Sangue innocente sul concerto di Manchester
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- Pubblicato Lunedì, 30 Novembre -0001 00:49
- Scritto da Sac. Pasquale Pirulli
Sac. Pasquale Pirulli
La tarda serata del 22 maggio u.s. le agenzie di stampa e i tg battono una notizia: Al concerto della pop star Ariana Grande all’Arena di Manchester alle ore 22.30 un kamikaze jahidista Salman Abedi di anni 22 si fa esplodere tra la folla di oltre 20 mila spettatori: ventidue vittime e la più piccola aveva otto anni, e cento venti i feriti e tra di loro molti sono ragazzi e bambini. Nella rivendicazione del DAESH (Isis) si esulta per aver colpito quei giovani identificati come “crociati da uccidere”.
Il senza tetto di 33 anni Chris Parker che si è prodigato nei primi soccorsi, dopo che una donna è deceduta tra le sue braccia e ha prestato soccorso ad una ragazza che ha perduto le gambe, racconta: “Prima tutti erano felici, uscivano dall’arena con il sorriso sul volto, commentando un ottimo concerto. Poi ho sentito un enorme botto, ho visto flash e da quel momento è uscito tanto fumo e ho sentito urla che non smettevano mai. L’esplosione mi ha gettato al suolo, ma quando mi sono rialzato il mio istinto invece di dirmi di scappare mi ha detto di rientrare nell’Arena e andare ad aiutare chi era rimasto. C’erano persone per terra e sangue dovunque”.
Una ragazza italiana che studia a Manchester, Margherita Concina, commenta in questi termini l’attacco ai giovani fan di Ariana Grande nell’Arena di Manchester: “Sono spaventata come tutti, ma andiamo avanti. Parteciperò alla veglia promossa dal sindaco. Ieri sera c’erano migliaia di persone. Sono preoccupata soprattutto per un’amica musulmana che adesso ha paura di uscire di casa. Lei è impegnata anche sul fronte dei diritti umani e il fatto che non si senta sicura mi fa stare male”.
Non mi è piaciuto il commento di Maghdi Cristiano Allam il quale è ossessionato dalla “guerra di religione” e pare ritrovare in alcuni passi del Corano non solo la condanna della musica “occidentale” ma addirittura la maledizione di Allah nei confronti delle donne e dei figli. Egli scrive. “Allah equipara i figli ai beni materiali e li concepisce come una tentazione che allontana i fedeli dalla vera fede. «Sappiate che i vostri beni e i vostri figli non sono altro che una tentazione. Presso Allah la ricompensa è immensa» (Sura 8,28). La conclusione è questa: “Uccidere mostruosamente i nostri bambini come se la loro vita non contasse nulla. La radice del male è in Maometto e nel suo Allah”.
John McHugo, esperto del mondo e della cultura araba, spiega: “Il Daesh disapprova il fatto che uomini e donne si frequentino e ancora di più il fatto che ballino insieme a un concerto o in una discoteca, e l’attentato di Manchester si inserisce in questa visione del mondo. Certo chi decide di uccidere, anziché limitarsi a condannare un certo comportamento, si macchia di una violenza aberrante e ha perso qualsiasi capacità di dialogare. Si mette nella condizione di essere condannato dai cittadini e di aver perso qualunque credibilità”.
Sinceramente non penso che il kamikaze jahidista Salman, figlio di rifugiati libici, avesse questa maturità teologica islamica e ipotizzo una situazione personale di rivolta contro una società che magari non lo aveva del tutto accolto.
A proposito di questo mortale attacco dell’estremismo islamico dell’Isis ai giovani di Manchester vorrei confrontarmi con quanto ha scritto Mons. Luigi Negri, arcivescovo emerito di Ferrara-Comacchio, e che mi ha dolorosamente colpito. Correttezza vuole che prima di tutto rileggiamo la lettera dell’emerito pastore estense:
“Carissimi figli,
mi sento di chiamarvi così anche se non vi conosco. Ma nelle lunghe ore di insonnia che hanno seguito l’annuncio di questo terribile attentato, in cui molti di voi hanno perso la vita e molti sono rimasti feriti, vi ho sentiti legati a me in un modo speciale.
Siete venuti al mondo, molte volte neanche desiderati e nessuno vi ha dato delle «ragioni adeguate per vivere» come chiedeva il grande Bernanos alla generazione dei suoi adulti.
Vi hanno messo nella società con due grandi principi: che potete fare quello che volte perché ogni vostro desiderio è un diritto; l’importanza di avere il maggior numero di beni di consumo.
E quando avevate qualche problema esistenziale -una volta si diceva così- e lo comunicavate ai vostri genitori, ai vostri adulti, c’era già pronta la seduta psicanalitica per risolvere questo problema.
Si sono dimenticati di dirvi che c’è il Male. E il Male è una persona, non è una serie di forze o di energie. E’ una persona. Questa persona si è acquattata lì durante il vostro concerto. E l’ala terribile della morte che porta con sé vi ha ghermito.
Figli miei, siete morti così, quasi senza ragioni, come avevate vissuto. Non preoccupatevi, non vi hanno aiutato a vivere, ma vi faranno un «ottimo» funerale in cui si esprimerà al massimo questa bolsa retorica laicista con tutte le autorità presenti -purtroppo anche quelle religiose- in piedi, silenziose. Naturalmente i vostri funerali saranno fatti all’aria aperta, anche per quelli che credono, perché l’unico tempio è la natura.
Robespierre riderebbe perché neanche lui è arrivato a questa fantasia. Del resto nelle chiese non si fanno più funerali perché, come dice acutamente il cardinale Sarah, nelle chiese cattoliche ormai si celebrano i funerali di Dio.
Nondimeno non dimenticheranno di mettervi sui marciapiedi i vostri peluche, i ricordi della vostra infanzia, della vostra prima giovinezza.
E poi tutto sarà archiviato nella retorica di chi non ha nulla da dire di fronte alle tragedie perché non ha niente da dire di fronte alla vita.
Io spero che almeno qualcuno di questi guru culturali, politici e religiosi in questa situazione trattenga le parole e non ci investa con i soliti discorsi per dire che «non è guerra di religione», che «la religione per sua natura è aperta al dialogo e alla comprensione».
Ecco, io mi auguro che ci sia un momento silenzioso di rispetto. Innanzi tutto per le vostre vite falciate dall’odio del demonio, ma anche per la verità. Perché gli adulti dovrebbero innanzi tutto avere rispetto per la verità! Possono non servirla ma devono avere rispetto.
Io comunque, che sono un vecchio vescovo che crede ancora in Dio, in Cristo e nella Chiesa, celebrerò la Messa per tutti voi il giorno del vostro funerale perché dall’altra parte -quali che siano le vostre pratiche religiose- incontriate il volto carissimo della Madonna che stringendovi nel suo abbraccio, vi consolerà di questa vita sprecata, non per colpa vostra, ma per cola dei vostri adulti. Luigi Negri Arcivescovo di Ferrara-Comacchioi”.
Non rivesto infule episcopali e sono un semplice parroco emerito e quindi mi rivolgo al mio interlocutore con rispetto. Ecc.za ho imparato che dinanzi alla tragedia della morte ogni uomo, a maggior ragione un cristiano, deve ricordarsi della misericordia perché l’antico proverbio latino ammoniva: “Parce sepultis!” a maggior ragione a quelli che sono vittima di ingiustificata violenza.
Proprio nei confronti delle giovani vittime innocenti che lei qualifica “suoi figli” lei lancia una offesa affermando che il loro venire al mondo non sia stato desiderato dai genitori colpevoli di non aver dato loro “ragioni adeguate per vivere”. Eccellenza, la vita è il mistero più sacro attraverso cui Dio è presente nel mondo e non c’è bisogno di elucubrazioni pseudofilosofiche per giustificarla nel suo nascere e nel suo essere perché è soltanto amore. Lei rivolge la sua critica alla società contemporanea e ne riassume i cardini-ideali di vita così: “fare ciò che si vuole perché ogni desiderio è diritto e poi l’accumulo e la disponibilità dei beni di consumo”.
Magari io vi aggiungerei anche il secolarismo che diventa una sfida per tutte le religioni. E’ vero che è difficile il dialogo tra genitori e figli per il naturale gap generazionale, ma mettere sotto accusa solo la psicanalisi mi sembra una posizione discutibile. Circa la responsabilità della morte dei giovani lei, Ecc.za, da credente invoca la presenza e l’attività dell’angelo del male che si accompagna alla morte.
Non vorrei che la sua visione del mondo fosse ispirata dall’ideologia manichea (dei due principi del bene e del male) incline al pessimismo, tralasciando la riflessione sulla presenza e misericordiosa azione di Dio che è bontà infinita e sulla libertà dell’uomo che può anche scegliere di fare il male. Anzi, utilizzando la retorica agostiniana, le direi che noi uomini “Facciamo molto bene il male e facciamo male anche il bene!”. Nella sua lettera, Ecc.za, si sofferma sui funerali e non le nascondo il deciso rifiuto delle sue annotazioni circa il vuoto ritualismo, la presenza formale e coreografica delle autorità , l’ambientazione naturalistica che sa di panteismo.
La sua annotazione circa i discorsi dei guru (culturali, politici e religiosi) non mi piace affatto. Capisco che è difficile parlare dinanzi al dolore grande della morte ma ogni uomo si confronta con questo mistero di dolore estremo con la sua umanità. Anche lei avrà tenuto tante omelie funebri e certamente ha testimoniato la sua fede nella risurrezione e la sua paternità verso chi era nel dolore.
Dinanzi alla morte anche se è nascosta la fede certamente grida l’umanità! Mi piace il suo invito al momento del silenzioso rispetto. La ringrazio della celebrazione della S. Messa in suffragio delle vittime e della preghiera perché i genitori e i parenti e gli amici abbiano conforto e speranza. Sì è bello l’abbraccio della Mamma (la Madonna) ai figli che ritornano alla casa del Padre, ma per carità non parli “di una vita sprecata , né per colpa dei giovani e neppure per colpa dei loro genitori”.
Ecc.za Rev.ma il suo confratello card. Vicent Nichols, arcivescovo di Westminster, presidente della conferenza episcopale di Inghilterra e Galles ha detto queste sagge parole: “Possa Dio nella sua misericordia, rafforzarci, sostenerci e mantenerci fermamente uniti di fronte al male… il mio sgomento per l’orribile uccisione di giovani innocenti, è condiviso da tutte le persone di buona volontà. Preghiamo per coloro che sono stati uccisi, per coloro che hanno perso i loro cari e stanno soffrendo. E poi per tutti quelli che stanno lavorando così duramente in questa tragedia”. Parole che son ben diverse dalla sua dura reprimenda!
Ecc.za Rev.ma, a chiudere questo dialogo a distanza da parte mia il cordiale invito a leggere le dichiarazioni della cantante Ariana Grande che, dolorosamente colpita da quanto accaduto, ha subito annullare le tappe italiane del suo tour (Roma, Torino) e ha detto: “Sono spezzata. Dal profondo del mio cuore. Mi dispiace davvero tanto. Non ho parole”. La giovane pop star di 24 anni ha espresso la sua solidarietà verso le vittime e le loro famiglie in una toccane lettera diffusa alle ore 20,42 di venerdì 26 maggio u. s.:
“Il mio cuore, le mie preghiere e le mie condoglianze sono con le vittime dell’attacco di Manchester e con i loro cari. Non c’è niente che io o nessun altro possa fare per mandar via il dolore o rendere le cose migliori. Comunque offro la mia mano, il mio cuore e tutto ciò che posso dare a voi e ai vostri cari, se in qualsiasi modo avreste bisogno del mio aiuto. L’unica cosa che possiamo fare è scegliere come lasciare che questa cosa abbia effetto sulle nostre vite da oggi in poi.
Sto pensando ai miei fans e a tutti voi ininterrottamente questa settimana. Il modo in cui avete affrontato la cosa è stato ispirante e mi rende così tanto fieri di voi che non potrete mai immaginare. La compassione, gentilezza, amore, forza che avete dimostrato l’un l’altro in questi giorni sono l’esatto opposto dell’atrocità e dell’odio che lunedì hanno fatto succedere tutto ciò.
VOI siete l’esatto opposto.
Mi dispiace per il dolore e la paura che state provando e del trauma che dovete affrontare. Non saremo mai in grado di capire come mai eventi di questo tipo accadono perché non è nella nostra natura, ed è per questo che non dobbiamo tirarsi indietro.
Non staremo in silenzio e agiremo nella paura. Non lasceremo che questo ci divida. Non lasceremo che l’odio vinca.
Non voglio passare il resto dell’anno senza poter vedere, stringere e consolare i miei fans, nello stesso modo in cui loro continuano a consolare me. La nostra risposta a questa violenza deve essere quella di stare ancora più vicini, aiutarci, amare, cantare ancora più forte e vivere più gentili e generosi di prima.
Ritornerò nella coraggiosa città di Manchester per passare del tempo con i miei fans e per fare un concerto benefico in onore delle vittime e per raccogliere fondi per le loro famiglie. Voglio ringraziare i miei musicisti e amici per aver steso le braccia e aver accettato di far parte di questo evento in nome del nostro amore per Manchester. Vi darò i dettagli il prima possibile e non appena sarà tutto confermato.
Dal giorno in cui abbiamo iniziato il Dangerous Woman Tour insieme ho detto che questo show più di qualunque altro era pensato per essere un posto sicuro per i miei fans. Un luogo in cui scappare, celebrare, guarire, sentirsi al sicuro e sé stessi. Per incontrare gli amici che hanno conosciuto online. Per esprimere sé stessi. Quello che è successo non cambierà questa cosa.
Quando guardate il pubblico dei miei show vedete una folla bellissima, diversa, felice e pura. Migliaia di persone incredibilmente differenti tutte lì per lo stesso motivo, la musica.
La musica è qualcosa che tutti nel mondo possono condividere. La musica è fatta per curarci, unirci e renderci felici. E questo è ciò che continueremo a fare, per noi stessi.
Continueremo in onore di coloro che abbiamo perso, dei loro cari, dei miei fans e di tutti coloro che sono stati toccati dalla tragedia.
Saranno nei miei pensieri e nel mio cuore ogni giorno e penserò a loro in ogni cosa che farò per il resto della mia vita.
Ari”.
Non c’è che dire se non che con il linguaggio sportivo caro ai giovani comunicare alla stampa che la partita all’Arena di Manchester si è chiusa con questo risultato: Ariana Grande-Luigi Negri 5-0.