Livello, competenza ed efficienza amministrativa in picchiata
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- Pubblicato Domenica, 09 Agosto 2015 10:23
- Scritto da Gianni Nicastro
di Gianni Nicastro
Un consiglio comunale al di sotto delle aspettative e di quello che ci si può attendere dalla politica. Atti inviati ai consiglieri difformi da quelli depositati in segreteria, il dirigente dei tributi che si giustifica adducendo problemi di software (tutti da verificare), il segretario comunale che tira in ballo il dipendente del suo ufficio quasi responsabilizzandolo dell’errore. Un consigliere (Giampaolo) che parla, con insopportabile prosopopea, di “merda” in rifermento alle condizione del centro storico, di piscio di animali, della figlia che ci può mettere i piedi dentro e se la prende con l’assessore al ramo, scordandosi del tutto -nella sua pregiudiziale- di un paio di materassi abbandonati per due giorni su via Le Monache, rifiuti che impedivano il passaggio delle auto.
Ce n’è anche per l’opposizione che sulla vergognosa situazione in cui versa la piscina comunale presenta e si fa mettere all’ordine del giorno del consiglio di giovedì 30 luglio, un atto con cui chiede la convocazione di un consiglio comunale “per discutere in ordine agli argomenti su descritti” senza proporre nessun deliberato da approvare, ma semplicemente chiedendo -per cinque volte- “di conoscere...”. Non si capisce se si tratti di una richiesta di convocazione di consiglio comunale o di una richiesta di informazioni, ambiguità che ha permesso a chi non ha nessun interesse a discutere di questa incresciosa e imbarazzante questione, cioè al presidente del consiglio, all’amministrazione e alla maggioranza, di ritirare il punto e “farla franca”.
Per non parlare delle commissioni che non si tengono perché i consiglieri di maggioranza hanno da fare, sono impegnati con le loro rispettive professioni. E’ successo con la 3ª commissione che doveva discutere sulle strutture sportive e con la 1ª, quella sul bilancio, che doveva discutere i due punti più importanti e infilati all’ultimo momento all’ordine del giorno dello stesso consiglio del 30 luglio: la modifica al regolamento e il piano delle tariffe TARI. Una commissione che si sarebbe dovuta tenere il 29, giorno prima del consiglio comunale, e che non si è tenuta perché Stephi Simone, Rosa Romito, Donatella Lamparelli e Dominga Lepore erano assenti per motivi di lavoro, ci hanno riferito. L’unico della maggioranza che si è presentato alla commissione bilancio è stato il dimissionario presidente Franco Delliturri, dell’opposizione Minguccio Altieri, Giuseppe Valenzano e Michele Martire; assente anche Nicola Giampaolo.
Insomma, commissioni importanti convocate sugli atti del consiglio comunale che non si tengono per mancanza di numero legale. Certo, può capitare che si abbiano impegni di lavoro, ma che succeda in due commissioni consecutive su due per tutti i componenti della maggioranza in una, e per i 4/5 degli stessi componenti nell’altra, ci lascia un po’ perplessi, ci fa dubitare di quegli “impegni” di lavoro e sospettare una motivazione più politica: che non si voglia discutere, rispondere dei problemi della città. Per incapacità o deliberata scelta, sta ai cittadini giudicarlo.
Regolamento TARI
In riferimento a questo consiglio comunale, qui tratteremo solo il punto del regolamento TARI e delle sue modifiche; sul piano finanziario e sulle tariffe TARI scriveremo a parte.
Dopo le pregiudiziali, sempre abbondanti e delle quali abbiamo parlato diffusamente in diretta su Radio 103, il presidente Michele Maggiorano ha chiesto di anticipare gli ultimi due punti, regolamento e tariffe TARI. Qui si è scatenato lo scontro tra opposizione e amministrazione, la maggioranza ha taciuto. Solo Delliturri è intervenuto come fa spesso, cioè dando l’idea di essere critico con atti che, alla fine, accetta nella sostanza votando così come vuole la sua amministrazione.
Sulle modifiche al regolamento TARI l’opposizione ha presentato due emendamenti, uno sulle superfici scoperte produttive delle utenze non domestiche la cui tassazione dei metri quadri dovrebbe, secondo lei, essere citata nello stesso regolamento, l’altro sull’aumento dello sconto della TARI alle associazioni no profit dal 30 al 50%.
Sul primo emendamento il responsabile dell’ufficio tributi ha spiegato che la questione è regolata già dalla legge che tassa anche le aree scoperte produttive, quindi non serve specificarlo nel regolamento. Qui c’è da dire, intanto, che nel regolamento della tassa rifiuti del 2013 la tassazione delle aree produttive scoperte era menzionata, nel regolamento 2015 è scomparsa. Una verifica sull’effettiva tassazione delle aree in questione riferite alle utenze non domestiche qualcuno dovrebbe farla, si dovrebbe, cioè, verificare se sugli avvisi di pagamento 2014/2015, tra i metri quadri tassati, ci siano anche quelli relativi alle aree scoperte.
Il secondo emendamento è caduto da solo perché l’amministrazione aveva già provveduto a portare lo sconto al 50% correggendo soltanto l’atto depositato in segreteria e non quelli arrivati via PEC ai consiglieri comunali che riportavano il vecchio dato del 30%. Disguido che, come detto sopra, ha provocato uno scontro, tra opposizione e amministrazione, che ha coinvolto anche il responsabile dei tributi e il segretario comunale.
Facciamo notare qui un fatto interessante sollevato dall’opposizione su cui, in consiglio, non è stata fatta piena chiarezza.
Segreteria o “aula delle adunanze”?
Oronzo Valentini ha sollevato l’illegittimità del settimo punto all’ordine del giorno, il regolamento TARI, perché diverso da quello inviato ai consiglieri, e lo ha fatto sulla base del regolamento del consiglio comunale che, all’art. 44, comma 11, dice: “Nessuna proposta può essere tuttavia sottoposta all’esame del Consiglio se, almeno ventiquattro ore prima della riunione, non sia stata depositata nella sala delle adunanze unitamente ai documenti necessari e ai pareri dei responsabili dei servizi, per poter essere esaminata”.
I consiglieri 24 ore prima hanno avuto un atto diverso da quello depositato in segreteria, per cui, non avendo ricevuto in tempo l’atto corretto, il punto all’ordine del giorno non poteva essere discusso, ma rinviato ad altra assise. A questa obiezione, presidente e segretario, hanno risposto che si è trattato di un refuso dovuto al programma informatico con cui si redigono gli atti che ha corretto solo una copia, quella ufficiale, e non le altre dello stesso atto inviate ai consiglieri. Quindi, quelli che contano sono gliatti ufficiali e gli atti ufficiali sono quelli depositati presso la segreteria e qui, l’atto in questione, era corretto.
I consiglieri, dunque, potevano tranquillamente recarsi in segreteria se volevano prendere visione dell’atto corretto. Così hanno sostanzialmente risolto la questione presidente e segretario. Questo ragionamento, però, quadra solo alla luce del comma 10 dell’art. 44 prima citato: “Le proposte di deliberazione consiliare e le mozioni iscritte all’ordine del giorno, corredate della relativa istruttoria e dei pareri richiesti, devono comunque essere depositate presso la Segreteria almeno quattro giorni prima dell’apertura dellaseduta...”. Il comma 11 letto da Valentini in consiglio specifica, invece, un luogo diverso per il deposito degli atti, parla di “aula delle adunanza”, dell’aula in cui si riunisce il consiglio; non dice “presso la segreteria”, come il comma 10, il deposito delle proposte lo alloca presso la “sala delle adunanze”.
Alla luce della precisa disposizione di questo comma chi ha ragione, Valentini o Maggiorano?
Sulla base della lingua italiana, e per come lo interpretiamo noi, quel comma dà torto al presidente quando invita i consiglieri a recarsi in segreteria per la visione degli atti del consiglio. Potrebbe, dunque, porsi un problema di legittimità dell’approvazione del regolamento TARI in questione. A meno che quel comma 11 non sia tutto intero un eclatante refuso. Nel caso, si pone il problema di una seria ed approfondita rivisitazione del regolamento del consiglio comunale che eviti confusione e abbagli.
Il record dell’assessora
Sul regolamento TARI, poi, l’assessora al bilancio, Agata Diciolla, ha battuto ogni suo record: un intervento di meno di un minuto. Eppure delle cose buone da dire sulle modifiche c’erano. Ad esempio, all’articolo 16 è stato aggiunto un passaggio importante: “La quota variabile della tariffa per le utenze domestiche (...) è applicata a soli immobili ad uso abitativo con esclusione delle pertinenze”. Questa aggiunta non è casuale. Rutiglianoonline a gennaio scorso ha denunciato, giornalisticamente, un errore, quello di aver fatto pagare la tariffa variabile anche alle pertinenze (depositi) e pure più volte allo stesso contribuente. Questo è successo sia nel 2013, con la TARES, che nel 2014 con la TARI.
Circa tre mesi dopo quell’articolo, e una richiesta di informazioni fatta all’ufficio tributi, il dott. Chiantera ci ha risposto che da “verifiche effettuate è emerso che l’errato calcolo della tassa ha riguardato solo un centinaio di cartelle rispetto alle oltre settemila utenze domestiche. Per circa due terzi delle cartelle interessate il ricalcolo ha riguardato sia il 2013 che il 2014”. Dunque l’errore c’era e Rutiglianoonline ha fatto bene ad evidenziarlo sortendo, da parte dell’ufficio e dell’amministrazione, una maggiore attenzione fino a ribadire nello stesso regolamento TARI che sulle pertinenze non si applica la tariffa variabile.
Facciamo notare che anche qui la responsabilità dell’errore, scrive lo stesso Chiantera nella sua risposta, è stata “del nuovo e complicato sistema di calcolo della tassa rifiuti”. Insomma, dietro ogni errore c’è sempre un software galeotto.
Il regolamento TARI, alla fine, è stato approvato con i soli voti della maggioranza, l’opposizione, per intero, ha votato contro.
Mi dimetto o non mi dimetto? Non mi dimetto
C’è da segnalare, infine, che Franco Delliturri, qualche giorno prima il consiglio comunale del 30, si era dimesso da presidente della 1ª commissione, tant’è che all’ordine del giorno di quella che si sarebbe tenuta il 29 luglio c’era la nomina del nuovo presidente. Chiesto al consigliere del MAR il motivo delle sue dimissioni, ci è stato risposto: «problemi di impegni di lavoro». Quindi nulla di politico.
In consiglio comunale, invece, Delliturri ritira le dimissioni perché glielo ha chiesto l’opposizione, non la maggioranza. L’opposizione con Delliturri -così ci ha riferito lo stesso consigliere del MAR- si sente più garantita in commissione bilancio non avendo la possibilità di dialogare con gli altri componenti della maggioranza.
Dimissioni snobbate dalla maggioranza e ritirate per far piacere all’opposizione; tre consiglieri di maggioranza che chiedono la verifica politico-amministrativa, un quarto consigliere di maggioranza che aderisce ufficialmente alla verifica per poi, subito dopo, ritirare questa adesione, l’assessore al bilancio Pinuccio Valenzano che si sente politicamente sulla graticola, insidiato da una parte della maggioranza; Nicola Giampaolo che “amoreggia” con il sindaco per far fuori l’assessore Nicola Berardi dalla giunta e Franco Delliturri dalla maggioranza in modo che al banchetto dell’amministrazione si aggiunga un posto a tavola. Insomma ci sono tutti gli elementi per un autunno politicamente interessante in quel di Rutigliano. Staremo a vedere.