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Inutile e ingiusto prendersela coi Vigili Urbani e la ditta

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rifiuti-cestini


di Gianni Nicastro

Mai i cestini porta rifiuti sono stati, in passato, presi così massicciamente di mira dai soliti balordi, incivili. Una vergogna per l’intera città.

Città d’Arte, dell’uva da tavola, dei Fischietti in Terracotta, dell’archeologia, dell'agricoltura, delle tante, sane, imprese, delle tante associazioni impegnate nella difesa dell’ambiente, nella promozione dello sport e valorizzazione della cultura, nel volontariato... E’ davvero insopportabile che un manipolo di irriducibili sporcaccioni inzozzino a questa maniera il paese e la sua immagine.

Non esistono giustificazioni, gli unici, veri responsabili di tanto scempio sono i cittadini adusi a questi riprovevoli comportamenti. Ci vorrebbe un Vigile urbano ad ogni angolo, a sorvegliare ogni cestino e ogni campana del vetro. Ci vorrebbe che la ditta appaltatrice dedicasse, ogni giorno, personale e risorse economiche, per stare quotidianamente dietro agli incivili e, a quel punto, gli stessi incivili sarebbero ancora più invogliati a sporcare la città (“tanto, passano ogni giorno”).

E’ chiaro che questo non è possibile. La Polizia Municipale (PM), pur volendo presidiare puntualmente il territorio, non potrebbe non solo per le altre, e tante, funzioni che svolge, ma anche perché ci vorrebbe un esercito di Vigili da dedicare solo agli sporcaccioni. E comunque, per quello che è possibile, e con l’organico a disposizione, la PM il controllo lo fa, ispezionando le buste abbandonate quando è chiamata dalla ditta, facendo le multe a chi viene colto in flagranza (pochi) e a chi si risale attraverso documenti trovati nelle spazzatura abbandonata.

La repressione di questo odioso fenomeno non è facile, perché sono comportamenti la cui sanzione è praticabile se si coglie in flagranza o attraverso prove inconfutabili. Ma, nonostante questa difficoltà, i verbali si fanno.

Dal 2012 al 31 dicembre 2015 sono stati, infatti, elevati 148 verbali: 13 nel 2012, 10 nel 2013, 32 nel 2014, 63 nel 2015. Una parte di questi verbali sono oggetto di ricorso, un'altra arriva alle ordinanze di ingiunzione indirizzate a chi non ha pagato (dovrebbero essere arrivate le ingiunzioni relative all’anno 2013). Dopo l’ingiunzione, nel caso il multato ancora non paghi, scatta il ruolo, quindi l’Equitalia.

Di fronte all’entità del fenomeno a Rutigliano (ma è così anche a Noicattaro, Mola di Bari, Polignano, Conversano...), il numero dei verbali elevati in quattro anni potrebbe non essere sufficiente, ma va considerata la limitata disponibilità del personale e degli strumenti a disposizione della PM.

Certo la videosorveglianza, ora implementabile con nuove e dedicate telecamere da posizionare nei punti presi più di mira dagli sporcaccioni, darebbe una mano importante nel documentare in modo incontrovertibile l’abbandono dei rifiuti. Ma la videosorveglianza, da sola, senza una sala operativa con personale dedicato  e un regolamento comunale che garantisca la privacy e la buona gestione delle immagini, serve a poco.

L’amministrazione comunale dovrebbe mettere la PM nelle condizioni di operare con più efficacia, magari istituendo le GEV (Guardie Ecologiche Volontarie, cosa sono e cosa possono fare si veda qui) presenti in  tante città italiane, possono dare una mano importante nel controllo del territorio ai fini della tutela ambientale.

Si potrebbe agire anche sull’entità economica del verbale, che ora è di 50 auro, come da ordinanza sindacale. Bisogna rendere più pesante la sanzione e non fa niente se fino ai 50 euro l’introito delle multe rimane al comune, oltre quella cifra va alla Provincia, ora Città Metropolitana di Bari. Bisognerebbe puntare all’effetto deterrenza delle multe, più che ad incassare l’introito, anche perché quello che si spende a bonificare il territorio dai rifiuti abbandonati è decisamente molto di più di quello che il comune introita dalle multe.

Installare le telecamere che si sono già acquistate, attrezzare la sala operativa, implementare la capacità di controllo della PM. Tutto questo, certo, non farà scomparire per sempre il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti, ma potrebbe contribuire a ridurlo in modo deciso. Se a questo si aggiunge una periodica campagna di formazione/informazione presso le utenze (domestiche e non domestiche), le scuole e, soprattutto, presso la comunità immigrata che, spesso, e forse in
gran parte, non riesce ad avere il kit della differenziata, i risultati -in quanto a decoro urbano- potrebbero davvero essere notevoli.




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