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Art. 13 PIP, e appello sia. Firma anche l’assessore Berardi

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La stavamo aspettando la pubblicazione della delibera di giunta con la quale l’amministrazione Romagno2, giovedì scorso, ha deciso di fare appello alla sentenza del TAR che due mesi fa ha ripristinato l’art. 13 delle norme tecniche del PIP di via Adelfia “superato” a dicembre 2015 dal consiglio comunale.

Il ricorso è stato affidato ad un avvocato che ha lo studio a Roma, si chiama Andrea Manzi, titolato a patrocinare cause “dinanzi alle magistrature Superiori”. Prevista una spesa di 5.000 euro. A convincere la giunta è stata la nota inviata dall’avv. Lorenzo Derobertis che ha seguito il comune nel ricorso della F. Divella S. p. a. contro l’eliminazione dell’art. 13 del PIP, ricorso che la Divella, notoriamente, ha vinto. Sulle motivazioni alla base del ricorso al Consiglio di Stato, suggerite dall’avv. Derobertis, scriveremo in  seguito. Qui, al di là della notizia dell’appello, facciamo alcune considerazioni di tipo politico. delib appello-set tar-1

Non sfugge la presenza dell’assessore all’urbanistica Nicola Berardi nella giunta che ha deliberato l’impugnazione della sentenza, a differenza di quanto è successo con la giunta che ha deliberato, a dicembre scorso, l’eliminazione dell’art. 13. L’assenza dell’assessore all’urbanistica in quell’altra giunta è stata fatta notare anche dai giudici del TAR nella sentenza oggi appellata.

Sono passati esattamente due mesi da quella sentenza, una lunga gestazione dell’appello dovuta alle difficoltà incontrate dal sindaco a trovare consenso intorno ad esso nella maggioranza e all’impressione che ha suscitato l’inchiesta penale -che sappiamo ancora in corso- attivata dalla magistratura su questa stessa vicenda, inchiesta che ha portato i carabinieri perlomeno un paio di volte negli uffici comunali di Rutigliano e una volta presso la Città Metropolitana di Bari a prelevare documenti.

Senza contare le perplessità, i timori, di alcuni componenti della maggioranza e le critiche agli atti di quella operazione (l’eliminazione dell’art. 13) espresse in modo plateale dal consigliere Franco Delliturri nel consiglio comunale del 15 dicembre 2015 da lui stesso abbandonato al momento del voto, come ha fatto l’intera opposizione. “Vogliamo la verità su questo -ha detto Delliturri in quel consiglio comunale- e siccome questi atti non mi danno nessuna garanzia, né in positivo né in negativo perché sono soltanto delle prese di posizione forse per appartenenza politica, e questo mi dispiace dirlo, io ritengo che il mio voto non sarà espresso né in maniera favorevole né negativa, perché non me la sento di esprimere un parere se prima non ho atti completi in merito alla conferenza di servizi di domani della città metropolitana. Anch’io al momento della votazione sarò assente”.

E’ difficile pensare che l’ass. Berardi abbia assentito alla delibera di appello senza aver concordato la sua presenza in giunta con il suo referente politico, Franco Delliturri. Una giunta, tra l’altro, che il 7 aprile scorso ha licenziato sei atti, tutti riferiti a problemi legali (cinque a risarcimenti per sinistri stradali), ma dei quali solo uno di grande rilevanza politico-amministrativa e giudiziaria, la delibera dell’appello appunto.

Come difficile è non vedere un nesso tra l’assenza dello stesso assessore nella giunta sabatina del 12 dicembre dell’anno scorso e la posizione del leader del MAR espressa due giorni dopo in consiglio comunale sul punto dell’art. 13 del PIP.
Chissà cosa ha convinto l’assessore e il consigliere a cambiare idea sull’argomento.

Clicca qui per aprire la delibera



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