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LA SCUOLA “G. SETTANNI” FESTEGGIA I SUOI 110 ANNI

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di Rosalba Lasorella

Centodieci anni non passano certo inosservati, soprattutto quando a compierli è un’istituzione che da oltre un secolo lavora per formare cittadini consapevoli e capaci di difendere il senso di comunità dalle minacce di un’imperante frammentazione.  Il 1° Circolo Didattico Statale “Giuseppe Settanni” di Rutigliano ha festeggiato lo scorso 8 novembre, dopo un cammino preparatorio che ha coinvolto alunni, genitori ed insegnanti, l’ultracentenario compleanno del suo istituto, ricostruendo senza venature nostalgiche il proprio passato e spingendo lo sguardo –con coraggio ed ottimismo- verso un futuro ancora tutto da costruire.

Ad aprire la ricca manifestazione, sulle note dell’Inno di Mameli cantato dal “Coro 7 note” della scuola, la Dirigente prof.ssa Maria Melpignano, succeduta nell’incarico ad Antonietta Perrelli, quest’ultima visibilmente emozionata ed ancora fortemente convinta che la chiave per la buona riuscita del progetto pedagogico risieda nella capacità di restituire al bambino la sua centralità e di garantire alla scuola l’elaborazione di un percorso parallelo a quello della società.

Il compito è assai arduo, lo è in particolar modo adesso che i giovani fanno fatica a veder riconosciuti i meriti della propria formazione e le famiglie convivono con l’amarezza di non aver fatto o di non poter fare abbastanza. Di questo ha parlato il dott. Giovanni Lacoppola, dirigente dell’U.S.P. Bari e autore del libro “La scuola che vorremmo”, in un discorso che, tra dati statistici e profusi incoraggiamenti, ha dipinto il quadro di un’azione politica non sempre tesa alla salvaguardia della cultura, ma spesso superata dalla passione di chi crede nella scuola pubblica, animandola e rianimandola ogni giorno in nome di un valore superiore.
«La scuola deve avere il compito di aiutare i giovani a scoprire la propria vocazione» -ha detto il Provveditore- «aiutandoli a coltivare il sapere critico, in modo che possano essere in futuro cittadini liberi in grado di ragionare in modo autonomo ed indipendente».

Nell’istituzione scolastica si concentra, dunque, la responsabilità di forgiare costantemente nuove e libere generazioni, serenamente distaccate dalle pericolose manipolazioni e dai compromessi che leniscono la dignità. La minaccia esiste, lo sa bene Raffaele Gorgoni, giornalista RAI e, in quanto tale, diretto conoscitore del sistema mass-mediatico «nemico della scuola», che alla “G. Settanni” deve la salvezza del figlio da quell’«ignoranza caprina» che dilagava nell’istituto privato a cui era stato precedentemente iscritto.

L’omaggio ai 110 anni della scuola rutiglianese ha richiesto un intenso lavoro di ricerca e ricostruzione, affrontato dai bambini con la curiosità di conoscere le origini (le bozze dei primi progetti architettonici, le vecchie pagelle, le testimonianze degli storici collaboratori) e dai grandi con il desiderio di attualizzare e condividere i ricordi: è nato così l’Inno alla Scuola, composto dall’insegnante Alma Lucente, ed è nato così l’e-book realizzato dalle classi quinte nell’ambito del PON informatico “Digital Natives in Progress”.

Gli intermezzi musicali, curati da Vito Giampaolo, Giacomo Battista e Ilaria Deviti, hanno allietato una serata a cui non è mancato il contributo del primo cittadino, tornato nello storico plesso dopo anni da allievo e da figlio di un genitore che lì ha prestato per quarant’anni il proprio servizio.
«Devo dire che questo istituto, questa realtà scolastica è stata veramente brava, in gamba e capace di adeguarsi a tempi che corrono e vanno avanti in maniera vertiginosa» -ha ammesso il Sindaco Roberto Romagno- «Lo ha fatto egregiamente, lo ha fatto con grande senso di responsabilità, lo ha fatto soprattutto grazie allo spirito di abnegazione, alla passione, alla professionalità che ha caratterizzato i vari dirigenti scolastici, il corpo docente e tutti coloro che per la scuola lavorano e hanno lavorato».

Approfittando della ghiotta occasione, la dirigente ha lanciato all’amministrazione comunale la proposta di destinare alcuni locali della scuola all’allestimento di un museo che ricostruisca la storia educativa dell’istituto valorizzandone così l’impegno sul territorio. L’invito è stato positivamente raccolto: «se dovessero rendersi necessari alcuni piccoli ma non eccessivamente pesanti interventi anche di adeguamento alla struttura l’amministrazione è già pronta a fare il possibile» ha annunciato il dott. Romagno, strappando ai presenti un fragoroso applauso e cedendo la parola ai fiati del Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli.






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