Stasera, presentazione del libro con autore e musica
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- Pubblicato Mercoledì, 09 Dicembre 2015 18:05
- Scritto da La redazione
Mercoledì 9
Presentazione del libro “TERRONI ‘NDERNESCIONAL”
di Pino Aprile
con la giornalista di Telenorba Donatella Azzone
Interventi musicali con Gianna Montecalvo e Gianni Lenoci
Pino Aprile “Terroni ndernescional”
Giornalista e scrittore, pugliese residente ai Castelli Romani, è stato vicedirettore di «Oggi» e direttore di «Gente». Per la Tv ha lavorato con Sergio Zavoli all’inchiesta a puntate “Viaggio nel Sud” e al settimanale del Tg1, Tv7. È autore di diversi saggi, tra cui Elogio dell’imbecille, Elogio dell’errore e Il trionfo dell’apparenza, tutti pubblicati da Piemme, accolti con successo e tradotti in molti paesi. Terroni, uscito nel 2010 e diventato un vero e proprio caso editoriale, per mesi in vetta alle classifiche, e il successivo Giù al Sud, anch’esso un bestseller, hanno fatto di Aprile il giornalista “meridionalista” più seguito in Italia e gli sono valsi molti premi, tra cui il Premio Carlo Levi nel 2010, il Rhegium Julii nello stesso anno e il Premio Caccuri nel 2012. Sempre per Piemme ha pubblicato nel 2013 il pamphlet Mai più terroni.
Ho cercato di capire perché sia di fatto assente la Sardegna nella nostra storiografia, e sono finito in Germania Est, sulla scia di un modo per rendere minoritari alcuni paesi e la loro gente, che i tedeschi ora vorrebbero estendere all’intera Unione Europea.
Se “terroni” vuol dire considerare l’altro qualcosa di meno, l’Europa mediterranea rischia di essere “terronizzata”, a partire dalla Grecia. Dopo l’Unità d’Italia fatta con una guerra non dichiarata, massacri e saccheggi, sono stati scritti un numero sterminato di libri per indagare e spiegare “il ritardo” (che non c’era) del Mezzogiorno rispetto al resto d’Italia. Ma dai confronti fra ex Regno delle Due Sicilie e Piemonte, è tenuta fuori la Sardegna. L’isola, che pure portò ai Savoia la dignità regale (il Piemonte non era Regno, la Sardegna sì), divenne “una fattoria” di Torino e Genova; i suoi abitanti esclusi dallo sfruttamento delle risorse locali, il suo territorio dalla realizzazione di infrastrutture. La Sardegna governata dai Savoia, al momento dell’Unità era la regione con meno strade, più analfabeti e manco un metro di ferrovie. Fu il vero Sud; il primo.
Ogni forma di discriminazione è funzionale a un progetto economico. E quei criteri sono stati adottati, dopo il crollo del muro di Berlino, nel 1989, dalla Germania Ovest a danno di quella Est, letteralmente saccheggiata e colonizzata (sono termini usati dagli analisti tedeschi), riducendo la popolazione in stato di minorità, sottraendo loro o chiudendo le aziende capaci di far concorrenza a quelle dell’Ovest. Così, nonostante nelle regioni dell’Est siano state realizzate tutte quelle infrastrutture mai fatte nel nostro Sud, un tedesco orientale su due oggi vive di sussidi statali; i giovani vanno via, la natalità è ridotta quasi a zero. Non si diventa terroni (o... terronen) per latitudine, ma ogni volta che si nega la parità fra cittadini di uno stesso Stato (o fra paesi dell’Unione Europea). È la volontà che fa le differenze.