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LA JOSA “Ripresa diretta”

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josa-jazz-street


di Franco Larizza

Difficile dire quello che è stato e come è stato. In effetti non lo dirò, per cui, temo, questa mia specie di recensione sarà comprensibile a chi l’evento, svoltosi in tre appuntamenti, lo ha seguito.

Naturalmente, chi non l’ha seguito fa sempre in tempo a cercarlo su internet, per esempio (qui)
E, a ben pensare, non sarà neanche una recensione: non posseggo competenze ed autorevolezza sufficiente. Allora, voglio sperare di condividere qualche emozione che questa iniziativa mi ha suscitato.
Non ho nessuna remora a definire “Ripresa diretta”, un evento epocale per la storia della cultura musicale rutiglianese. Come lo sono state due rassegne che la-josa- Ripresa-Diretta 4nessuno, ormai, ricorderà.

La prima è la “Rassegna regionale di musica d’avanguardia” del 1974: portò a Rutigliano l’odore dei grandi festival di musica alternativa degli anni 70;
la seconda è “Jazz Street”, rassegna jazzistica del 1993 che, a guardare i nomi chi ci suonò, verrebbe da dire “ma possiblie?”.

Entrambi esperimenti coraggiosi che non badavano a mode, incassi, possibilità di «riempire piazze». Scommesse, forse, perse -lo ha dimostrato l’oblio della storia che è venuta dopo- ma che sul momento hanno generato valanghe di emozioni e l’illusione di stare costruendo forme di cultura durature e diverse.
Ma questa volta c’è di più. In “Ripresa diretta” ci sono stati talenti di idee che hanno saputo sposare magie di luoghi, musica buona, capacità tecniche ed un atteggiamento umile di servizio al proprio paese.

Era da tempo che non c’era niente di simile, ubriacati dalle folle oceaniche che costringono a dare “dignità culturale” anche a mascherate di dubbio gusto.
Guardatevi i tre appuntamenti. Guardate i luoghi, ascoltate la musica e come questi due elementi si sposano in tramonti perfetti.
E guardate la dignità di musicisti con gli sguardi bassi, umiliati da tre mesi passati a spolverare i propri strumenti ma, al tempo stesso fieri e perfetti anche senza l’applauso del pubblico.
Una ricetta grandiosa anche se essenzialissima...come la bella batteria dei NIROWA.

 

 

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