Adelmo Monachese presenta “Attentato al Piccolo Principe”
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- Pubblicato Mercoledì, 11 Ottobre 2017 14:47
- Scritto da La Redazione
di Teresa Gallone
Direttamente dalla redazione di Lercio, è Adelmo Monachese a riaprire il 4 ottobre scorso la stagione dei mercoledì letterari della Libreria Odusia con il suo “Attentato al Piccolo Principe” edito da Les Flâneurs Edizioni. Lo scrittore foggiano, autore de “I Cuochi TV sono Puttane”, è stato affiancato nella chiacchierata con il pubblico dall’editor dell’opera Sara Saffi.
Quello di Monachese è un «romanzo ragionato», basato sul gioco strutturale e contenutistico. Il suo “Attentato al Piccolo Principe” incastra i personaggi e la trama dell’opera di Saint-Exupéry con quelli della serie televisiva True Detective, creando una miscela di contrasti e complementarietà con il dichiarato intento di parodiare quello che sembra essere il più classico fra i classici della letteratura.
Il Piccolo Principe si trova calato nella contemporaneità confusa e nichilista, fuggito da una clinica psichiatrica nei panni di Rustin Cohle/Mattew Mc Conaughey alla disperata ricerca di una Rosa/Dottoressa che di qualità negative ne ha in abbondanza.
Monachese “attenta” all’aura di purezza che fa dell’opera di Saint-Exupèry il libro dell’infanzia per eccellenza. Il suo Principe è un nichilista senza possibilità di redenzione in un mondo in fase di regressione. Su questo concetto insiste particolarmente. Con la scadenza dei diritti sull’opera, si è verificata un’invasione capillare di edizioni, stampe, tatuaggi, fumetti, film d’animazione compreso. Strappato dalla sua supposta destinazione naturale, la fascia giovanissima di pubblico, il Piccolo Principe ha fatto «rincoglionire» praticamente tutti, provocando in Monachese una sorta di «crisi di rigetto». Di qui un ulteriore allaccio alla serie True Detective che parte da un’indagine su “Il Re Giallo” di W. Chambers, opera nota per la leggenda nera che la circonda: chiunque avesse avuto l’ardire di leggerla, sarebbe impazzito. In questo caso è il Piccolo Principe a far regredire il lettore alla fase preadolescenziale e a bloccarlo.
La parodia di Monachese tocca un punto saliente, la mancanza di progresso nella costruzione del bagaglio culturale degli individui. Mancherebbe il naturale procedere dal semplice al complesso che caratterizza la formazione culturale. Ci si trova davanti ad adulti neofiti del digitale incapaci di andare oltre l’informazione superficiale sul web e ad adolescenti che abusano di citazioni letterarie, ignorando cosa sia la lettura di un libro nella sua interezza.
Incrocio, contaminazione, riferimenti e intento parodistico hanno influenzato anche il percorso di scelta del titolo dell’opera. Monachese si perde nell’elenco di una lunga lista di titoli presi in considerazione e poi scartati, rivelando di aver poi adottato un «approccio alla Woody Allen»: inserire nel titolo ciò che c’è nell’opera. La negatività della parola “attentato” si perde e confluisce nell’intenzione di parodia, il lettore afferra il significato dell’operazione di Monachese che osa attentare all’aura del Piccolo Principe.
Originale e parodia hanno un altro punto in comune, la grande potenzialità teatrale della scrittura. Monachese rivela che la trasposizione teatrale del suo “Attentato al Piccolo Principe” andrà in scena a dicembre con la “Piccola Compagnia Impertinente” di Foggia e conclude confidando al pubblico il suo desiderio: sedersi in incognito in platea in attesa di sentire che «era meglio il libro dello spettacolo».