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Centro storico, cuore pulsante del paese? Non proprio

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NON SE NE PUÒ PIÙ


Nel lontano 1994 presi la decisione di comprare casa nel centro storico di Rutigliano. Questa scelta fu a suo tempo motivata dalla viva speranza che nutrivo, quella che il nostro centro storico potesse in futuro diventare quello che in fieri aveva le possibilità per essere: bello e vivibile. A più di venti anni di distanza, ritengo di dover tracciare un provvisorio bilancio della condizione del centro storico: la situazione, ora più che mai, risulta stagnante a chi ci vive.
Chiediamoci: si sta facendo abbastanza per rilanciare il centro storico, per sviluppare le sue potenzialità? Le lamentele dei residenti si fanno sempre più pressanti e non di rado arrivano fino alle stanze del potere.

Ma non è tutto: non si tratta più solo di potenziale sprecato, ma di una situazione di degrado che è ormai sotto gli occhi di tutti, anche quelli di chi non ci vive nel quotidiano.

Basta fare una semplice passeggiata per accorgersi dei cumuli di immondizia abbandonata che staziona per giorni e giorni davanti alle chiese e agli angoli delle viuzze. Il destino delle case abbandonate è quello di diventare discariche. Verrebbe da chiedersi: come? Tutto questo avviene a Rutigliano, il paese “riciclone”? Forse poter vantare alte percentuali per la raccolta differenziata non equivale a garantire ai cittadini spazi vivibili o più ecologici. Certo, non potrebbe far male associare ai buoni numeri anche delle campagne di sensibilizzazione capaci di educare alla raccolta differenziata piuttosto che limitarsi a farla applicare, per integrare i buoni risultati statistici con un corretto atteggiamento civico. Non sarebbe male, oltre a vantarsi dei numeri, potersi vantare anche delle condizioni di vita.

Ed occorre anche chiedersi: la cittadinanza che da qualche anno sta facendo la raccolta differenziata e ha fatto si che i nostri amministratori ricevessero premi ed elogi ha ottenuto qualche vantaggio? È diminuita la tassa dei rifiuti?

Per non parlare della viabilità già da tempo compromessa e ora diventata insostenibile, a causa della chiusura al traffico di via Porta di Bari come stabilito dall’ordinanza sindacale, attiva dal 31 ottobre dell’anno scorso e prorogata fino al 31 marzo. Bloccare per cinque mesi l’unica via di uscita dal centro storico per ribasolare i 500 mq in questione è quantomeno impensabile e il disagio provocato ai residenti, specialmente anziani e disabili è decisamente sproporzionato. Le strade già strette e in alcuni casi di difficile viabilità sono ora usate a doppio senso di marcia.

La situazione viene ulteriormente peggiorata dalla deficienza di parcheggi che portano alla nascita dello sport tutto nostrano di “parcheggio estremo”, costringendo chi transita a dare sfoggio di manovre che testimonino la sua abilità da pilota professionista.

Certo, potrebbe essere meno divertente se i mezzi impelagati in queste situazioni fossero quelli di soccorso, con il rischio di arrivare troppo tardi.
In un panorama del genere, persino iniziative positive che provano a restituire vita al centro storico come, uno su tutti, il mercatino domenicale a scadenza mensile, rischiano di creare disagi più che vantaggi poiché i residenti, durante queste domeniche, restano intrappolati con i loro mezzi non potendo più uscire dal centro storico a causa delle bancarelle e della chiusura al traffico di via Porta Bari.

È sempre più evidente una mancanza di programmazione e progettazione che fa da sfondo ad ogni iniziativa presa riguardo al centro storico. Non resta che chiederci, e chiedere all’amministrazione: quali sono gli obiettivi? In che direzione stiamo andando?
Ma, si sa, qualcuno dirà o penserà che io sono polemico per costituzione.
Provate a viverci e poi mi direte.

Ad maiora.

Rutigliano lì 24 febbraio 2016
Francesco Paolo Valenzano




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