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La Polizia Giudiziaria sulla conferenza di servizi del 23 febbraio scorso

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conferenza-servizi-magel


di Gianni Nicastro

Dopo la “visita” del 15 dicembre 2015 al comune di Rutigliano, la “visita” del 23 febbraio 2016 presso gli uffici del Servizio edilizia pubblica, territorio e ambiente dell’ex Provincia di Bari, ora Città metropolitana. La Procura della Repubblica ha mandato i suoi agenti proprio il giorno fissato per la conferenza di servizi che si sta svolgendo sull’autorizzazione alle emissioni in atmosfera dello stabilimento di lavorazione di materie plastiche della MAGEL di Borracci Nicola, autorizzazione che è in corsi di riesame.

La conferenza di servizi, dunque, martedì scorso si è aperta solo per pochi minuti, il tempo necessario perché il presidente comunicasse ai presenti (ARPA Puglia, ASL e MAGEL) che era in corso la visita della Polizia Giudiziaria (PG) sul procedimento autorizzatorio in itinere. Dopodiché la conferenza si è chiusa aggiornandosi a data da stabilirsi.

E’ probabile che nessuno, dei presenti, si aspettasse, quella mattina, una visita del genere. La Procura, dunque, sta procedendo nelle indagini mossa conferenza-servizi-magel-1dalla denuncia penale della F. Divella S. p. A. sulla vicenda amministrativa del superamento dell’art. 13 delle Norme Tecniche di Attuazione del PIP di via Adelfia.

Forse non è un caso che la lettera “Al Giornale Rutiglianoonline”,  pubblicata l’altro ieri (qui), la MAGEL l’abbia fatta recapitare il giorno dopo quella conferenza di servizi, una lettera che prende pubblicamente le distanze da tutta la vicenda amministrativa sull’art. 13 e che  lascia -in qualche modo- col cerino in mano chi ha approvato la sostanziale abrogazione della norma urbanistica in questione (il sindaco e gli otto consiglieri di maggioranza).

“Le vicende politiche e amministrative sull’art. 13 di cui si parla (...) non riguardano la MAGEL”, ha scritto infatti l’azienda che da mesi lavora a caldo il PVC e l’LDPE nel PIP di via Adelfia. A questo punto non si capisce per quale motivo la giunta prima, il consiglio comunale dopo, abbiano messo il superamento dell’art. 13 così strettamente in relazione alla stessa Magel.

Questi alcuni passaggi della delibera di giunta 212 del 12 dicembre 2015:   “Società ‘F. Divella S.p.A.’ ha invocato, con il proprio ricorso, la delocalizzazione dell’impianto produttivo della Magel s.a.s. in base all’art. 13”; “(...) il TAR, preso atto dell’avvio del procedimento di riesame del provvedimento della Città Metropolitana di autorizzazione all’emissione in atmosfera rilasciato alla Magel s.a.s.”, “Che con proprie memorie, notificate al comune per il tramite dell’Avv. Lorenzo Derobertis in data 17.11.2015, la ‘Magel s.a.s.’ ha eccepito...”. Questi stessi passaggi sono, pari pari, ripetuti nella delibera di consiglio 58 del 15 dicembre 2015.

Per non parlare delle dichiarazioni fatte nel consiglio comunale del 15 dicembre scorso dal presidente del consiglio Michele Maggiorano, e anche dal sindaco, che giustificavano l'urgenza del punto all’ordine del giorno sull’art. 13 col fatto che, il giorno dopo, si sarebbe tenuta la conferenza di servizi alla Città Metropolitana sull’autorizzazione alle emissioni in atmosfera della Magel.

Eppure la Magel, come essa stessa scrive, non “ha mai suggerito o incoraggiato alcuna modifica di norme tecniche o pianificatorie” come “non ha mai parlato in alcuna sede della libertà di stabilimento”, che sarebbe stato, invece, l’input da cui, su suggerimento del suo avvocato, il comune si è mosso per il superamento dell’articolo 13.

Ora, il TAR -circa due mesi fa- ha sospeso la trattazione del ricorso attivato dalla Divella contro la Città Metropolitana per l’autorizzazione alle emissioni in atmosfera data alla Magel a luglio del 2015, in virtù di un suo riesame al quale sta lavorando la conferenza di servizi in questione. Il TAR sta, quindi, aspettando la conclusione di questo riesame per poter decidere sul ricorso, conclusione che, a questo punto, non si sa quando avverrà.

Al di là degli aspetti penali, sui quali sta indagando la Procura, una prima definizione della vicenda potrebbe arrivare proprio per via amministrativa (TAR Puglia), perché qui la questione principale -ci sembra di capire- non sono le emissioni e il loro essere conformi ai limiti di legge, la questione principale è se la Magel sia un’industria insalubre o no, cioè se rientra nell’elenco di “Prima classe” delle “industrie insalubri” per quanto riguarda le “sostanza chimiche”, i “prodotti e materiali” e “le attività industriali” riportati nel Decreto Ministeriale 5 settembre 1994 del Ministero della Sanità di cui parla l’art. 13 del PIP di via Adelfia. Il problema è il rapporto tra la Magel e l’art. 13, se questa azienda poteva, o no, insediarsi nel PIP. Il problema, dunque, è a monte delle eventuali analisi sulle emissioni.

La Divella contesta all'azienda del sig. Nicola Borracci l’incompatibilità con la famosa norma tecnica del PIP e per questo ha impugnato al TAR l’autorizzazione alle emissioni in atmosfera. Nella lettera citata la Magel scrive, invece, che “il suo insediamento (...) è conforme alle norme tecniche adottate a suo tempo”, l’art. 13, quindi, non la riguarderebbe.


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