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I ragazzi del Centro Messeni-Localzo piantumano due abeti della speranza

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abete-istituto-messeni

 

Un evento eccezionale giovedì scorso all’Istituto Messeni-Localzo: la piantumazione di due abeti normandiani di vent’anni, alberi di dimensioni modeste ma che hanno una vita secolare, ci ha spiegato Pasquale Manelli, titolare del vivaio da cui sono stati presi e che ha materialmente organizzato ed eseguito la piantumazione.

Siamo in clima natalizio e la scelta dell’essenza arborea non poteva che cadere sull’abete, appunto, albero di Natale per eccellenza, un'evento che ha visto la collaborazione della Protezione civile “Ali Verdi”.

«Questa iniziativa è partita da un’idea: accendere una luce di speranza sul Centro Messeni-Localzo, piantare un albero, l’abete di Natale, che rappresenta la vita, la storia» ci ha detto la dott.ssa Laura Altieri, funzionario amministrativo del Messeni-Localzo. «Con Gennaro Fierile, che è stato un alunno del Messeni, ha frequentato tanti anni e che adesso fa parte della Protezione civile Ali Verdi, ci è venuta questa idea -ha aggiunto la Altieri- e lui si è fatto promotore di donare, come protezione civile, questi due abeti che oggi sono stati piantati nelle aiuole qui davanti. Una operazione a cui i ragazzi stanno assistendo e collaborando». «Abbiamo anche dato un nome agli alberi -ci ha detto ancora Laura Altieri- uno si chiama Nicolas perché domani e San Nicola, l’altro Luce oppure Lucia, perché festeggeremo Santa Lucia il 13 dicembre».

Una bella iniziativa, non solo segno di speranza, ma anche della spiccata sensibilità verso l’ambiente e la natura dei ragazzi videolesi del Centro diurno. «Certo, certo, loro fanno diverse attività qui e abbiamo voluto, grazie anche all’idea di Laura, piantare questi alberi come segno natalizio» ha detto Rossana Pugliese, coordinatrice del Centro diurno. «Il centro al momento funziona -ci ha spiegato la coordinatrice- ma ben presto verrà interrotto perché, come al solito, finiscono i finanziamenti e dobbiamo attendere altri stanziamenti. Il desiderio è quello che il centro non si interrompa, che sia attivo in continuo perché per molti ragazzi essere a casa significa stare da soli a non far nulla. Invece qui loro fanno attività di laboratorio di argilla, di intreccio, impagliatura, cultura generale, autonomia personale, quindi sono più attivi».

Il centro, purtroppo, chiude il 20 dicembre dopodiché si aspetterà che la Provincia stanzi nuovi fondi. La speranza, appunto, è quella di dare continuità a questo servizio, fondamentale per i ragazzi e le ragazze del centro, un servizio che li impegna in importanti attività creative, culturali e di socializzazione.

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