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Bellezza e degrado nel territorio di Rutigliano

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di Teresa Gallone


Rutigliano 25 febbraio. Si è inaugurata ieri la serie di incontri degli Approfondimenti Culturali Rutiglianesi 2016. L’incontro aperto alla cittadinanza si è tenuto nella Sala Conferenze di Palazzo San Domenico ed è stato moderato da Antonello Florio, Segretario Archeoclub d’Italia sede Rutigliano. Sono intervenuti Giuseppe Sorino, presidente della sede rutiglianese dell’Archeoclub e Gianvito Altieri, assessore alla Cultura e al Turismo.

Il tema della conferenza “Bellezze e degrado nel territorio di Rutigliano” è stato presentato e approfondito da Giovanni Borraccesi, restauratore per le Soprintendenze di Puglia e Basilicata, membro della Società di Storia Patria per la Puglia e autore di pubblicazioni scientifiche come Rutigliano: cinque secoli di argenteria sacra, 1987 e tante altre.

Prima di entrare nel vivo del tema della conferenza, Giuseppe Sorino ha fornito diverse informazioni a proposito della storia locale dell’Archeoclub: nata nel 1973, impegnata dal 1976 sino al 1993 nel progetto di scavi archeologici in zona Purgatorio, ha all’attivo la scoperta e tutela di quindici zone archeologiche, la realizzazione di piante tematiche, la catalogazione dei beni ecclesiastici e la campagna di sensibilizzazione ambientale con relative escursioni naturalistiche alla scoperta della macchia mediterranea.
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L’obiettivo degli Approfondimenti Culturali Rutiglianesi è stato reso noto da Antonello Florio che ha posto l’accento sulla parte “attiva” delle conferenze, il dibattito e l’accoglienza delle proposte dei cittadini partecipanti in nome di una collaborazione bilaterale proficua.

La relazione di Borraccesi è stata impostata secondo una duplice prospettiva: si è analizzato il contesto artistico ambientale rutiglianese adottando il punto di vista del turista in arrivo e dello studioso pienamente conscio delle risorse territoriali. L’ambivalenza di questi modi di approccio al territorio e la loro interrelazione è stata supportata dalla presentazione di immagini esplicative.

Primo punto sottolineato da Borraccesi è lo sdegno condiviso di studioso e turista per l’evidente quantità di rifiuti nel territorio. Il senso dell’appunto non è stato quello di redarguire l’amministrazione quanto quello di mettere in evidenza l’importanza del concetto di accoglienza di un centro e di buon senso civile, evidentemente carente negli abitanti.

L’atteggiamento di consapevole ignoranza nei confronti delle norme ambientali e dell’approccio civile è, a quanto ha dimostrato Borraccesi, radicato da tempo. Avvalora la sua tesi una testimonianza di Alfonso d’Aragona, duca di Calabria, in visita a Rutigliano il 21 agosto 1471: “questa terra di Rutigliano è tanto brutta che più nò se porria farsi perché ogni immonditia se getta per le strade”.
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L’attitudine degli abitanti a deturpare il territorio contrasta con il pregio artistico e la densità demografica, come lo stesso Alfonso d’Aragona conferma: “[ma è anche] uno de li boni castelli di Terra di Bari che fa più di 400 fochi” (il fuoco in periodo Aragonese rappresentava il nucleo familiare e i beni posseduti). Che sia un turista in visita o un esperto con progetti di studio, il visitatore di Rutigliano viene negativamente colpito dalla forte presenza di rifiuti per le strade e le campagne circostanti.

Borraccesi ha aggiunto che il degrado territoriale non è solo dato dalla noncuranza verso le norme ambientali ma anche causato dal vandalismo immotivato che deturpa gli edifici istituzionali e storici.

Ulteriore punto di contatto fra il turista e lo studioso è la “presenza assente” del museo civico. Il visitatore è consapevole della presenza del servizio, informato dalle insegne ma di certo deluso dalla constatazione della realtà. L’apertura del Museo Civico la cui prima pietra fu posata nel 1975 indirizzerebbe turisti e collezionisti sicuri di affidare materiale a degna collocazione.

A questo proposito l’Assessore Altieri ha sottolineato l’impegno in corso per l’allestimento di una mostra temporanea con pezzi donati dai collezionisti, nell’attesa dell’inaugurazione dell’esposizione definitiva che richiede impiego maggiore di tempi e risorse. La ricerca di personale qualificato potrebbe essere facilitata scandagliando fra i molti giovani studiosi rutiglianesi e l’istituzione museale avrebbe merito doppio di attrarre visitatori e creare impiego con le risorse presenti.
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Borraccesi è poi passato all’elencazione con relativa spiegazione di alcuni elementi artistici di pregio presenti sul territorio rutiglianese e che ancora uniscono la prospettiva dell’esperto e quella del turista o comunque del cittadino attento alle risorse artistiche. Si è parlato della Via S. Francesco (Via Giordano) e dell’antico convento extra moenia di S. Maria della Pietà abbattuto nell’Ottocento di cui è stata recuperata una Pietà ora in collezione privata.

Senza un intervento di questo tipo non si avrebbe alcuna traccia del convento. Interessante anche il complesso in Vico II Pietro De Bellis la cui presenza non è attestata in nessun documento e si suppone sia un ospizio gestito dai monaci di Madonna del Palazzo, edificio alla portata del turista e dello studioso che intenda approfondirne le origini.

Altri elementi di altissimo valore storico artistico, vittime dell’incuria e del tempo, l’Edicola del Santo Sepolcro (ora in territorio di Mola di Bari), riproduzione distrutta del Santo Sepolcro di Gerusalemme, il complesso di San Cristoforo in Macchia Palumbo con i dipinti di Domenico Carella, la rappresentazione della Rutigliano settecentesca nell’ex refettorio dei Cappuccini, gli affreschi recuperati o ben conservati nella Torre Normanna e nel monastero di Madonna del Palazzo, la cappella del Rosario presso la chiesa di S. Domenico, testimonianza di pregio del Seicento, la cappella del Santissimo e il celebre polittico del Vivarini nella chiesa Matrice. Borraccesi ha aggiunto che proprio l’opera dell’artista veneto a Rutigliano è stata richiesta per una mostra recente a Conegliano Veneto.

Alla relazione di Borraccesi è seguito l’intervento di alcuni cittadini nel pubblico, complimenti e proposte relative alla valorizzazione e sensibilizzazione in materia archeologico-artistica della popolazione rutiglianese in primo luogo. Oggetto di discussione fra pubblico e relatori la mancanza di fondi sufficienti nel bilancio da destinare a questo ambito in attività, iniziative e promozione.

L’Archeoclub ha invitato la cittadinanza a presentare proposte coerenti prima della stesura del bilancio, offrendosi come portavoce e mediatrice. Evidente la mancanza, in una platea mostratasi propositiva e non indifferente al contenuto della conferenza, della fascia giovane di cittadini il cui punto di vista e contributo di certo è fondamentale per il progresso nel percorso di sfruttamento positivo e attivo delle risorse locali.




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