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Suolo cimiteriale A4, il funzionario nega l’accesso a tutta la documentazione

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di Gianni Nicastrogianni nicastro

Non è mai successo che un funzionario del comune di Rutigliano, a fronte di una richiesta di accesso civico agli atti e alle informazioni detenuti dalla pubblica amministrazione, con la cartella in mano di tutta la documentazione richiesta, mi abbia detto, sostanzialmente, no, questa non te la faccio vedere. E’ successo proprio così, lunedì scorso 21 ottobre, alle ore 11:00, nell’ufficio servizi cimiteriali.
Ero lì, lunedì scorso, su appuntamento concordato verbalmente con lo stesso funzionario responsabile di quell’ufficio, per la visione, ed eventuale estrazione copia -così come richiesto- di tutta la documentazione presentata da una associazione culturale assegnataria, a maggio scorso, del suolo cimiteriale denominato “A4”. Visione di tutta la documentazione ed estrazione copia, tra l’altro, debitamente autorizzate dall’assessore ai servizi cimiteriali e al personale, nonché vicesindaco, Domenico Gigante.
Ma andiamo per ordine.

Tutti i lettori di Rutiglianoonline sanno che sull’assegnazione di suoli cimiteriali a quella associazione ho fatto, tra febbraio e marzo 2018, due inchieste che hanno suscitato dubbi, perplessità, interrogazioni consiliari, una richiesta di commissione consiliare di inchiesta (negata dall’amministrazione Romagno2), iniziative di dibattito pubblico e finanche un’inchiesta giudiziaria probabilmente ancora in corso. Tutto questo sui primi tre suoli cimiteriali assegnati, sempre a quella associazione, dal 2008 al 2011.

La prima richiesta
A maggio del 2019, il funzionario dell’area servizi cimiteriali assegna, alla stessa associazione, il quarto lotto, l’A4; lo assegna a distanza di circa sette anni dalla richiesta fatta -dicembre 2012- dal presidente dell'associazione in questione. Dal momento che ho già scritto su quelle assegnazioni, e ritrovandomi di fronte ad un’altra assegnazione, sempre alla medesima associazione, l’11 luglio scorso invio al comune una richiesta (qui) di accesso civico agli atti indirizzata al sindaco, al responsabile ufficio appalti-contratti-servizi cimiteriali e al segretario comunale. Con questa prima richiesta chiedo informazioni su uno scavo di circa 173 mq e profondo, in alcune parti, anche due metri, da me fotografato il 12 giugno precedente; chiedo pure di sapere se l’impresa che ho trovato nel cimitero quel giorno, responsabile dello scavo, fosse stata autorizzata; la stessa cosa chiedo della ditta che ha materialmente operato lo scavo. L’11 luglio chiedo anche di “visionare tutta la documentazione presentata dall’assegnatario e l’istruttoria del responsabile comunale, compreso il contratto di concessione, con eventuale estrazione di copia”.

La prima lettera dell'assessore
L’8 agosto successivo ricevo, dall’assessore ai servizi cimiteriali Domenico Gigante, una lettera con la quale mi informa che ha più volte sollecitato il funzionario a rispondermi e che, mi scrive, il 29 luglio ha posto, allo stesso funzionario, le stesse domande da me formulate senza avere nessuna risposta; gli ha ricordato, anche, che avevo fatto richiesta di accesso agli atti circa la documentazione presentata dall’assegnatario del lotto A4. In relazione all’accesso agli atti richiesto, l’assessore, nella lettera dell’8 agosto, mi comunica che il presidente dell’associazione assegnataria ha mandato al comune una diffida a non fornire a terzi i nominativi dei soci della sua associazione per questione di privacy.

Il funzionario? Decide lui
Il funzionario dell’area servizi cimiteriali, invece, riscontra il 21 agosto la mia richiesta del’11 luglio, abbondantemente fuori i canonici trenta giorni entro i quali la pubblica amministrazione deve rispondere, in un modo o nell’altro. Insieme alla risposta, dal funzionario ricevo sei file: la determina di assegnazione del suolo cimiteriale (inutile perchè disponibile all’albo pretorio già da maggio 2018), la concessione e altri documenti piuttosto irrilevanti. Di quell’invio, l’unica cosa interessante è il file contenete la risposta alle mie domande e alla richiesta di accesso agli atti.

Entrano nel cimitero senza autorizzazione
Sulla questione dell’ingresso nel cimitero della ditta costruttrice e di quella di escavazione, le risposte del funzionario sono interessanti. Per entrare nel cimitero a fare quei lavori bisogna essere autorizzati, il soggetto titolato a rilasciare l’autorizzazione è il responsabile dei servizi cimiteriali, cioè lui medesimo, e, cosa più importante e grave, in relazione a quei due ingressi, lo stesso funzionario scrive: “Non è stato rilasciato alcun permesso ad accedere all’area cimiteriale da parte di questo ufficio scrivente”. Non solo, dunque, quello scavo era abusivo perché la ditta non aveva nessun titolo abilitativo e, per questo, si è vista recapitare, dall’ufficio tecnico, un’ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi, ma l’impresa e la ditta escavatrice erano entrati nel cimitero per giorni, con mezzi anche pesanti e attrezzature, senza essere autorizzati. Abusivo lo scavo, abusivo l’ingresso.

La diffida
Circa l’accesso agli atti, sempre nel riscontro del 21 agosto, il funzionario mi scrive: “Non si inviano gli atti e i documenti in atti a questo Ente dell’Associazione (…) per espresso diniego-diffida a consegnare comunicato dall’Associazione a questo Comune con nota del 30/07/2019 (…) che in copia si allega alla presente”.
Mi scrive che per la diffida non può inviarmi gli atti, ma, allo stesso tempo, me ne invia alcuni, quelli che lui vuole farmi vedere: la determina di assegnazione, la concessione, la ricevuta di registrazione, la ricevuta di pagamento del suolo e la copia del verbale di consegna del suolo, atti che io non avevo chiesto.

Al di là della contraddizione, io non ho chiesto di ricevere atti via mail, ho chiesto, in modo chiaro ed inequivocabile, di prendere io visione degli atti ed eventualmente estrarne copia. Il funzionario, invece, cosa fa? Decide lui, in modo assolutamente discrezionale, quali atti io possa vedere, quindi, a quali atti io posso accedere, mandandomeli addirittura per email. Ma tutto questo potere a questo funzionario chi glielo ha dato?

Rispetto alla risposta del 21 agosto c’è da dire, ancora, una cosa che mette in evidenza l’arbitrarietà del comportamento del funzionario in questione. Scrive che non mi invia gli atti “per espresso diniego-diffida” del presidente dell’associazione. Non è assolutamente vero che la diffida è su tutta la documentazione presentata dal presidente di quella associazione. Dal momento che me l’ha mandata, cito qui la sostanza di quella diffida: “Il sottoscritto * Presidente dell’Associazione * diffido il comune di Rutigliano dai comunicare a terzi i nominativi e dati dei Soci, nonché libro soci della detta Associazione nel rispetto e a garanzia della privacy (D.L. 196/2003). In caso di divulgazione a terzi dei nominativi dei Soci l’Associazione riterrà il Comune di Rutigliano responsabile della violazione della privacy con conseguente richiesta di risarcimento”.

Dunque, il presidente diffida il comune dal comunicare a terzi i “nominativi” e i “dati dei soci”, lo scrive due volte. Quindi, solo i nominativi dei soci e il relativo libro, non tutta la documentazione. Il funzionario, come si legge nella sua risposta, si prende la libertà, in modo unilaterale oltre che contraddittorio, di estendere la diffida a tutta la documentazione presentata da quel presidente. Per quale motivo? Che cosa ha da nascondere il funzionario? Ancora: quale norma, legge, regolamento gli ha dato la libertà, o meglio, il potere, di estendere a tutta la documentazione una diffida circoscritta a un solo atto di quella documentazione?

Acriticamente "obbedisce"
Per non parlare del fatto che si è di fronte a una diffida non adeguatamente motivata da parte del presidente assegnatario, se non con un generico richiamo alla legge sulla privacy;  e, quel che è peggio, si è di fronte ad un atteggiamento passivo ed obbediente, di un funzionario pubblico che, invece, avrebbe dovuto valutare gli interessi in gioco alla luce non solo della legge sulla privacy, ma anche alla luce della legge che garantisce il diritto all’accesso civico generalizzato agli atti, come stabilito dal D.lgs. 33/2013. Questa legge, all’art. 5 “Accesso civico a dati e documenti”, comma 2 e 3, così recita:
“2. Allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull'utilizzo delle risorse pubbliche e di promuovere la partecipazione al dibattito pubblico, chiunque ha diritto di accedere ai dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione ai sensi del presente decreto, nel rispetto dei limiti relativi alla tutela di interessi giuridicamente rilevanti secondo quanto previsto dall'articolo 5-bis.
3. L'esercizio del diritto di cui ai commi 1 e 2 non è sottoposto ad alcuna limitazione quanto alla legittimazione soggettiva del richiedente. L'istanza di accesso civico identifica i dati, le informazioni o i documenti richiesti e non richiede motivazione”. Io ritengo che, nel caso che qui sto raccontando, questa legge sia stata violata.

La seconda richiesta
Non soddisfatto di come si è conclusa la prima richiesta di accesso civico agli atti, il 10 settembre scorso invio -al comune di Rutigliano- una seconda richiesta (qui), questa volta indirizzata direttamente all’assessore ai servizi cimiteriali, al sindaco e al segretario comunale che è anche responsabile anticorruzione dell’ente. In questa seconda richiesta faccio delle precisazioni circa la diffida di quel presidente, reitero la richiesta inevasa dell’11 luglio e chiedo ulteriori informazioni.

Per velocizzare l’accesso alla documentazione richiesta, sorvolo sulla “diffida” e chiedo «l’autorizzazione a visionare tutta la documentazione presentata dall’assegnatario, tranne il libro dei soci oggetto di “diniego-diffida” (frase grassettata e sottolineata nella stessa lettera, n.d.r.), e tutta l'istruttoria del responsabile comunale con eventuale estrazione copia”.

La risposta dell'assessore
Il 9 ottobre scorso (prot. n. 0016514) l’assessore ai servizi cimiteriali riscontra questa mia seconda richiesta e, dopo un excursus sui passaggi della legge 33/2013, simili a quelli da me più su citati, ritiene «ammissibile la richiesta avanzata dal sig. Giovanni Nicastro, direttore della testata giornalistica “Rutiglianoonline”». Quindi, l’assessore «autorizza l’istante a visionare ed estrarre copia di tutta la documentazione presentata dall’assegnataria associazione (…) del lotto cimiteriale denominato “A4”, disponendo che, per quanto riguarda il libro dei soci, di questi ultimi vengano depennati e/o coperti relativi nomi…». Rispetto alla richiesta di informazioni sull’istruttoria del funzionario relativa all’assegnazione de lotto “A4”, l’assessore conclude così: “In ordine alle altre istanze formulate nella sopra citata nota si fa presente che ad oggi non mi è ancora pervenuta dal Responsabile dei Servizi Cimiteriali" alcuna risposta.

Questa lettera del 9 ottobre l’assessore la manda anche al funzionario in questione, per cui, il giorno dopo averla ricevuta -via PEC- mi reco all’ufficio servizi cimiteriali per fissare, con lo stesso funzionario, un appuntamento circa la visione di tutta la documentazione. Me lo dà per venerdì 18 ottobre. Mi presento quel giorno, ma trovo il funzionario occupato. Lo stesso mi rimanda a lunedì 21 ottobre. Lunedì scorso mi presento all’ufficio e, qui, succede quello che descrivo all’inizio di questo articolo: mi dà solo il libro dei soci e mi rifiuta l’accesso a una cartella -che aveva nelle mani- dello spessore di circa otto centimetri di documenti. In sostanza, rispetto a una articolata richiesta di accesso agli atti e di informazioni, l’unica cosa che ottengo è un elenco “soci” che non ho chiesto, e un sonoro diniego a visionare il resto della documentazione, dopo tre mesi dalla prima richiesta di accesso civico agli atti.

Ora, io credo che quello che è successo sia grave, molto grave. Ho presentato avantieri una lettera all’indirizzo innanzi tutto dell’assessore ai servizi cimiteriali, che è il mio diretto interlocutore visto che è stato lui ad autorizzarmi a visionare gli atti e, per conoscenza, anche al sindaco e al Comando dei carabinieri di Rutigliano. Aspetto la risposta, entro trenta giorni, nella speranza che l’assessore e il sindaco non facciano come quel funzionario, tengano in debita considerazione uno dei più importanti e inalienabili diritti dei cittadini di fronte alla pubblica amministrazione.


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