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Consiglio comunale deserto, la crisi scava ancora

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Sedici consiglieri assenti, uno presente, lo stesso presidente del consiglio Michele Maggiorano. Alle 17:30, su una convocazione fissata un’ora prima, si sono presentati in un’aula consiliare vuota Michele maggiorano, appunto, il segretario comunale Giambattista Rubino e il funzionario verbalizzatore Nicola Palumbo. Il segretario ha fatto l’appello col risultato sopra riportato. «L’assemblea non è valida», ha detto il presidente, rimandano alla seconda convocazione che è stata fissata a martedì 13 dicembre prossimo.

E’ probabile, se non sicuro, che anche in seconda convocazione succeda quello che è successo poco fa, perché, dal verbale della conferenza dei capigruppo che si è tenuta il 5 dicembre scorso, si leggono le dichiarazioni che hanno fatto Stephi Simone e Dominga Lepore, i quali “hanno notato -è scritto nel verbale- che per i giorni 13 e 14 dicembre 4 consiglieri di maggioranza sono assenti”. assenza-in-consiglio-1

A causa di quelle assenze, il presidente del consiglio non aveva accettato la proposta, fatta dalla consigliera di maggioranza Donatella Lamparelli in quella stessa sede, di posticipare proprio al 13 il consiglio a causa del fatto che lei e il consigliere Saffi erano impossibilitati a partecipare a quello  convocato per oggi. Dunque, se Simone e Lepore non hanno mentito, il 13 dicembre l’amministrazione si troverà di fronte allo stesso problema, con addirittura quattro consiglieri di maggioranza assenti. Il consiglio comunale dovrebbe saltare, quindi, anche in seconda convocazione.

Era nell’aria già da stamattina che l’opposizione avrebbe disertato il consiglio comunale di oggi, sia perché due consiglieri di maggioranza, Donatella Lamparelli e Nico Saffi, appunto, avevano già detto che erano impossibilitati a partecipare, sia per il fatto che il presidente Maggiorano non ha voluto posticipare al 13 la convocazione del consiglio così come chiesto anche dall’opposizione. A questo punto è probabile che il sindaco non abbia voluto tentare di scendere i sala contando sulla presenza anche di solo uno dei consiglieri di opposizione che garantisse almeno il numero legale.

Siamo all’ennesimo atto di una crisi amministrativa che si va facendo sempre più profonda e irreversibile. Il sindaco dovrebbe prendere atto davvero di questa impasse e fare una operazione di igiene politica che, in questo momento, significa dimettersi.

A meno che non decida di tirare a campare con il nono di turno, nel caso lo dovesse trovare e con tutto quello che una situazione del genere comporta: essere sotto scacco continuamente, cedere ad eventuali ricatti e pressioni di ogni genere. Una amministrazione che dovesse sottostare a una situazione del genere, non solo non ha futuro, non è politicamente “igienica”.


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