Il 3 dicembre 1911 nasceva a Milano Nino Rota
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- Pubblicato Lunedì, 02 Dicembre 2024 18:34
- Scritto da Tino Sorino
Il 3 dicembre 1911 nasceva a Milano Nino Rota: come lo
ricordano oggi persone comuni, un musicista e un musicologo
di Tino Sorino
Sembrerebbe, a quanto emerge dai mass media o da interviste a gente comune che Nino Rota, il genio musicale del ‘900, che a Bari operò come direttore del Conservatorio “Piccinni” per oltre 40 anni e lì compose molte sue opere, abbia solo creato musichette e colonne sonore sia pure intramontabili. Non appena si parla di Fellini, ecco risuonare la marcetta di “Otto e mezzo” o le note inconfondibili di “Amarcord”.
Ma Nino Rota non è solo questo e, per fortuna, nei teatri e nei Conservatori pugliesi, italiani e internazionali, si possono ascoltare ancora le note delle sue apprezzate composizioni classiche. A Matera, per esempio, qualche giorno fa all’Auditorium “R. Gervasio”, è stato eseguito il suo “Concerto per violoncello e orchestra n.2”; qualche mese fa, il 28 giugno 2024, al “Petruzzelli” di Bari, il “Divertimento concertante per contrabbasso e orchestra”, a cura dell’orchestra dello stesso teatro, diretta dal M° Diego Matheuz, solista d’eccezione al contrabbasso Francesco Siragusa. Due frammenti di una produzione vastissima di composizioni di musica classica che comprende musica per pianoforte solo, musica da camera, musica vocale, gli oratori, composizioni per orchestra e per danza, opere liriche, di cui pochi si ricordano.
Come scrive l’allievo e musicologo Pierfranco Moliterni, nel suo “Nino Rota. L’ingenuo candore di un musicista”, “Rota è stato talvolta denigrato per essere stato un musicista “cinematografaro”, per quanto collaboratore di registi come Fellini, Coppola, Visconti, Zeffirelli, Monicelli, Soldati, Cicognini, Lattuada. Ma è bene ricordare che per il nostro compositore, non per niente definito da Fellini la “Musica”, non c’era alcuna distinzione tra la musica “colta” e quella delle bande, delle canzoncine o delle colonne sonore (ne compose oltre 150 per tanti film noti e meno noti).
E, comunque, come dice il direttore d’orchestra M° Michele Cellaro, “Anche se talvolta sottotono, le opere della produzione classica di Nino Rota, come “Il Cappello di Paglia di Firenze”, vengono rappresentate in tutto il mondo”.
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