Padre Francesco Divittorio, Rutigliano non deve perdere la memoria della sua storia
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- Pubblicato Lunedì, 30 Novembre -0001 00:49
- Scritto da Sac. Pasquale Pirulli
RUTIGLIANO NON DEVE PERDERE LA MEMORIA DELLA SUA STORIA!
Sac. Pasquale Pirulli
Questo intervento sul sito rutiglianoonline, e ne ringraziamo il direttore Gianni Nicastro per la cortese ospitalità, intende soltanto richiamare alla memoria di tutti i cittadini la persona e la vicenda del P. Francesco Paolo Divittorio ofm della Custodia di Terra Santa nella ricorrenza del suo martirio, avvenuto il 23 gennaio 1920 nel lontano villaggio di Mugiuk Deresi, distretto di Marasc.
Nella data centenaria della sua morte (23 gennaio 1920-2020), la cui celebrazione, presieduta dal vescovo della diocesi di Conversano-Monopoli Mons. Giuseppe Favale e cui intervenne l’Amministrazione del Comune di Rutigliano nella persona del sindaco Dott. Giuseppe Valenzano, divenne l’occasione propizia per richiamare la sua eroica vicenda, anche attraverso la pubblicazione del saggio storico «IL SERVO DI DIO P. FRANCESCO PAOLO DIVITTORIO o.f.m.» a cura del sottoscritto stampato da AGA editrice in Alberobello.
Si approssima la ricorrenza annuale e dobbiamo constatare che purtroppo la sua memoria, anche se richiamata da una pregevole icona realizzata dall’artista Grazia Dibattista presente nella sagrestia della Chiesa matrice S. Maria della Colonna, nn è molto presente nella conoscenza e nel ricordo dei nostri concittadini. L’auspicio di una ripresa canonicamente corretta della causa di beatificazione insieme ai suoi confratelli, ricordati nella circolare del custode di Terra Santa del tempo P. Ferdinando Diotallevi ofm del 14 settembre 1920, ancora non si è attuata anche per la mancanza di un attore (ordine religioso o diocesi) e le difficoltà di coordinare diverse iniziative che si promuovono nei paesi di origine dei religiosi uccisi.
Brevemente facciamo memoria del nostro eroico religioso francescano perché se ne faccia ogni anno doverosa memoria.
La sua nascita da Luca Divittorio, figlio di Francesco Paolo e di Cosma Palumbo, e da Antonia Rosa Marzovilla, figlia del fu Giovanni Battista e di Grazia Valenzano, era avvenuta alle ore 11.30 pomeridiane del 29 ottobre 1882 nella casa posta al numero 11 di vico primo dei via San Cusmano; risulta registrata sul registro dei nati del Comune il 30 ottobre 1882 alle ore sette e minuti trenta dal Sindaco e ufficiale di stato civile Avv. Michele Troiano, perché denunciata dal padre Luca Divittorio alla presenza dei testi Vito Stefano Orlando e Paolo Sanitate.
Il suo battesimo è registrato al numero 329 del 1° novembre 1982 ed è amministrato da D. Giovanni Vito Chiaia, arciprete curato dell’insigne collegiata di Santa Maria della Colonna, e sono padrini Michele Avella e Grazia Maurantonio. Gli vengono dati i nomi di Francesco Paolo Nicola Maria.
Dopo le scuole elementari, avvertendo la vocazione religiosa, con la guida del P. Nunzio Delvecchio, egli raggiungerà la Terra Santa e, una volta sacerdote (22 settembre 1906), svolgerà il suo ministero missionario in Armenia, facilitato dalla conoscenza della lingua turca. Quale responsabile della missione di Mugiuk Deresì, nel distretto di Marasc, insieme ai due confratelli Fr. Alfredo Dollentz e Fr. Salvatore Sabatini e ai trenta bambini dell’orfanotrofio, il 23 gennaio 1920 egli rimarrà vittima della furia omicida dei ciatà turchi, esagitati nazionalisti mussulmani, dei quali fa parte il loro assassino Loimen Ogli Ali Efendi, il quale li aveva ingannati offrendo loro subdola ospitalità. Non è stato mai possibile ritrovare i loro corpi, probabilmente bruciati come era accaduto nella stessa zona al beato P. Salvatore Lilli o.f.m. nel 1895. Il loro martirio è ricordato nella lettera circolare del P. Custode di Terra Santa P. Ferdinando Diotallevi o.f.m. del 14 settembre 1920 e celebrato durante i solenni funerali svolti il 22 settembre 1920 nella chiesa del S. Salvatore a Gerusalemme.
Il ricordo del P. Francesco Paolo Divittorio o.f.m. martire della carità, da parte della comunità civile e religiosa di Rutigliano, vuol essere auspicio del riconoscimento del suo sacrificio e dei suoi compagni da parte della Chiesa con l’iscrizione nell’elenco beati come martiri della fede cristiana.
Video già pubblicato su Rutiglianoonline il 28 ottobre 2020