Agricoltura, a Rutigliano una organizzazione di produttori
- Dettagli
- Pubblicato Lunedì, 25 Gennaio 2016 02:16
- Scritto da Gianni Nicastro
di Gianni Nicastro
E’ da diverso tempo che si stanno vedendo. Una decina di giorni fa si sono incontrati nella sala Mons. Di Donna, oggi pomeriggio si vedono nella sala conferenze di Palazzo San Domenico alle ore 17:00. Si tratta di un gruppo di coltivatori di uva da tavola che sta dando vita a una OP, le famose organizzazioni di produttori molto diffuse in altre parti d’Italia, delle quali si sente spesso parlare alle nostre latitudini, ma che nessuno fino ad oggi ha mai avuto la voglia, il tempo e, forse, anche il coraggio di costituire.
Mercoledì lo stesso gruppo di agricoltori si vede ancora, sempre a Palazzo San Domenico. Questa volta per discutere di PSR, Programma di Sviluppo Rurale, importante strumento finanziario che la comunità europea mette a disposizione della regione Puglia con una dotazione di 1,64 miliardi di euro.
Il 15 gennaio scorso gli stesi produttori hanno protocollato, al comune di Rutigliano, una “richiesta di incontro sulla problematica” delle “malformazioni su vite”, richiesta (qui sotto pubblicata) alla quale sindaco, presidente del consiglio comunale e vicesindaco non hanno ancora risposto. Gli agricoltori vogliono conoscere i risultati della sperimentazione avviata, a luglio scorso, su alcuni impianti di uva da tavola per accertare le cause del fenomeno di malformazione fogliare e mancata fioritura che ha colpito molti impianti a Rutigliano, nel barese, nel tarantino e in altre parti d’Italia, oltre che in Svizzera, Francia e in altri paesi.
Qualche giorno fa abbiamo parlato con Vito Pavone, uno dei promotori della nascente OP. «Noi come agricoltori stiamo cercando di aggregarci per far fronte ai costi di produzione eccessivi, cercando di fare rete tra agricoltori» ci ha detto. «Uno degli obiettivi principali -ha aggiunto- è la circolazione delle informazioni tra gli agricoltori, la capacità di affrontare questo periodo di crisi insieme e, poi, se la Comunità, le istituzioni ci metteranno a disposizione degli strumenti, noi li utilizzeremo tutti per essere più competitivi».
«Stiamo lavorando -ha detto ancora Vito Pavone- a un gruppo di acquisto tra gli agricoltori, in modo da essere più organizzati, riuscire a spuntare prezzi inferiori, avere la certezza della qualità dai fornitori di materiale. Questo modo di ragionare insieme è partito anche da altre situazioni che ci hanno visti uniti come agricoltori. Vogliamo quindi andare avanti, vogliamo crescere ed aggregare quanti più produttori».
Queste altre situazioni, sig. Pavone, si riferiscono, in modo particolare, a quello che è successo nella scorsa campagna agricola, cioè alle malformazioni alle piante e all’uva da tavola?
«Sì, perché se ogni produttore fosse rimasto isolato, certamente non avrebbe raggiunto l’obiettivo che noi stiamo raggiungendo. Ma non solo per noi agricoltori, che stiamo raggiungendo per l’intera categoria, nel senso che le multinazionali, o la casa farmaceutica, ci vende un prodotto, se siamo insieme, riusciamo ad affrontare meglio, a verificare la qualità e quant’altro. Questo stare insieme, quindi, ci sta portando veramente ad ottenere risultati egregi, ripeto, non solo per i nostri interessi, ma per gli interessi dell’intera collettività, e di questo il mondo agricolo ha davvero bisogno».
Questa organizzazione di produttori, che voi state mettendo su, oltre all’abbattimento dei costi di produzione, oltre all’informazione e, probabilmente, alla formazione, si porrà l’obiettivo anche di una commercializzazione, non dico in proprio, ma abbastanza autonoma rispetto a quella tradizionale?
«Allora, noi partiamo dallo stato dei fatti. Sicuramente noi, con questa organizzazione, non siamo in antitesi a tutta la struttura commerciale, o dei commercianti, esistente a Rutigliano. Lungi da noi, anzi. Unione di agricoltori che dialoga apertamente con le strutture commerciali che ci sono su Rutigliano. Potremo arrivare ad una commercializzazione diretta, però ci vorrà ancora del tempo. Dobbiamo sicuramente guardare a questi aspetti più urgenti. L’OP che si vuole costituire vorrebbe essere integrata sicuramente con queste strutture commerciali che sono importanti, non bisogna perdere questo patrimonio. Come, d’altronde, succede in altre regioni italiane (per esempio in Alto Adige), lì ci sono le cooperative, qui abbiamo commercianti bravissimi che hanno dato sviluppo a questo territorio. In simbiosi noi dobbiamo cercare di raggiungere degli obiettivi, altrimenti questo settore sarà sempre più in crisi».
Clicca sull'immagine quisotto per ingrandire