La notte che non porta consiglio, Alessio Viola a Rutigliano
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- Pubblicato Domenica, 02 Febbraio 2014 16:01
- Scritto da Rosalba Lasorella
di Rosalba Lasorella
Molto più di un romanzo noir. “Dove comincia la notte”, l’ultimo lavoro di Alessio Viola edito da Rizzoli, incrocia definizioni e generi diversi per lasciare ai suoi lettori la possibilità di scegliere. Il dubbio e la speranza, la vita e la morte, il bene e il male, la Puglia e il mondo: qualunque sia la chiave, le porte che si aprono sono infinite e non tutte si affacciano sulla splendida luce del giorno.
Ad ammetterlo è lo stesso autore, ospite lo scorso 30 gennaio del “Presidio del Libro” di Rutigliano ed affiancato nella sua presentazione dal magistrato Marco Guida, Gip presso la Procura della Repubblica di Bari, dall’avvocato criminologo Antonio Petruzzelli e dalla responsabile del presidio locale Paola Borracci.
“Dove comincia la notte” mescola intrighi, amori e violenze in una storia che i presenti non hanno esitato a definire «affascinante», sapientemente costruita sulla base di fatti realmente accaduti nella provincia barese alla fine degli anni ’90. Una provincia desolata e desolante, le cui forme ed energie si disperdono tra il muto silenzio e le insignificanti lotte di quartiere: Noicattaro, Mola, Adelfia e Capurso compongono –senza troppo emergere- questo triste scenario, riportato testualmente nella sua descrizione dal moderatore Gianni Capotorto.
Più clemente è stato Viola con la città di Rutigliano, menzionata (a pagina 110) per la sua antica tradizione dei fischietti in terracotta e per quel tragico episodio avvenuto in un noto bar del centro circa vent’anni fa.
È, infatti, seguendo le mosse della criminalità organizzata che il poliziotto Roberto De Angelis, “il migliore della squadra Mobile di Bari”, attraversa il sud-est barese, come in un viaggio di cui egli stesso ignora la destinazione e al termine del quale non si avvertirà alcun effetto di redenzione.
«Questo libro nasce dall’assidua frequentazione di magistrati» -ha spiegato l’ex rugbista presso il Caffè Artistico–Letterario “Torre Belvedere”- «e dalla lettura di grossi faldoni di processi, dichiarazioni ed intercettazioni in cui giacciono centinaia di romanzi che probabilmente non saranno mai scritti». Storie di vita quotidiana, che ritraggono l’assurda «normalità del male» in una lotta interminabile da cui raramente si esce vivi, nel corpo e nello spirito.
Il poliziotto De Angelis, sulle tracce del giovane spacciatore Giacinto Trentadue, scoprirà quanto facile sia valicare il confine che porta dall’altra parte della notte, quella più oscura, quella che sembra riuscire a nascondere –a noi stessi come agli altri- gli errori, la paura, la solitudine.
Lo scontro fisico tra il buono e il cattivo diviene così paradigmatico dell’atavico contrasto tra bene e male a cui tutti noi, ogni giorno, assistiamo in prima persona.
Ne sono consapevoli gli operatori di giustizia, per l’occasione rappresentati dal magistrato Guida e dall’avvocato Petruzzelli. «Noi abbiamo quotidianamente a che fare con l’altra parte della notte, con il male a volte assoluto che lascia sempre qualcosa dentro» ha dichiarato il Gip, ammettendo di aver inizialmente provato «un po’ di fastidio» nella lettura, sensazione presto sfumata nel riconoscimento di «considerazioni importanti».
Le stesse considerazioni hanno ispirato la testimonianza dell’avvocato criminologo, nato e cresciuto tra i quartieri più malfamati di Bari dove ha conosciuto «l’essenza della criminalità». Il romanzo ha risvegliato i ricordi dell’avvocato Petruzzelli, da sempre immerso in quel mondo microcriminale fatto di tute “acetate”, anelli d’oro, sogni infranti e gerarchie da rispettare.
Preoccupante, come ha sottolineato nel corso dell’incontro l’Assessore alle Politiche Sociali Angela Redavid, è l’omertà dilagante, il bombardamento mediatico che dice tutto e non dice nulla, il silenzio che accelera il processo costruttivo-distruttivo della malavita organizzata. «Dovremmo sforzarci di decriptare le notizie che abbiamo» consiglia Alessio Viola, senza lanciarsi mai in eroici messaggi di speranza o in forzati lieti fine.
Una possibilità di salvezza potrebbe risiedere nella cultura, suggerisce Paola Borracci, curatrice dell’evento in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Rutigliano, la cartolibreria “Barcadoro” e l’associazione “ForLand”. Certo, potrebbe; eppure sulla verità si arrampica una sensazione: «Come finirà non lo so» -ammette l’autore- «Credo che vinceranno i cattivi, ma spero proprio di sbagliarmi».