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E' morta la poetessa di Rutigliano Lia Raimondi

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lia-raimondi


di Tino Sorino    

Lia Raimondi ci ha lasciato. E con lei se n’è andata “la poesia”, quella pura, autentica, che riusciva così bene ad esprimere delicatamente e teneramente e sempre con un linguaggio semplice ed immediato, che arrivava direttamente al cuore di tutti. Rutiglianoonline si è più volte occupata della “poetessa di Rutigliano”, dedicandole il 15 febbraio 2011 uno spazio all’interno di una rubrica dal titolo “Poesia in loco”, indirizzata  alla poesia e ai poeti locali. Nella lirica “Dentro la mia anima”, pubblicata in quella occasione,  c’era un po’ il senso velato della vita di Lia Raimondi:

La mia vita?...
come fiume che scorre
tra rovi fioriti
levigando sassi!
La mia serenità?...
l’ho cercata
tra le mani di mia madre,
l’ho cercata
nella luce dei tuoi occhi,
l’ho cercata ovunque!
Oggi…
l’ho trovata!
Era qui, dentro la mia anima!

Lia aveva 88 anni. A piangerla, non solo le due figlie Nora e Mariella, il genero Franco Valenzano, i due nipoti Fabio con la moglie Gianna e la piccola Eleonora, Sergio con Pia, ma anche tutti coloro che hanno imparato da lei ad esprimere con delicate immagini i loro sentimenti e le loro emozioni. Accademica di merito, Lia ha pubblicato diversi libri di liriche (tra cui uno tradotto in serbo), più volte premiati e tutti ben accolti dalla critica.

Alcune sue pagine sono presenti in molte antologie e riviste, tra cui: “Poeti di Puglia”, Pensiero e Arte”, “La Vallisa”, “Arte e Poesia”. Ha vinto numerosi premi nazionali e internazionali tra i quali: “Trofeo Polonia”, “Pablo Neruda”, “Città di Roma”, “I Crociati dell’Arte”. Hanno scritto di lei, fra gli altri, Alberto Bevilacqua, Raffaele Nigro, Luciano De Crescenzo, Walter Veltroni. Ma i suoi critici più attenti e puntuali rimangono i suoi tantissimi alunni, quelli che ha seguito, prima, come insegnante della Scuola Primaria “Aldo Moro” di Rutigliano e, poi, dopo la pensione, come docente della Libera Università della Terza Età “Aurelia Damato”.

Quanti, piccoli e grandi, hanno scoperto, grazie a lei, il valore della poesia e si sono, talvolta, scoperti poeti, dando vita, immagini e parole ai loro sentimenti più nascosti. “Due erano le cose che ultimamente”, dichiara il genero Franco Valenzano, “la rendevano felice: l’essere riuscita a stabilire con i suoi corsisti del laboratorio di scrittura creativa della LUTE, una bellissima relazione con i detenuti del carcere di Turi, con i quali c’era un continuo scambio di poesie; e l’aver ottenuto, a giugno scorso, a Conversano, il 1° Premio di poesia “Finalmente Liberi!?” per la lirica “ La mia serenità”. Oggi pomeriggio, alle 17.00, i funerali nella chiesa del Carmine di Rutigliano.

     

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