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Discarica Martucci, che fine ha fatto il "Tavolo tecnico"

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CONVERSANO: A NOVE MESI DALLA SUA ISTITUZIONE, NESSUN RISULTATO DAL TAVOLO TECNICO SULLA MEGADISCARICA MARTUCCI

Approvato il 15 ottobre 2013, per placare la protesta dei comitati, non ha prodotto dati e risposte. Il deputato L’Abbate (M5S) chiede lumi e ricorda la lungimiranza dell’Autore del libro “L’ultimo chiuda la discarica” sulla funzione dei tavoli tecnici.

A margine della votazione sul “Piano Regionale Gestione Rifiuti Urbani”, nell’ottobre 2013, fu approvato dal Consiglio regionale l’Ordine del Giorno n. 179 dal titolo “Contrada Martucci – Conversano – Linee di indirizzo per l’avvio del risanamento dell’area”. Era il 15 ottobre e si cercò di porre rimedio alle proteste dei cittadini per il mantenimento nel Piano pugliese della megadiscarica Martucci, nonostante il sequestro in atto ed il più che “ventilato” danno ambientale, tuttora in atto.

Il Governo e le strutture regionali si impegnarono ad “assumere ogni utile iniziativa finalizzata a coordinare tutte le attività ricognitive che consentano una più dettagliata conoscenza dei dati ambientali relativi a suolo, sottosuolo e falda nell’area vasta, che permettano l’individuazione dei responsabili dell’inquinamento e, quindi, l’avvio di interventi per la bonifica e la riqualificazione ambientale dell’area”. Fu, dunque, costituito un tavolo tecnico con le amministrazioni dei tre comuni interessati (Mola, Conversano e Polignano) e con la partecipazione delle associazioni, per il tramite del prof. Franco Fanizzi. Il procedimento si sarebbe dovuto concludere “entro sei mesi dall’approvazione del presente ordine del giorno”.

“Dal 15 ottobre scorso ad oggi sono trascorsi ben 9 mesi – dichiara il deputato Giuseppe L’Abbate (M5S), primo firmatario di 4 interrogazioni parlamentari sulla megadiscarica Martucci – Mi sembrerebbe, dunque, lecito chiedere dove siano i dati su suolo, sottosuolo e falda che questo tavolo tecnico doveva produrre. La politica intende continuare imperterrita a prendere bellamente per i fondelli i cittadini o è disposta a dar loro qualche risposta per contrastare il disastro ambientale in corso?”.

Un senso discutibile, quello dei tavoli tecnici, che si ritrova nel libro di Pietro Santamaria “L’ultimo chiuda la discarica” (pagg. 267-269). “Come i famosi cavalieri della Tavola Rotonda, i cavalieri di rango più elevato della corte di re Artù, i nostri rappresentanti politici, ogni volta che prendono una decisione importante e impopolare (il rinvio dell’annunciata chiusura della discarica, lo smaltimento di rifiuti provenienti da altro bacino, ecc.), per edulcorare la pillola, chiedono la costituzione di un tavolo, meglio se «tecnico». Vi propongo alcuni dei tavoli (tecnici o politici) proposti (e mai realizzati)”. Il libro del Prof. Santamaria ripercorre, dunque, tutti i tavoli annunciati e dove concretamente mai nessuno si è seduto o che nulla hanno prodotto. Caustica e profetica la deduzione: “La nostra democrazia non ha bisogno di tavoli tecnici, ma di trasparenza degli atti amministrativi, partecipazione diffusa e responsabilità condivisa”.


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