Lama/reflui, il comitato incontra l’assessore regionale Giannini
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- Pubblicato Venerdì, 01 Agosto 2014 20:39
- Scritto da Comitato Salviamo Lama San Giorgio
Cronaca a cura del Comitato intercomunale Salviamo Lama San Giorgio
Le associazioni, i movimenti e i cittadini di Rutigliano, Casamassima, Sammichele, Triggiano e Noicattàro, unitamente al Comitato intercomunale “Salviamo Lama San Giorgio”, hanno incontrato l’Assessore regionale ai lavori pubblici Giovanni Giannini per discutere dello sversamento dei reflui nella lama San Giorgio. L’incontro, richiesto dai cittadini, si è svolto il 23 luglio scorso presso la sede dell’assessorato ai lavori pubblici su via Gentile a Bari. Alla riunione erano presenti due tecnici regionali, Luca Limongelli, dirigente alle risorse idriche, e Antonello Antonicelli, dirigente dell’ufficio ecologia.
«Chiediamo all’Assessore di rivedere il progetto di sversamento dei reflui nella lama San Giorgio anche alla luce della sentenza del TAR Puglia e del Consiglio di Stato, che hanno sospeso la 'compatibilità paesaggistica' rilasciata dalla giunta regionale a maggio del 2013 per i lavori di ripristino delle continuità idraulica della lama San Giorgio», così ha esordito il portavoce del Comitato Gianni Nicastro nell’incontro con l’ass. Giannini.
«Il Comitato intercomunale ‘Salviamo Lama San Giorgio’ non è il movimento del “No”», ha tenuto a precisare Nicastro, agiungendo che il comitato «propone, come soluzione alternativa allo scarico nel vallone Guidotti, lama Cupa a Casamassima dove l’Ente Irrigazione ha realizzato, agli inizi degli anni Novanta, e mai entrato in funzione, un invaso per raccogliere le acque di falda provenienti da pozzi artesiani con annessa rete idrica di distribuzione per l’utilizzo in agricoltura, invaso di proprietà della regione Puglia».
L’Assessore Giannini ha subito chiesto ai due dirigenti presenti alla riunione di approfondire il motivo per il quale lama Cupa non sia stata presa in considerazione come recapito finale. «La Regione ha preferito realizzare un collettore di sei chilometri fino a Rutigliano invece di realizzarne uno più breve fino a lama Cupa nel territorio di Casamassima», ha rincarato la dose il portavoce del Comitato. «Un’opera pubblica mai utilizzata, per costruire la quale sono stati spesi miliardi di lire e che è destinata a rimanere la classica cattedrale nel deserto -ha insistito Nicastro- come ce sono tante dello stesso tipo sul nostro territorio, a Noicattàro, Mola di Bari, Gioia del Colle…». In realtà lama Cupa è stata proposta come recapito finale del depuratore di Casamassima sin dal 2012 dalla sezione del PD di Casamassima e dall’Area Metropolitana BA/2015. Niente di nuovo, dunque.
E’ intervenuto il dirigente Limoncelli dicendo che «ci troviamo in una situazione in cui non possiamo concederci altro tempo posto che su Casamassima incidono infrazioni comunitarie perché il vecchio depuratore effettua soltanto il trattamento primario dei reflui». In riferimento agli incontri tra il Prefetto di Bari e i sindaci di Rutigliano e Casamassima sulla stessa questione, Limongelli ha detto che «la proposta con la quale noi siamo arrivati in Prefettura, come Regione, avendo sentito Acquedotto pugliese e Autorità Idrica, è stata quella di trovare un punto diverso di scarico che preservi l’area archeologica dell’Annunziata a Rutigliano». «Con i comuni di Rutigliano e Casamassima -ha continuato il dirigente regionale- abbiamo condiviso una ipotesi di lavoro spostando il punto di scarico più a valle di circa tre chilometri in aree comunali, dove il comune di Rutigliano ha dichiarato di voler realizzare un parco periurbano». «Quindi -ha concluso- nel caso specifico del depuratore di Casamassima vogliamo realizzare le trincee drenanti che possono cominciare a ridurre la portata dello scarico nella lama San Giorgio, tenendo presente anche dell’affinamento in modo che lo scarico in Lama sia il minore possibile. Questa è l’ipotesi su cui abbiamo discusso in Prefettura anche se, sia i legali del comune di Rutigliano sia quelli di Italia Nostra, hanno ribadito che va considerata l’intera lama San Giorgio e non il caso specifico di Casamassima».
A questo punto a prendere la parola è stato il dirigente dell’ufficio ecologia, Antonello Antonicelli, il quale ha dichiarato che la Regione ha preso in considerazione l’intera lama, come dimostrano gli atti, rinviando a una analisi di cumulo sulla capacità della stessa lama di poter reggere gli scarichi dei vari depuratori.
«Una valutazione di impatto ambientale sulla Lama come recapito finale non c’è mai stata -ha controbattuto Nicastro- c’è solo un parere sul depuratore di Casamassima con scarico a Rutigliano». Il portavoce del Comitato ha fatto notare, rivolgendosi ad Antonicelli, che in sede di assoggettabilità VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) per la realizzazione del nuovo del depuratore di Casamassima, lui stesso, nella determina dirigenziale 145 del 19 marzo 2009, ha dato un parere vincolato a una serie di prescrizioni che ad oggi sono state disattese. In questo parere favorevole con prescrizioni, lo stesso Antonicelli scriveva: “Dallo studio della Lama San Giorgio trasmesso dal Commissario Delegato con nota acquisita al protocollo n° 2819 del 3 marzo 2009 per la verifica della compatibilità idraulica a ricevere i reflui depurati dell’abitato di Casamassima, si evince che la soluzione di avviare le acque di scarico verso corsi d’acqua, anche non significativi come Lama San Giorgio, può essere una soluzione tecnica sostenibile purché siano rispettati alcuni principi:
- sia assicurata la continuità idraulica del corso d’acqua in modo da evitare la creazione di ristagni;
- le acque di scarico siano povere di nutrienti in modo da limitare la crescita spontanea di vegetazione;
- siano rispettate le naturalità e le vocazioni del territorio attraversato in modo da limitare l’impatto sull’ambiente;
- non venga modificata la fruibilità dell’area intorno al punto di scarico”.
Nicastro, dunque, ha fatto notare, all’ing. Antonicelli, come i lavori di continuità idraulica non siano mai cominciati e, attualmente, il depuratore di Sammichele sta scaricando in lama San Giorgio senza continuità idraulica e senza che lo stesso depuratore sia stato assoggettato a VIA, a differenza di quello di Casamassima.
A Sammichele l’alveo è scomparso, sommerso dall’acqua reflua e dalle piante infestanti, piante mai viste prima. Questa trasformazione della Lama ha modificato pesantemente la sua fruibilità da parte dei cittadini, per la semplice ragione che l’alveo è inarrivabile, impraticabile.
«Grande è l’impatto che i reflui, carichi di sostanza nutritive, arrecano alla Lama, ne hanno cambiato la naturalità e la fruibilità, contrariamente a quanto indicato nel parere con cui Lei stesso, ing. Antonicelli, ha licenziato il progetto del depuratore di Casamassima (con recapito finale in lama San Giorgio) non sottoponendolo a procedura VIA vera e propria», ha incalzato Nicastro. «Molto spesso a Sammichele l’acqua è schiumosa, torbida -ha continuato il portavoce del Comitato- come da noi documentato con video e foto».
A tal proposito Nicastro ha mostrato una scheda riassuntiva del monitoraggio che l’ARPA Puglia ha effettuato negli anni 2011- 1° trimestre 2013. Dal documento si evince che su 30 campioni analizzati sono stati trovati 2 superamenti di DOD5, COD e Solidi sospesi; 7 superamenti di Fosforo totale; 1 superamento nel saggio di tossicità; 1 superamento dello zinco. Il monitoraggio sullo scarico dei reflui del depuratore di Sammichele ha riguardato solo 30 giorni su 912 (3,28%). «Non sappiamo, l’ARPA non sa, cosa sia successo negli altri 882 giorni» è stato il commento di Gianni Nicastro circa quei dati.
E' intervenuto ancora l’ass. Giannini. «Ricapitolando -ha detto- al tavolo della Prefettura si sta ragionando sul sistema di lama San Giorgio nel suo complesso e quindi di verificare la sostenibilità di tutti gli scarichi». Per quanto riguarda lama Cupa l'assessore ha chiesto ai due dirigenti presenti di approfondire il motivo per il quale non sia stata presa in considerazione come recapito finale, così come richiesto dal Comitato. Ha voluto, infine, rassicurare i cittadini presenti che il tavolo, presieduto dal Prefetto, sta prendendo in considerazione una serie di ipotesi, tra cui l’impianto di affinamento per il riutilizzo delle acque affinante in agricoltura.