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Scanzi, “E’ difficile andare d’accordo con i Jovanotti”

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di Carlo Picca

Lotta per essere quello che vorresti essere, ma che non sei ancora. Credo si possa sintetizzare così la chiacchierata con Andrea Scanzi, durante la presentazione del libro "La vita è un ballo fuori tempo", a cura dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Rutigliano e di Libriamoci. Presentazione tenutasi ieri sera nel Parco Comunale di via Aldo Moro. La serata è stata moderata dalla docente Dominga Lepore.

Tre personaggi in cerca d’autore sono presenti nel romanzo.  Stevie, un giornalista quarantenne che anziché essere opinionista libero, vive da sottoposto la sua professione; un anziano con passione rivoluzionaria, che però non riesce più ad esprimere, in un paese incapace di rinnovamento; ed un giovane, che con i suoi ideali si ritrova isolato, con i suoi coetanei persi dietro le avventure di mondi edulcorati quali quelli di Amici e di Uomini e Donne.

Tutti e tre i personaggi dipanano le loro storie in questo romanzo con un filo conduttore ben preciso: sono tutti e tre fuori tempo. E lo sono in un’Italia anch’essa fuori tempo, che politicamente è rappresentata e governata da soggetti quali i Tullio Stelvio Bacarozzi e le Elena Pia Bozzo, che purtroppo non sono certamente il meglio. Ogni riferimento con l’attualità è più che casuale a detta dello stesso autore.
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L’Italia fuori tempo è un paese che non si indigna mai, composto dalla maggioranza degli italiani che non si indignano mai, che il massimo che riescono a fare è non andare a votare o pasticciare la scheda. Capaci di scendere in piazza se vince la loro squadra del cuore ma raramente per difendere i loro diritti.
Italiani tutti intrappolati dalla speranza, come la definì Monicelli in una delle sue ultime interviste tv, ovvero quel sentimento che viene utilizzato dal potere per tenerti buono e farti accettare le cose.

Un libro malinconico, amaro, divertente, che vuole suscitare nel lettore il desiderio di spiccare il volo e non restare ad essere il gabbiano ipotetico, fermo, e del quale parlava Giorgio Gaber. Volare, provarci e non accontentarsi, non arrendersi e riderci su!

I tre protagonisti hanno a che fare continuamente con questa intenzione di volo. All’autore non bastava più il saggio, genere da lui utilizzato già altre volte. Per raccontare questa storia fuori tempo, aveva bisogno del genere letterario del romanzo. «Potevo scrivere un saggio, invece ho voluto scrivere un romanzo, e scrivi un romanzo se hai una passione che ti brucia dentro. Per raccontare il momento, e quello che volevo dire, ho preferito il romanzo».

Sei fuori tempo con te stesso, quando hai in te l’abitudine di vivere senza vivere, di accontentarti, di vivere in un lento smottamento che giorno dopo giorno avanza e “te ne accorgi quando tutto frana ed è troppo tardi”.
Fuori tempo può essere qualsiasi cosa, la politica che non fa la politica, ma è anche iI giornalismo che non fa il giornalismo, che tenta come nel caso di Stevie, di annientare l’intelletto e la cultura, sostituendo a queste, pochezze ed inconsistenze.

Un po’ di autobiografia nel personaggio giornalista c’è. Stevie è l’alter ego dell’autore, che nel romanzo lavora nella redazione de La Patria, foglio di regime in crollo di vendite. Stevie è proprio quello che non vuole essere Scanzi, che nella vita reale come sapete, è firma di punta de Il Fatto Quotidiano, nonché personaggio e opinionista televisivo dotato di onestà intellettuale, merce rara di questi tempi. «Non voglio arrivare ad accorgermi che non mi piaccio».  
Il modo migliore per essere fedeli a se stessi, è non accettare tutto, allontanare i pericoli dell’alienazione, che ti assale quando ti occupi di altro prima che volersi sentire in sintonia con sé, per essere un Io/io e non un Io/loro.

La sfida per non essere fuori tempo, è ritrovare quella voglia di cambiamento, che nel romanzo paradossalmente hanno solo i vecchietti. Il personaggio più rivoluzionario infatti, è proprio il nonno novantenne Sandro, ex partigiano, proprietario di una società che produce videogiochi per la terza età, la Cocoon.
«Ringrazio i nonnetti che hanno reso bello questo paese, dai Caponnetto ai Pertini, ma oggi… oggi invece è difficile andare d’accordo con i Jovanotti…».


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