Mario Giordano presenta “Vampiri. Nuova inchiesta sulle pensioni d’oro”
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- Pubblicato Mercoledì, 13 Settembre 2017 08:32
- Scritto da Teresa Gallone
di Teresa Gallone
Fa il tutto esaurito Mario Giordano, a Rutigliano lo scorso 9 settembre per presentare “Vampiri. Nuova inchiesta sulle pensioni d’oro”, edito da Mondadori. Lo affiancano nella discussione Walter Baldacconi, direttore di Studio 100 e l’on. Nuccio Altieri.
Scherza con il pubblico, ironizza sull’affluenza della folla, coraggiosa, a suo dire, perché pronta a «farsi venire il mal di stomaco» di sabato sera. Sul suo coraggio punta il moderatore Baldacconi, parla di «libro scritto veramente», di un lavoro di denuncia che dura da vent’anni e quindici libri.
Dopo le “Sanguisughe” del 2011, Giordano torna a offrire uno spaccato sui privilegiati del panorama italiano, per nulla mutato. Attacca e denuncia, con documenti comprovati e nomi alla mano, tutti i privilegiati benedetti da pensioni e vitalizi il cui valore è paradossalmente superiore a ciò che è stato versato.
Non si tratta di certo di comuni cittadini. Sono i tristemente noti membri delle “caste” (eredi compresi) a beneficiare del danaro pubblico, giornalisti, politici, sindacalisti, medici, manager. I numeri urlano tutta la loro ingiustizia: concretamente si parla di retribuzioni mensili che raggiungono l’apice dei 90.000€ mensili.
Al danno si aggiunge la beffa di alcuni dei suddetti privilegiati, le cui tasche sono ancora rimpinguate dai vitalizi in barba ai problemi giudiziari o addirittura da pensioni ulteriori provenienti da supposte e poco credibili invalidità e disoccupazioni.
In un mondo perfetto, lo Stato si prodigherebbe per la tutela dei cittadini e per la fine di questo circolo di privilegi ad appannaggio dei già privilegiati. Aurora B., ventisettenne parrucchiera dedicataria dell’opera, non dovrebbe lavorare per sessantotto anni nella speranza di una pensione da meno di 1000€ mensili.
La perfezione però non è di questo mondo, né tantomeno di questo Stato che, ancor più paradossalmente, moltiplica le spese pubbliche a favore dei vampiri, paga vitalizi a discendenti di politici preistorici o supposti tali, mai entrati in parlamento. Tutto questo in nome dell’assoluta intoccabilità del diritto acquisito. Qui soprattutto si versa l’indignazione di Giordano.
Il problema delle cosiddette pensioni d’oro non è chimera del passato ma spauracchio presente. In ballo non c’è il diritto acquisito ma il privilegio radicato e la disparità fra comune cittadino e membro delle caste. Il tutto va affiancato alla responsabilità di chi è deputato alla tutela della comunità ma investe sulla propria con leggi e decreti ad hoc.
Su questo punto insiste Nuccio Altieri, parla del dovere che il legislatore ha di abbandonare i propri privilegi in nome del bene dei cittadini. Dichiara di aver votato favorevolmente alla proposta di legge Richetti per l’abolizione degli attuali vitalizi e l’estensione ai parlamentari e ai consiglieri regionali del trattamento previdenziale contributivo in vigore per i lavoratori dipendenti. Altieri definisce il vitalizio «anacronistico» e si dichiara temporaneamente soddisfatto perché per la prima volta i diritti acquisiti sono stati attaccati.
A chi gli chiede per quale motivo urla, scrive e denuncia mentre nulla cambia, Mario Giordano risponde che la chiave del mutamento è pensare che questo sia possibile. Invita a non cadere nel pessimismo, a non credere nell’insufficienza degli strumenti tecnici. Ciò in cui non si dovrebbe confidare è la volontà dichiarata ma non concretizzata di cambiamento.
Conclude spronando il pubblico a constatare che i mutamenti nello status quo avvengono effettivamente quando all’urlo di denuncia del singolo se ne aggiungono altri, sino a formare un unico coro.