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“Compravendita” di voti, Rutigliano agli onori della cronaca

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Nel pomeriggio del 31 maggio, in pieno svolgimento delle elezioni regionali, giunge voce in redazione di un fatto eclatante, addirittura di un arresto di un importante candidato perché “pizzicato” dare soldi a un elettore davanti ai seggi. Una notizia “bomba” che ci ha subito mobilitati. Immediatamente abbiamo fatto le nostre verifiche e subito la notizia si è rivelata una grande bufala.

Un fatto, però, c’è stato. Un rappresentante di lista di “Oltre con Fitto” è stato visto dare cinque euro a un giovane a una cinquantina di metri dalla scuola “Settanni”, seggio elettorale. C’è chi, vedendo la scena, ha immediatamente chiamato i carabinieri che sono intervenuti, hanno fermato i due, li hanno identificati, perquisiti e portati in caserma per interrogarli.

Addosso al giovane è stata trovata una banconota da cinque euro, al rappresentante di lista sono stati trovati solo dei soldi in tasca. Nessun materiale elettorale sembra essere stato trovato addosso ai due. Ai carabinieri, i due, hanno dato la stessa, identica, versione di quello che era successo: unagiampaolo richiesta di prestito di cinque euro da parte del giovane al rappresentante di lista, richiesta soddisfatta.

Un’ora dopo la notizia è rimbalzata sulla stampa provinciale, ne ha parlato bari.repubblica.it: “Il consigliere comunale Nicola Giampaolo (...) ha chiamato i carabinieri. I militari della stazione di Rutigliano si sono presentati davanti al seggio elettorale (...) hanno fermato un rappresentante di lista mentre parlava con un cittadino. Il sospetto è che tra i due ci possa essere stato uno scambio di denaro per un voto per l'esponente politico di riferimento”.

“Presunta compravendita di voti, a Rutigliano tre persone in caserma” ha titolato il corrieredelmezzogiorno.corriere.it riportando la stessa notizia: “Nicola Giampaolo, consigliere comunale del posto, ha denunciato il presunto passaggio di denaro tra un rappresentante della lista di «Oltre con Fitto» e un elettore”.
Ne ha parlato anche la Gazzetta del Mezzogiorno il giorno dopo facendo riferimento alla compravendita di voti e alla “denuncia” di Nicola Giampaolo.

«Non ci sono state denunce da parte mia, c’è stata una segnalazione per dei movimenti sospetti. Io sono stato solamente sentito come persona informata dei fatti» è quello che ci ha detto il consigliere Giampaolo da noi intervistato lunedì scorso.

Sappiamo che quel pomeriggio lei è stato trattenuto un paio d’ore in caserma.
«Sono cose delicate, quindi devi assolutamente cercare di dare il tuo contributo e metterti al servizio delle istituzioni, in questo caso dell’Arma dei carabinieri che stavano conducendo le indagini».

Sì, ma lei cosa ha precisamente segnalato, consigliere Giampaolo.
«C’erano movimenti strani di avvicinamenti di persone, questi movimenti hanno dato fastidio a molti, tra i quali, giustamente, in quel momento c’era anche un consigliere comunale che è un pubblico ufficiale nell’ambito del territorio, quindi; per dovere aveva dato uno sguardo alle Forze dell’Ordine per dire che cos’è tutto questo avvicinamento. Poi c’è stato l’intervento dei carabinieri, pronto e immediato».

Si è parlato di cinque euro, di uno scambio...
«Quello non lo so perché in quel momento non ero io lì vicino... I carabinieri hanno avvicinato i due e quindi... non so cosa abbiano dichiarato. Sono stati identificati e basta. Però era una storiellina che andava avanti dalle 7:00 della mattina».

Quindi, lei ha semplicemente segnalato un movimento sospetto...
«Un movimento sospetto nell’ambito...».

Non una presunta compravendita di voti...
«No, movimento sospetto e avvicinamento di persona, poi, giustamente, sono le Forze dell’Ordine che sanno, hanno il potere, la capacità e l’intelligenza di arrivare e capire e determinare loro l’eventuale anomalia, se ci fossero anomalie penali».

Non ha fatto, dunque, nessuna denuncia per compravendita di voti.
«Non ci sono denunce, mi sono messo a disposizione delle Forze dell’Ordine, ho fatto le mie dichiarazioni, sono stato sentito, ho risposto anche perché è un atto dovuto dinanzi alla legge, al ruolo che ricopro, nel buon andamento della democrazia nel nostro comune».

Insomma, lei si è messo davanti ai seggi a controllare la legalità a Rutigliano?
«Ma ovunque, non credo che sia solo io. I consiglieri comunali sono chiamati a cercare di mantenere... che tutto vada bene, funzioni bene nella democrazia. Se poi si inizia, direttore, a mettere in discussione il buon andamento elettorale... grida vendetta al cospetto di Dio. Almeno salvaguardare l’ultimo potere che hanno i cittadini, quello del voto».

Non c’è stata, dunque, nessuna denuncia e a questo punto non è solo l’arresto di un candidato ad essersi rivelato un falso sin da subito, anche la compravendita di voti, alla fine, sembra assumere i connotati di una grande bufala propinata, forse ad arte, sui giornali in rete.


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