FINI STAMATTINA A RUTIGLIANO
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- Pubblicato Martedì, 10 Maggio 2011 20:53
- Scritto da Gianni Nicastro
«Sig. sindaco, autorità e cari amici ed amiche di Rutigliano, sono io a dovervi ringraziare in modo sincero per l’invito, ma in particolar modo per l’accoglienza. Quel calore, credo di poter dire, quella vicinanza che soltanto la civilissima terra di Puglia sa dare a chi rappresenta le istituzioni».
Ha esordito così, il Presidente Gianfranco Fini, quando ha preso la parola in un lungo e caloroso applauso del pubblico presente numeroso in sala consiliare stamattina. Ha preso la parola dopo l’intervento introduttivo di rito del sindaco Roberto Romagno.
Il Presidente della Camera è stato accolto calorosamente non solo dai suoi fedelissimi, locali e no. C’erano tanti cittadini e tanti bambini delle scuole, in prima fila con le bandierine tricolore.
Fini ha parlato per un quarto d’ora, ha fatto un discorso da Presidente della Camera, nessun accenno alla politica nazionale, tanto meno al conflitto/scontro istituzionale quotidianamente alimentato da Silvio Berlusconi nei confronti del Presidente della Repubblica, della magistratura e dello stesso leader di Futuro e Libertà.
Niente di tutto questo. Fini ha parlato dei comuni italiani, che sono una ricchezza per il paese, una ricchezza culturale, storica e civile. «Bisogna avere memoria del passato per essere più consapevoli di quelli che sono i problemi del presente, ma soprattutto per essere in grado, come Unità nazionale, di affrontare la grande sfida del futuro», questo è il passaggio con cui ha introdotto il discorso sui 150 anni dell’Unità d’Italia il cui anniversario si sta festeggiando nel Paese, a Sud come a Nord. Quasi a rimarcare che non c’è Lega/Bossi che tenga: l’Unità d’Italia è vissuta come un valore storico fondativo della Repubblica, da Palermo a Milano.
Non è mancata la rivendicazione dell’orgoglio nazionale. «Credo che, senza alcuna presunzione -ha detto- senza alcuna malintesa e folle superiorità, si debba essere innanzi tutto consapevoli del fatto che nascere in Italia, o diventare italiani, è un piccolo privilegio, perché il nostro è un popolo che ha donato alla civiltà pagine che il mondo intero ci invidia. Il nostro è un popolo che, secondo l’UNESCO, detiene all’interno dei confini dello Stato, oltre il 40% del patrimonio culturale dell’umanità». «Non c’è borgo -ha aggiunto- non c’è città, luogo italiano, in cui nel corso dei millenni non sia stata scritta una piccola, grande, pagina che arricchisce la cultura della umanità intera».
Questi alcuni brevi passaggi del discorso che Fini ha tenuto stamattina nella città dell’uva da tavola e dei fischietti in terracotta. E proprio in terracotta sono stati i doni che il sindaco ha offerto alla fine al Presidente della Camera. Un riquadro piatto con sopra raffigurate le chiavi della città, realizzato dal figulo Dino Valentini, e un fischietto raffigurante proprio lui, Fini, realizzato dall’artista Pietro Leone. Fischietto che il Presidente ha cercato di far fischiare senza riuscirci. «Vabbe’, ci vuole un po’ di esperienza», ha scherzato.
Poi via, applausi e tutti che hanno voluto farsi fotografare, compreso alcuni candidati del centrodestra in lista nei comuni che tra qualche giorno andranno al voto amministrativo.
A breve il video della manifestazione.