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SCARICO REFLUI, LA SITUAZIONE DI MARINA DI LIZZANO

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Cominicato Stampa del 25/11/2012

ECCO LA SITUAZIONE DI MARINA DI LIZZANO

Il 30 settembre 2012 è scaduta l’ordinanza del sindaco Macripò con la quale si vietava lo sversamento dei reflui del depuratore consortile dei comuni di Fragagnano, San Marzano e Lizzano nel Canale Li Cupi (e di qui direttamente in mare).
L’associazione AttivaLizzano ha manifestato nei mesi precedenti la propria contrarietà a tale ordinanza, che di fatto ha permesso lo sversamento delle acque “depurate” nel sottosuolo (pratica non permessa dalla legge italiana, perché può compromettere le falde) e che non ha prodotto gli effetti sperati dall’Amministrazione Comunale.
Infatti, dopo i primi bloom algali di inizio estate nella zona “Bagnara” della Marina di Lizzano, dovuti all’accumulo avvenuto durante gli ultimi 2 anni, di microalghe e sostanze fertilizzanti sul fondale, il problema si è spostato, a causa delle correnti, al lido Cisaniello fino a raggiungere lido Torretta.

Prima della stagione estiva si sono tenuti alcuni tavoli tecnici indetti dalla Regione Puglia, nel tentativo di elaborare soluzioni per minimizzare il problema della proliferazione microalgale nel mare. Come convenuto nei tavoli tecnici, l’amministrazione regionale ha dato mandato ad Acquedotto Pugliese S.p.A. di rendicontare sullo stato dell’impianto di affinamento delle acque reflue presente nel territorio lizzanese, realizzato pochi anni fa, con fondi comunitari per un importo di ca. 6 miliardi di lire, ma mai completato, ed al Comune di Lizzano di valutare l’annessa rete di distribuzione nelle campagne circostanti (già collaudata a suo tempo e la cui lunghezza totale è di circa 23 km!). AQP ritenendo antieconomico a causa dei già accaduti numerosi atti vandalici che hanno danneggiato la struttura stessa e dei ripetuti furti di elettropompe, cavi, quadri elettrici, etc Aqp, ha proposto di adeguare l’attuale depuratore consortile, dotandolo di impianto di affinamento stimando i costi per completare la struttura in 500.000 euro.


Il Comune di Lizzano stranamente non ha accolto le proposte dei tavoli tecnici ritenendo inutile l’ utilizzo delle acque affinate da destinare ad uso agricolo. Proposta necessaria per limitare la portata dei reflui scaricati nel Canale li Cupi.
AttivaLizzano ha evidenziato già dal novembre 2010 le legittime denunce degli agricoltori dei terreni nelle zone attorno al Canale Li Cupi - “Porvica”, “Mosca” e “Morroni” - che ancora oggi risultano gravemente danneggiate dalle esondazioni dei reflui; eppure i lavori di pulizia idraulica del tratto interessato sono ancora fermi alla progettazione, nonostante l’ urgenza di misure che possano ristabilire la salubrità di terreni destinati alle coltivazioni.

AttivaLizzano propone, ritenendolo più opportuno, di utilizzare i fondi europei ca. un milione di euro richiesti per il miglioramento idraulico del canale Li Cupi come da progetto del Consorzio Stornara e Tara , (presentato a Lizzano dall’ex assessore Conserva) piuttosto nell’ampliamento della rete irrigua di distribuzione dell’impianto di affinamento delle acque reflue , fino a raggiungere i territori di Fragagnano e San Marzano, onde ovviare al ricorrente problema della siccità.
Il Comune di Lizzano emette l’ordinanza n.7 del 24/02/2012 relativa all’ obbligo della verifica, funzionalità e di adeguamento degli scarichi fognari (dispersi nel terreno raggiungono facilmente il mare) alle residenze della marina di Lizzano. I residenti avrebbero dovuto comunicare al Comune di Lizzano entro i 90 giorni gli esiti degli avvenuti controlli previsti. I residenti hanno provveduto a quanto richiesto dal Comune? E quest'ultimo ha provveduto a verificare? Nulla è stato fatto !!!

Si aggiunge infine a quanto esposto, l’annoso problema delle acque di vegetazione provenienti dai frantoi che, sversate illecitamente nella rete fognaria non permettono il corretto funzionamento del depuratore per tutto il periodo della molitura delle olive.
Da un’indagine condotta dall’ENEA nel nostro Paese si producono oltre 2000 ton\anno di acque di vegetazione di cui più della metà concentrate in Puglia. Questo dato evidenzia l’attenzione che le Istituzioni preposte dovrebbero dedicare al riutilizzo delle acque di vegetazione nella nostra regione. Considerando che tali acque hanno un carico inquinante decine di volte superiori a quello dei reflui civili, e la stessa ENEA ne consiglia il recupero se opportunamente trattate, in agricoltura (o per l’eventuale produzione di biogas).

In Puglia vengono prodotte la metà dei reflui oleari dell’Italia intera, ma non risulta che siano stati realizzati o predisposti dalle Amministrazioni, impianti per lo smaltimento ed il recupero di tali acque.
I cittadini non si sentono tutelati, né incoraggiati al rispetto delle norme che proteggono la salute, la natura, i beni comuni.

Associazione di Volontariato
ATTIVALIZZANO

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