Seminario sulla “valorizzazione del lavoro” senza una rappresentanza dei lavoratori
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- Pubblicato Venerdì, 29 Settembre 2017 12:24
- Scritto da Gianni Nicastro
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di Gianni Nicastro
Lo avevo annunciato, ed eccomi qui con il seminario del 23 settembre scorso, che si è svolto nell’ambito della Sagra dell’Uva. Un seminario dal titolo “Modelli e strumenti per la valorizzazione del lavoro e crescita del territorio” organizzato dall’assessorato all’Agricoltura nel quale si è discusso per nulla di modelli e strumenti di valorizzazione del lavoro. Seminario in cui si è discusso molto, invece, e in modo critico, della legge 199/2016, quella contro il caporalato, il lavoro nero e lo sfruttamento in agricoltura, situazioni che riguardano precisamente il lavoro e i lavoratori agricoli.
Un tavolo, comunque, di relatori di tutto rispetto. C’era il sindaco di Rutigliano, Giacomo Suglia presidente Apeo, Giacomo Sgobba avvocato, Angela Partipilo segretario generale della Camera di Commercio di Bari, Pasquale Redavid presidente del Gal Sudest Barese, Vito Linsalata direttore INAIL di Lecce e l’assessore all’agricoltura di Rutigliano Pinuccio Valenzano. Moderatore, Enzo Magistà di Tele Norba.
Gli interventi sono stati tutti interessanti, particolarmente interessanti ho trovato quelli dei rappresentanti della Camera di Commercio, dell'INAIL e dell'APEO. Dalla dott.ssa Partipilo abbiamo saputo che in Puglia, solo il comparto ortofrutta, annovera 25.000 aziende con 41.000 addetti. Un settore che esporta il 60% dei suoi prodotti, soprattutto in Germania. Sono solo 90, in tutta la regione, le imprese iscritte nei registri di controllo IGP Uva di Puglia con 3,8 milioni di kg di uva prodotta, nulla rispetto al milione circa di tonnellate di uva che la Puglia produce ogni anno (70% della produzione nazionale).
L’obiettivo dell’INAIL è quello di scovare il lavoro nero per incamerare i premi assicurativi, ha detto il dott. Linsalata. La sicurezza sul lavoro, oltre ad essere un valore sociale, è un valore aggiunto per le imprese, è un elemento di civiltà del lavoro perché garantisce il lavoratore dagli infortuni, ne tutela, in sostanza, la vita e fa anche risparmiare alla collettività enormi risorse economiche in termini di ricoveri, malattie, pensioni di invalidità.
L’INAIL non fa i controlli, questi spettano ad altri enti, ha precisato il direttore della sede di Lecce; L’INAIL svolge, invece, la vigilanza assicurativa perché i “premi” servono a pagare le prestazioni agli infortunati.
Anche Giacomo Suglia, ha dato informazioni importanti. Siamo il terzo paese al mondo in produzione di uva da tavola, che nella campagna agricola ancora in corso ha avuto un calo del 25%. Ha poi dato una notizia che mi ha piacevolmente sorpreso: l’Italia è il primo paese al mondo in quanto a sicurezza alimentare. «Questo è possibile -ha aggiunto il presidente APEO- grazie alla sensibilità delle imprese».
Questi -a mio avviso- gli interventi più interessanti di quel seminario, ma -come accennato prima- quella sera si è parlato abbondantemente anche di legge contro il caporalato. A farlo è stato, dal tavolo dei relatori, l’avv. Giacomo Sgobba; dal pubblico, in diversi interventi, un imprenditore agricolo, Michele Santacroce.
Sia Sgobba che Santacroce hanno snocciolato le criticità della legge 199/2016. Una trattazione critica della legge che ha occupato gran parte del seminario e fatta da due eminenti rappresentanti del Movimento Nazionale per l’Agricoltura (Sgobba ne è vicepresidente, Santacroce un componente del direttivo). Un punto di vista ovviamente legittimo, ma non controbilanciato, in quel seminario, da un altro punto di vista, altrettanto legittimo, che è quello dei lavoratori o di una loro rappresentanza sindacale, soggetti che la legge in questione l’hanno voluta.
Io quella sera ho chiesto agli organizzatori del seminario il motivo dell’assenza, al tavolo dei relatori, di una rappresentanza dei lavoratori, anche sindacale, visto che l’assessore aveva invitato a parlare il vicepresidente di un movimento che ad aprile scorso è sceso nelle piazze a protestare proprio contro la legge sul caporalato. A rispondere è stato l’assessore Valenzano, il quale semplicemente si è alzato, si è platealmente diretto verso il manifesto del seminario dicendo, con una certa dose di arroganza: «Se legge la locandina, abbiamo individuato la discussione di questa sera che è “Modelli e strumenti per la valorizzazione del lavoro e crescita del territorio”, punto. Senza rispondere, quindi, si è riseduto e ha continuato a parlare d'altro.
Ora, a mio modo di vedere, quello che è successo è grave perché quel seminario è stato organizzato dall’assessorato all’agricoltura del comune di Rutigliano, non dall’associazione Arcobaleno, di cui l'assessore è presidente. Dal momento che si è chiamato a relazionare Giacomo Sgobba, sapendo chi era, quale ruolo ricopriva e in quale movimento, correttezza avrebbe voluto che si fosse chiamato anche un rappresentante dei lavoratori. L’assessore non lo ha fatto e non ha voluto dar conto del motivo per cui non lo ha fatto, pur sollecitato in tal senso.
L’impressione che ho avuto, quella sera, è che si sia voluto offrire un pulpito, nell’ambito di una festa importante, del comune di Rutigliano, a un movimento portatore di un punto di vista molto parziale -quand’anche legittimo- sulla legge 199/2016 senza nessun contraddittorio. Non era difficile prevedere di cosa avrebbe parlato il vicepresidente del Movimento Nazionale per l’Agricoltura, per questo l’assessore avrebbe dovuto essere più equilibrato.
La correttezza e l’equilibrio possono non essere prerogative importanti per il presidente di una qualsiasi associazione, di certo lo sono -ritengo- quando, quello stesso presidente, ricopre pro tempore la carica di assessore, magari del comune di Rutigliano.