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Incendio di rifiuti fuori e dentro il cimitero

Sabato scorso dietro la torretta che si trova sulla strada che collega via Cellamare alla circonvallazione, c’era una discarica di rifiuti, come tante se ne vedono sull’intero territorio di Rutigliano.

Che non si sia trattato di autocombustione è pacifico. Qualcuno, non si capisce per quale motivo, ha appiccato il fuoco a quei rifiuti e l’incendio si è propagato al grande mandorlo che è proprio sulla curva distruggendone quasi del tutto il tronco. Sono intervenuti i Vigili urbani e, poco dopo, i Vigili del Fuoco arrivati da Bari.

Abbandonare i rifiuti è deplorevole, incendiarli è criminale, per l’inquinamento che provoca e per la distruzione di tutto ciò che è intorno. Quando tutto questo avviene fuori, sulla strada o in campagna, come in questo caso, si tratta dei soliti ignoti, non si sa, quindi, con chi prendersela.

La cosa cambia se i rifiuti qualcuno li brucia nel cimitero. E’ successo alle 16:30 circa di quello stesso sabato (5 marzo scorso). Un cumulo di rifiuti buttati a ridosso del muro di cinta, nella parte interna del cimitero, sono stati “smaltiti” con l’incenerimento a cielo aperto. Forse che nel cimitero non sia illegale incendiare rifiuti? Vorremmo sapere se nel cimitero, di solito, si usa smaltire i rifiuti a quella maniera.

A chi ha accatastato e bruciato nel cimitero, e ai piromani dell’immondizia in generale, vogliamo qui ricordare che la combustione illecita di rifiuti è punita con una sanzione penale indipendentemente dalla quantità.

Basta bruciare un solo contenitore di platica per incorrere nella sanzione prevista dall’art. 256/bis introdotto, nel D.Lgs n. 152/06, dal D. L. 136/2013. “Chiunque appicca il fuoco a rifiuti abbandonati ovvero depositati in maniera incontrollata in aree non autorizzate -recita quell’articolo-  è punito con la reclusione da due a cinque anni. Nel caso in cui sia appiccato il fuoco a rifiuti pericolosi, si applica la pena della reclusione da tre a sei anni”.