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Azetium, rinnovato il vincolo archeologico ma non si vede la fascia di rispetto

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di Gianni Nicastro

Lo si stava aspettando ed è arrivato. Il 20 marzo scorso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, attraverso la Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale della Puglia, ha emanato il decreto (n. D.C.P.C. 84) che dichiara “bene di interesse culturale” l’area archeologica di Azetium sita in località Torre Castiello a Rutigliano. Il nuovo decreto annulla e sostituisce il decreto ministeriale dell’8 marzo 1990 che per la prima volta aveva apposto il vincolo archeologico diretto e indiretto (fascia di rispetto) sull’area dell’antica città peuceta.

L’adozione di questo “provvedimento di tutela vincolistica” è stata proposta alla Commissione dalla Soprintendenza Archeologica della città metropolitana di Bari. Il decreto non dice granché sui motivi per cui si è voluto ribadire il vincolo su Torre Castello, ne adombra due, ma ce ne può essere un terzo.
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Il vincolo archeologico del 1990 era stato istituito sulla base della legge n. 1089 del 1939 di “tutela delle cose di interesse artistico o storico” abrogata nel 1999 dal decreto legislativo 490 (“Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali…”). Anche quest’ultimo decreto è stato abrogato ad opera dell’attuale "Codice dei beni culturali e del paesaggio”, il D. Lgs.  42/2004; per cui, è molto probabile che il vincolo archeologico di Torre Castiello avesse bisogno di essere attualizzato sulla base del nuovo Codice. E, in effetti, il nuovo “provvedimento di tutela vincolistica” è stato adottato “ai sensi degli artt. 12-13 del d.lgs. 42/04”.

Gli altri due motivi si leggono direttamente nel decreto. A causa della “vastità delle ditte proprietarie e la difficoltà di reperire i recapiti, il D.M.  08/03/1990 non veniva notificato alla totalità dei proprietari e conseguentemente, non risultava trascritto presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari di Bari”. Risultava, poi, “necessario provvedere al rinnovo della Decl. 05/04/1989, per la parte di proprietà del Comune di Rutigliano”. Il 20 marzo scorso, quindi, la Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale della Puglia ha provveduto ad annullare e sostituire sia il decreto del 1990 che la declaratoria del 1989 dichiarando l’area di Torre Castiello “bene di interesse culturale” con tutto il regime azetium-nuovo-vincolo-2019-2vincolistico che ne deriva.

Ma c’è una differenza, che immediatamente salta agli occhi, tra questo nuovo decreto e quello vecchio; riguarda la cosiddetta “tutela indiretta”, cioè, la fascia di rispetto tutta attorno all’area sulla quale c’era, e c’è, il vincolo archeologico diretto. Nel nuovo decreto questa fascia di rispetto non c’è. Sulla planimetria allegata è disegnata l’area che corrisponde a quella direttamente vincolata, non è disegnata la seconda area, quella che le gira intorno chiaramente disegnata nella planimetria allegata al decreto dell’8 marzo 1990 (si vedano le foto delle planimetrie qui sotto pubblicate).

Il vecchio decreto è composto di due articoli, l’art. 1 dice questo: “Gli immobili sopraelencati, contenenti i resti archeologici sopracitati, individuati con tonalità più scura nell’allegata planimetria facente parte integrante del presente decreto, sono dichiarati di interesse particolarmente importante, ai sensi della legge 1.6.1939, n. 1089 e vengono quindi sottoposti a tutte le disposizioni di tutela in essa contenute”. L’art. 2 istituisce proprio la fascia di rispetto: “Nei confronti degli immobili sopraindicati, evidenziati in grigio con tonalità più chiara nell’unita planimetria, è istituita una fascia di rispetto, nell’ambito della quale è vietato realizzare costruzioni, anche di carattere precario, eseguire opere di trasformazione agraria o scavi nel territorio e nella roccia sottostante, che alterino l’attuale aspetto dei luoghi”.

Anche le particelle coinvolte, nel vecchio decreto, sono molto più numerose, 739, delle quali 470 riguardano l’area con vincolo archeologico diretto (rossa), 269 riguardano la fascia di rispetto (vincolo indiretto, arancione). Nel nuovo decreto si contano solo 470 particelle, mancano le particelle della fascia di rispetto.

Ora, la fascia di rispetto è scomparsa? Nel caso sia davvero scomparsa sarebbe interessante -e utile- che la Soprintendenza ne spieghi il motivo. Anche perché il nuovo decreto non dice nulla su questo, non si sa, dunque, se la fascia di rispetto sarà istituita in un secondo momento o no. Non credo sia cambiato il regime vincolistico tra il nuovo e il vecchio decreto, l’impressione che si ha, invece, è che oggi ci sia qualcosa in meno.


D.M. 8 marzo 1990
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Decreto 20 marzo 2019
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