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"ESSI VIVONO", DI JOHN CARPENTER

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di Andrea Costanza


Immagina di essere un vagabondo, in disperata ricerca di lavoro. Non hai gli occhi per piangere, relegato ai margini della sopravvivenza. Tu intanto fai di tutto per rimediare alla tua malsana condizione: ma niente, nisba, nada. Le istituzioni non t'aiutano, si disinteressano del tuo stato. Sei solo. Tuttavia, per fortuna, riesci a intrufolarti presso un cantiere edilizio. Diventi un operaio. Attento. Un bel giorno decidi di percorrere la via più trafficata e caotica della tua città. Ti ritrovi lì, in quello stradone colmo di cartelloni pubblicitari, che ti stimolano a spendere e spandere.

Devi stimolare i consumi, perché sennò l'intero ambaradan potrebbe risentirne. Elementare Watson. E guarda un po' che coincidenza: proprio lì, in quello stradone, sei circondato/a da un fottio di negozi, negozioni e negozietti, nei quali troveresti individui disposti a tutto pur di mercanteggiare, contrattare, e dunque disfarsi della merce (spesso inutile) che più ti aggrada. Ma tu intanto che fai? Metti mano al portafoglio? No, non hai una lira; eppure, fidati, in compenso possiedi un oggetto straordinario, in grado di farti cogliere una realtà sotterranea, innominabile e inguardabile. Una realtà che non desumeresti ad occhio nudo. Di quale oggetto sto parlando? Toh, un paio di occhiali da sole.

Indossandoli potrai scorgere la verità, nella quale il mondo pubblicitario, autentico ossigeno della mentalità capitalista, si rivela portatore di messaggi subliminali che ti inducono a non pensare, a non riflettere con la tua testolina. “Obbedite”, “non pensate”, “spendete”, “comprate”, “lasciatevi cullare dal benessere”, “sottomettetevi”, “non svegliatevi”, “non fate domande alle autorità”, “guardate la televisione”, “uccidete la fantasia”. Insomma, loro ti vogliono un lobotomizzato.

Ma loro chi? Una razza aliena. Difatti, con quegli occhiali, riesci persino a riconoscerli; e fidati, non è un bello spettacolo. Sono mostri orribili, orripilanti, eppure ad occhio nudo sembrano davvero degli impomatati e profumati esseri umani. Questi alieni sono una minoranza “organizzata” smaniosa di schiavizzare “bonariamente” la “disorganizzata” razza umana, peraltro dedita a far cosa? Semplice: a “magnà”, a “cagà” e a “fottere”. E a dormire. E tu intanto che farai? Proverai a ribellarti o continuerai a dormire?

Ma tranquilli, niente panico, l'essenza della storiella succitata deriva dalla trama di un film. La pellicola si chiama “Essi vivono”, classe 1988, targata da quel geniaccio che è John Carpenter. Secondo voci di corridoio, la pellicola è stata portata a termine in meno di 50 giorni, con costi davvero irrisori. John Carpenter è un autorevole rappresentante del genere b-movie e del fanta-horror. In tutte le sue maggiori opere, da “La Cosa” a “1997 Fuga da New York”, si intravede uno sguardo critico contro le storture sociali. Eppure “Essi Vivono” è di certo la pellicola più faziosa, quella più politicamente schierata; l'autore si schiera senza fronzoli contro il liberismo più sfrenato, incarnato in quegli anni dalle politiche mercantiliste di Ronald Reagan. E difatti, dopo quasi 25 anni di distanza, i temi trattati in questo film sono ancora attualissimi. Perché non è cambiato nulla. Anzi, specie dopo il crollo del muro di Berlino, “l'americanizzazione” del mondo si è fatta ancora più evidente. Il denaro, la crescita, la competizione, la globalizzazione: totem intoccabili. E l'assuefazione, la passività nell'essere umano si è fatta tragica normalità.

Ma tranquilli, è solo un film. Ovviamente non c'è una razza aliena disposta a schiavizzarci. In compenso dobbiamo avere a che fare con lo spread e con quella dimensione anonima denominata “mercati”. Che sarà mai. Eppure Omero era convinto che “dietro il nome di nessuno c'è sempre il nome di qualcuno”...

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