avete fatto delle previsioni?
«Le previsioni al momento vedono in vantaggio, sia a livello nazionale sia a livello di circolo, Renzi, ma la partita non è del tutto chiusa, anche perché abbiamo visto in queste settimane che quando si comincia a parlare di temi che riguardano il rinnovamento del partito si riescono a spostare degli equilibri importanti. Io vedo che in questo momento un candidato come Civati, essendo arrivato terzo ed avendo avuto una percentuale tra gli iscritti del 9,5%, non ha nulla da perdere e ha tutta la possibilità di andare contro Cuperlo e Renzi, che raccoglie più sostegno tra i parlamentari e tra quello che è il vero establishment del Partito Democratico».
Quanto la scelta di uno di questi tre candidati influenzerà il lavoro del circolo PD rutiglianese, anche in vista delle future amministrative? «Qualsiasi candidato segretario vinca, l’importante è cominciare dal 9 dicembre un lavoro che si fondi su temi importanti come il rinnovamento della classe dirigente, la lotta alla povertà e alle disuguaglianze. Il circolo di Rutigliano, a partire dal singolo elettore che magari non avrà come segretario il proprio candidato preferito, sa che l’importante è intraprendere un percorso serio che vada alla ricerca all’esterno di nuova fiducia nei confronti dalla politica, che come vediamo parte innanzitutto a livello locale».