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Tinta, la scrittrice si racconta e canta il lato leggero della vita

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di Teresa Gallone


Rutigliano 29 ottobre. L’atmosfera è rilassata e amichevole nella cornice allestita dal ristorante pizzeria La Vite Bianca per la trentunesima tappa del tour promozionale di “Una donna (quasi) scaduta” (edizione David e Matthaus), il nuovo romanzo della scrittrice barese Tinta. Un incontro (organizzato e curato dalla cartoleria Barcadoro) “anomalo” secondo l’opinionista mattatore della serata, Luciano Anelli, ingegnere barese da un decennio attivo nel campo delle Pari Opportunità. Non la solita presentazione di una nuova opera ma una vera e propria performance con tanto di musicisti, la band “A TEMPO PERSO” (Gaetano Todaro alla chitarra e Vincenzo Lovecchio alla tastiera) e costumi di scena.

Tinta ha esordito nel 2006 con “Un amore indecente” nel concorso letterario Carte Segrete dedicato alla letteratura erotica femminile e questo nuovo romanzo rappresenta la svolta nella sua carriera letteraria, un cambio di genere sensibile ma non così netto. In “Una donna (quasi) scaduta” l’ironia non dà le risposte ma offre gli strumenti per affrontare la mancanza di queste. La leggerezza domina anche nello scambio reciproco che l’autrice ricerca con il pubblico, coinvolto con l’ausilio di musica e siparietti volutamente semi improvvisati. Non manca il sostrato serio, la riflessione, in questo caso “sociale”.
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Il reading comincia con la presentazione recitata della protagonista del romanzo, la “personaggia”, donna di mezza età in pieno travaglio emotivo post avvento di menopausa. La prima canzone della serata è tutta dedicata a lei. Tinta canta una donna indipendente avversa al cliché della “signora”, un’individualità piena non caratterizzata in assoluta funzione del suo sesso ma della sua personalità complessa e ricca di sfumature.

La Donna fa parte della generazione “Sex and the City”, tema principale della seconda canzone, e abbandona uno stereotipo per incarnarne in parte un altro: la ricerca frustrata dell’amore vero, l’Uomo irraggiungibile, antico partner perfetto e mai dimenticato, l’amica confidente e un tantino scapestrata. La terza canzone tratteggia proprio lei, Dolores, l’esatto opposto della protagonista: spregiudicata e un po’ frivola, inconsapevolmente incurante dell’opinione comune, dispensatrice fidata di consigli e potenziali partner. Nel personaggio Dolores, come fa notare Luciano Anelli, si cela un motivo ben più profondo: la denuncia al “ben pensiero” e la difesa dell’individualità femminile oltre l’apparenza. Infatti la canzone “Una regola non c’è” si scaglia contro chi rinuncia alla propria essenza in nome del raggiungimento di un ben definito status sociale.

Tutti temi su cui la Personaggia ironizza, soprattutto quando si confronterà con quattro esponenti del genere maschile (e dello stereotipo maschile), responsabili del fallimento temporaneo della ricerca del partner perfetto. A questo punto Luciano Anelli sottolinea quanto non si debba intendere più il rapporto come coincidenza perfetta di due metà ma come comunione di individui e arricchimento reciproco, proprio ciò che la Protagonista non riesce a realizzare con l’Uomo, unico esempio non completo di vero amore.

Tinta chiude, non svela il finale, conclude con la caduta della “data di scadenza” della donna, le toglie qualunque etichetta imposta. Buona la risposta del pubblico, la (voluta) improvvisazione e l’atmosfera informale hanno centrato l’obiettivo: coniugare il serio e il faceto per coinvolgere un target troppo abituato all’idea della cultura e della riflessione come “faccenda seria” e non accostabile all’intrattenimento puro e semplice. Il risultato: astanti intrattenuti, invogliati, quasi certi lettori dell’opera, portano in casa libro leggero e riflessioni serie da sfoderare nelle future conversazioni. Il risultato sperato è stato di certo raggiunto.


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