Invito alla lettura. “Fratelli tutti”, la terza enciclica di papa Francesco
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- Pubblicato Lunedì, 05 Ottobre 2020 16:01
- Scritto da Sac. Pasquale Pirulli
Sac. Pasquale Pirulli
Dopo che il 3 ottobre 2020 papa Francesco si è recato per la quarta volta ad Assisi e sull’altare di S. Francesco ha firmato la sua terza enciclica dal titolo tutto francescano «Fratelli tutti» sulla fraternità e l’amicizia sociale, possiamo dare questa nota di invito ad accostarsi a questo testo rivolto a tutti gli uomini di buona volontà. Il papa precisa: «Pur avendola scritta a partire dalle mei convinzioni cristiane, che mi animano e mi nutrono, ho cercato di farlo in modo ce la riflessione si apra al dialogo con tute le persone di buona volontà» (FT 1).
Il documento pontificio si articola in otto capitoli, in ben 287 numeri ed è corredato di 268 note. Ecco di seguito i capitoli: 1. Le ombre di un mondo chiuso; 2,.Un estraneo sulla strada; 3. Pensare e generare un mondo aperto; 4. Un cuore aperto al mondo intero; 5. La migliore politica; 6. Dialogo e amicizia sociale, 7. Percorsi di un nuovo incontro; 8. Le religioni a servizio della fraternità nel mondo.
Nella introduzione con l’espressione “Fratelli tutti” (Ammonizioni 6,1: FF 155) , il papa richiama l’invito del santo di Assisi a tutti fratelli e sorelle “a una forma di vita dal sapore di Vangelo, cioè a vivere con “un amore che va al di là delle barriere della geografia e dello spazio”.
Rifacendosi allo spirito del santo “dell’amore della semplicità e della gioia” egli ha scritto l’enciclica Laudato si’ e ora indirizza a tutte le persone di buona volontà questa sulla “fraternità e l’amicizia sociale”.
Per lui i tratti di un francescanesimo autentico e dal respiro universale sono questi: “Infatti San Francesco, che si sentiva fratello del sole, del mare e del vento, sapeva di esse ancora più unito a quelli che erano della sua stessa carne fraterno. Dappertutto seminò pace e camminò accanto ai poveri, agli abbandonati, ai malati, agli scartati, agli ultimi”.
Con acribia storica egli ripercorre la visita di Francesco al Sultano Malil-al-Kamil a Damietta sottolineando il grande sforzo di questo rivoluzionario gesto di fraternità “a motivo della sua povertà, delle poche risorse che possedeva, della lontananza e della differenza di lingua, cultura e religione”. Il suo atteggiamento nell’andare all’incontro con il Sultano gli suggerirà poi di raccomandare ai suoi religiosi che si trovano “fra i saraceni o altri infedeli (…) non facciano liti o dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio” (Regola non bollata, 16,3.f: FF 42-43) . In fin dai conti si tratta di una “strategia di pace” messa in opera ottocento anni fa; “evitare ogni forma di aggressione o contesa e anche di vivere un’umile e fraterna «sottomissione», pure nei confronti di coloro che non condividono la loro fede”.
Papa Francesco ritrova la motivazione della sua enciclica proprio in Francesco d’Assisi “che ha suscitato il sogno di una società fraterna (…) In quel mondo pieno di torri di guardia e di mura difensive, le città vivevano guerre sanguinose tra famiglie potenti, mentre crescevano le zone miserabili delle periferie escluse”.
Se l’ispiratore della precedente enciclica Laudato si’ è stato il dialogo con il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo, per questa terza enciclica il papa riconosce la provocazione culturale e religiosa che gli è stata offerta dall’incontro con il Grande Imam Ahmad Al-Tayebb durante il quale hanno firmato una dichiarazione comune sulla fraternità universale per la quale si riconosce che “Dio creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamato a convivere come fratelli tra di loro”. (Documento di Abu Dhabi del 4 febbraio 2019) Con chiarezza papa Francesco precisa che quel documento non è stato un atto di fredda diplomazia ma “una riflessione compiuta nel dialogo e di un impegno congiunto”.
La presente enciclica “raccoglie e sviluppa i temi di quel documento” e il papa si augura che le sue pagine, pur “non potendo riassumere la dottrina sull’amore fraterno”, sono “un umile apporto alla riflessione affinché, di fronte a diversi modi attuali di eliminare o ignorare gli altri, siamo in grado di reagire con un nuovo sogno di fraternità e di amicizi8a sociale che non si limiti alle parole”.
Proprio la pandemia del Covid-19 “ha messo in luce le nostre false sicurezze… l’incapacità di agire insieme, una frammentazione che ha reso più difficile risolver i problemi che ci toccano tutti”. Ecco il desiderio di papa Francesco; far rinascer in tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità e conclude la sua introduzione con queste parole: «Nessuno può affrontare la vita in modo isolato […]. C’è bisogno di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti e nella qual ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti. Com’è importante sognare insieme.- […] Da soli si rischia di avere dei miraggi, per cui vedi quello che non c’è; i sogni si costruiscono insieme, Sogniamo come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figlio di quella stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli» (FT 8).
Dopo questa nota di invito alla lettura mi auguro di poter tornare a rileggere con calma alcuni temi della enciclica “Fratelli tutti” di papa Francesco che spinge con decisione la Chiesa in uscita a camminare sulle strade degli uomini con autentico amore cristiano che deve riconoscere tutti gli uomini come fratelli perché figli di un solo Dio creatore.