"Morte dignitosa", sul caso Riina
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- Pubblicato Mercoledì, 07 Giugno 2017 12:43
- Scritto da Sac. Pasquale Pirulli
Sac. Pasquale Pirulli
Da alcune ore l'opinione pubblica e' sconvolta dal ciclone Riina e dal problema sorto da una decisione della corte di Cassazione che ha invitato il magistrato di sorveglianza a valutare la opportunità della sospensione della pena detentiva per assicurare all'ergastolano Totò Riina "una morte dignitosa".
Il problema mi è stato posto anche in considerazione dei 17 anni di servizio quale cappellano della Casa di Reclusione di Turi. Nulla da eccepire circa il principio della umanità della pena, il che significa rispetto della persona detenuta senza manifestazioni di vendetta e crudeltà.
Niente da eccepire circa la prerogative della Suprema Corte anche in questo campo. Tutto è da valutare, la opportunità della concessione del beneficio della morte dignitosa nel caso Riina.
Ho visto tanti detenuti morire in carcere e nessuno si sognava la sospensione della pena anche perché era assicurata una assistenza medica e infermieristica esemplare. Ricordo la dedizione del sanitario dott. Leonardo Spada e del brigadiere Leonardo Vizzi anche nelle ore notturne.
Mi pare che il detenuto Riina meriti tutte le cure mediche necessarie e che la concessione della liberazione per una morte dignitosa sia espressione di una giustizia poco attenta alla salvaguardia dell'intera società Umanità nelle cure, ma decisa giustizia nella pena.
Di questo problema basta discutere e i giudici assumano le loro responsabilità anche nella difesa della dignità delle vittime colpite in questo caso da un dei capi storici della mafia.